Parole antiche e nuovi significati in questi tempi difficili

Vi siete accorti come nel nostro vocabolario attuale sono diventate comuni parole di cui prima non conoscevamo neanche il significato? La prima parola che viene in mente è mascherina. Solo per i lavoratori socio sanitari era un oggetto/parola comune, ai più fino a marzo del 2020 era quella portata dai chirurghi in qualche serie televisiva da allora a sentirla nominare si prova paura, sospetto, fastidio…. ed è stato solo l’inizio!

Ho letto di recente un articolo# al riguardo e ho mi sono messa a fare delle considerazioni: quanto è cambiato il nostro stile di vita dalla pandemia? Quante paure in più abbiamo? Quanto siamo più consapevoli della nostra salute, del preservarla o quanto timore abbiamo di perderla? Siamo più coraggiosi o più insicuri? Anche il lessico abituale si è modificato per dare un nome a tutte queste nuove emozioni ed ecco comparire vecchie parole con nuovi significati condivisi. Ne ho selezionate solo 5 ,perchè sono quelle con cui lavoro ogni giorno e vorrei analizzarle con voi.

La prima parola è AUTOSTIMA. Ne ho parlato sempre molto e nel corso dell’anno è stato l’argomento di un mese intero. Lo sapete che questa parola esiste solo dagli anni “80? indicata come “la valutazione positiva, la sicurezza di sè, che esprime la misura in cui una persona si considera capace, importante ed i valore” . E’ stata inserita nel vocabolario della lingua italiana solo recentemente anche se già alla fine dell’ Ottocento ne parlò il filosofo americano William James. Il tema fu ripreso negli anni “60 e “70 durante i dibattiti femministi ed in particolare fu Gloria Steinem che come leader del femminismo americano utilizzò il concetto per valorizzare la voce delle donne nel libro: “Autostima: La rivoluzione parte da te”. Ancora donne e autostima sono al centro del dibattito sui femminicidi che in Italia e nel mondo hanno subito una escalation durante il lookdown. Quando lavoro bisogna fare con le donne, con le madri che devono educare i giovani uomini al rispetto ed alla parità?

Di questo argomento si potrebbero scrivere enciclopedie intere, ma lavorando per associazione mi viene in mente un’altra parola molto in uso ultimamente: SORELLANZA.

Già dalla fine dell’ Ottocento veniva utilizzata per indicare il rapporto tra sorelle ed il legame di affetto che le unisce, ma oggi il significato è inteso in modo molto più ampio. Il concetto di “reciproca solidarietà tra donne” è del 1970 periodo in cui la scrittrice Kate Millet utilizza il termine anche per indicare un’unità sociale che andasse oltre le differenze di classe, di etnia o religione. Oggi la parola sorellanza è indicata nei dizionari come “sentimento di reciproca solidarietà tra donne, basato su una comunanza di condizioni, esperienze, aspirazioni”. Sarebbe bello che questo sentimento potesse accomunare ancora più donne facendo spazio ad una reale solidarietà invece che al giudizio, l’invidia ed altri sentimenti negativi che non portano a traguardi importanti e alla valorizzazione di tutte le donne attraverso una rete coraggiosa e concreta.

Un’altra parola entrata nel linguaggio comune è RESILIENZA. In realtà esiste dal 1700 e viene dal latino con il significato di rimbalzare. Utilizzata da scienze come la fisica o l’ingegneria per indicare la resistenza di un materiale a deformazioni o rotture dagli anni Ottanta si utilizza come “capacità di superamento delle difficoltà”. Grande enfasi viene data durante un famoso discorso del Presidente Obana nel decennale dell’ undici settembre. Anche il nostro Presidente Sergio Mattarella ha parlato più volte di resilienza dopo il terremoto dell’Aquila e durante la pandemia. Noi psicologi la utilizziamo spesso perchè esprime in pieno le energie che ognuno deve trovare dentro e fuori di sè per mantenere la speranza e superare i momenti difficili. Trovo che sia una bellissima parola da applicare nella realtà di tutti i giorni e non leggendola come termine filosofico.

Altro termine antico, ma molto in voga è: PREOCCUPAZIONE. Come non si fa ad essere preoccupati oggi? Di derivazione latina con il significato “occupare prima” il significato moderno lo prendiamo dal francese preoccupation ovvero: “pensiero che occupa la mente determinando uno stato di apprensione, di inquietudine, di ansia per timore che possa verificarsi un fatto spiacevole o doloroso”.

Deriva invece dall’inglese con derivazione latina la parola IMPATTO. Indica un contatto brusco o l’urto provocato da una bomba, un missile, una navicella spaziale. Durante un telegiornale la sentiamo menzionare almeno una decina di volte. Si parla di impatto sull’ambiente, sull’economia, sulla società… Dal termine fisico (impatto zero, risparmio energetico…) la parola prende sempre più una dimensione psicologica: che impatto avranno i social media per le nuove generazioni? Come cambieranno e stanno cambiando i rapporti tra coetanei? Che impatto avrà nella nostra vita la tecnologia?

#liberamente ispirato all’intervista alla direttrice del Vocabolario Treccani di qualche settimana fa sul supplemento di Repubblica

Quaderno di crescita personale 4/amicizia

La parola di oggi è AMICIZIA

Continuando il nostro percorso di consapevolezza apprestiamoci a mettere su carta le nostre riflessioni con l’obiettivo di conoscerci sempre meglio e comprendere le nostre azioni nell’ambiente in cui ci muoviamo. Oggi prenderemo in considerazione l’amicizia.

Secondo Wikipedia con il termine amicizia si indica un tipo di relazione interpersonale, accompagnata da sentimento di fedeltà reciproca tra due o più persone, caratterizzata da una carica emotiva.  In tutte le culture, l’amicizia viene percepita come un rapporto basato sul rispetto, la sincerità, la fiducia, la stima e la disponibilità reciproca.

Nella realtà comune sappiamo quanto siano importanti le relazioni specie con gli amici. Un antico detto dice che “chi trova un amico trova un tesoro” infatti la solitudine non fa bene a nessuno e poter contare su qualcuno fuori dalla tua famiglia che possa spronarti, accoglierti, darti un parere obiettivo è molto importante.

Certo non tutte le amicizie sono sullo stesso livello infatti abbiamo amici con cui fare shopping, andare a pranzo, fare le escursioni, condividere sogni e non sempre tutto ciò può essere rappresentato da un’unica figura. Attenzione ai falsi amici, quelli che in qualche modo approfittano di te: della tua disponibilità, della tua fiducia e a volte anche del tuo tempo o dei tuoi soldi! Fare “conoscenze” per qualcuno è più facile che per altri, ma attenzione l’amicizia è un’altra cosa! Non apritevi completamente se: non richiesto o se troppo richiesto e abbiate un atteggiamento non dico sospettoso, ma almeno attento verso chi entra nella vostra vita. Questo vi preserverà da molte delusioni o incomprensioni.

Se ti accorgi che hai accanto amicizie “interessate” allontanale elegantemente senza inutili sensi di colpa che fanno del male solo a te!

Esercizio 1:

Fai un elenco dei tuoi amici attuali e cerca di vedere quali sono le caratteristiche che vi accomunano, da quanto tempo vi conoscete ed il grado di amicizia che vi lega e segnatelo sul vostro diario.

L’amico perfetto non esiste poiché noi per primi abbiamo manie, difetti e stranezze varie e quindi in alcune occasioni bisogna essere tolleranti come gli amici lo sono con noi! Il nemico principale dell’amicizia sta invece nella pigrizia. Sì avete capito bene: verso quelli che ritenete i vostri migliori amici che attenzioni riservate? Li chiamate spesso? Condividete momenti insieme? Oppure è un po’ che non vi sentite con la scusa del tempo, del lavoro, le dimenticanze? Se gli amici meritano allora meritano anche il nostro tempo e quindi vi propongo:

Esercizio 2:

fai un elenco delle telefonate da fare ai tuoi amici e falle in un lasso limitato di tempo ovvero non rimandare a domani! VI RICORDO CHE L’AMICIZIA VA COLTIVATA!

Sono pieno e mangio ancora…perché?

Perché sazietà e pienezza non sono la stessa cosa. Sottostanno a processi fisiologici diversi: uno riguarda un aspetto chimico e l’altro un aspetto meccanico!

Quando siamo sazi vuol dire che abbiamo appagato la fame ed i relativi bisogni del corpo in termini di  nutrienti ed energia ed in genere si raggiunge con cibi considerati sani dal nostro corpo. Può accadere invece di sentirci pieni, e non sazi, dopo aver mangiato alimenti che letteralmente si gonfiano nel nostro stomaco, ma da cui traiamo pochi elementi nutritivi adeguati. Accade perché ad un certo punto la distensione delle pareti dello stomaco aumenta per la presenza di cibo e la sensazione di pienezza varia tremendamente secondo il genere di alimento consumato. Ci sono occasioni in cui si supera il livello abituale di pienezza, come a Natale o eventi particolari dove ci si sente “autorizzati” a mangiare di più del necessario.

Per alcune persone la sensazione di pienezza deve essere raggiunta ad ogni pasto. Gran parte della nostra percezione del gusto e della pienezza ha origine dai ricordi e dalle esperienze passate. In alcune famiglie non c’era cibo sufficiente e alcuni hanno appreso che abbondare nelle porzioni  “di più è meglio” altri che non potevano accedere ad alcuni cibi perché severamente vietati in casa si rivolgono a quei cibi fino allo sfinimento.

Utilizzando la consapevolezza, e per questo un grande aiuto proviene dalla Mindful Eating, ci si può rendere conto che continuare a mangiare (che sia in un pasto a tavola o in piedi davanti alla credenza) spesso ha a che fare con altri problemi che non sono soltanto il desiderio di sentirti pieno. C’è la pressione sociale del gruppo, volere integrarsi nella festa, oppure cedere (più volte) all’incoraggiamento di prenderne ancora. Oppure puoi diventare consapevole di usare il cibo per ammazzare la noia o altre emozioni, se non addirittura per esprimere il tuo Sé ribelle. 

Notare questi pensieri abituali e queste abitudini può aiutarti a sintonizzarti e regolare la quantità corretta di cibo. E non esiste affatto un’unica risposta giusta. Un piccolo spuntino  ha senso se mangerai un pasto completo entro una o due ore; un pasto più pesante può   avere senso se sai che dovrà sostenerti fino a cena. Sintonizzandoti con la pienezza di stomaco, potrai avvertire meglio l’arrivo della pienezza  dopo ogni boccone, quindi puoi terminare i pasti sentendoti bene e non fastidiosamente pieno. Con il tempo apprenderai anche come certi alimenti hanno effetto sulle sensazioni di pienezza nel bene o nel male. Questa informazione ti permetterà di prendere decisioni più sagge su cosa mangiare, quanto e quando fermarti.

Ispirato da Jean Kristeller

In 50.000 alla Race for the cure di Roma

Solidarietà e prevenzione le parole simbolo di questa manifestazione che in concreto ha visto 50,000 persone che hanno creduto e sostenuto questo progetto che si rinnova da ben 23 anni grazie all’entusiasmo del Prof. Riccardo Masetti, le fantastiche donne in rosa, i volontari, le madrine Maria Grazia Cucinotta e Rossana Banfi con la perfetta organizzazione di Komen Italia.

Grazie anche a vecchi e nuovi amici tra i partner ed istituzioni che si sono resi disponibili per la buona riuscita di questo fine settimana intenso iniziato giovedì scorso. 1500 prestazioni effettuate a scopo preventivo e numerosi momenti ludici per adulti e bambini, senza dimenticare il ricco elenco di conferenze ed incontri tematici.

La Race for the Cure è finalmente tornata e oggi ha battuto il record più importante, quello del ritorno alla normalità.


Per gli amici di altre zone d’Italia questi i prossimi appuntamenti:
Bari 13 – 15 maggio
Napoli 20 – 22 maggio
Bologna 16 – 18 settembre
Brescia 23 – 25 settembre
Matera 30 settembre – 2 ottobre
e in Abruzzo grazie al Comitato di Pescara 7 – 9 ottobre

Il cortisolo (leggi lo stress!) non ti fa dimagrire

Sei sempre in affanno? Dormi poco e male? Mangi in modo disordinato? Hai preso peso e malgrado i sacrifici non riesci a perdere neanche un etto? Forse è colpa del cortisolo!

I ritmi di vita odierni favoriscono l’aumento del così detto ormone dello stress che perde la sua funzione di risposta attiva ad un problema in un qualcosa che ci travolge e ci condiziona.

Con il cortisolo alto nel sangue non si pensa bene, si ha problemi a concentrarsi e a ricordare le cose. Si alza la glicemia, la pressione ed il cortisolo cattivo: insomma una vera tragedia.

Il cortisolo è un ormone che viene prodotto dall’organismo in risposta a situazioni di stress o di sforzo e viene definito ormone dello stress. Fondamentale per reagire in modo attivo ad eventi stressanti non è più utile quando lo stress diventa cronico e ne viene prodotto oltre misura.

Quando questo accade nell’organismo c’è un vero scompiglio: aumento della pressione, della glicemia e del colesterolo cattivo, maggiore ritenzione idrica, invecchiamento cutaneo, difficoltà di memoria! Senza scendere nei particolari di questi effetti appare subito chiaro che il nostro benessere psicofisico è messo a dura prova e quindi sono necessarie delle azioni efficaci per ridurre al minimo gli effetti nocivi del cortisolo.

Fondamentale è un radicale cambiamento dello stile di vita. Dormire abbastanza e serenamente è il primo obiettivo che si può raggiungere anche con l’assunzione di melatonina. Ricordo che va assunta tutte le sere alla stessa ora. Fatevi consigliare dal farmacista il dosaggio più adatto alle vostre necessità. Evitate sostanze stimolanti la sera prima di coricarvi come il caffè. Evitate di stare le ore al buio con gli occhi attaccati allo schermo del cellulare, le onde sonore e luminose stimolano il cervello non lo fanno rilassare! Durante il giorno imparate a scaricare le tensioni facendo attività fisica o dedicandovi ad un hobby soddisfacente. Attenzione a dosare l’attività fisica: non adatta ad alta intensità o eseguita una volta ogni tanto con stop lunghi perché risulta di per se  già stressante, ma deve essere svolta con regolarità e a media intensità. Ottimo dedicarsi a relazioni sane o prendersi cura di un animale domestico (la Pet therapy non è un’opinione!). Perfetta la meditazione e lo yoga.  Evitate di assumere troppi zuccheri, al massimo un po’ di cioccolata fondente che è amica del cuore (in piccole quantità!), utili i probiotici e le fibre che proteggono il nostro intestino (ricordate? È il nostro secondo cervello!!) Bere molta acqua poiché la disidratazione aumenta il cortisolo!

Ricordate che uno stile di vita sano previene molte situazioni a rischio non solo per la linea, ma per la nostra salute!

Mindful eating: mangiare in modo consapevole

Parlando di cibo un atteggiamento mindful può essere una salvezza. Vivere nel momento presente è indispensabile per riconoscere le nostre azioni, gli atteggiamenti verso uno o particolari cibi, ma anche come mangiamo, come ci sentiamo. Serve a riconoscere se stiamo mangiando con innescato il “pilota automatico” o per scelta. Siamo sicuri che non siamo solo stanchi o sfiduciati o arrabbiati? Queste emozioni vanno vissute e non schiacciate con il cibo. Le emozioni vanno prima di tutto riconosciute e poi bisogna trovare la giusta soluzione ad ogni nostro stato d’animo rispettando la nostra mente ed il nostro corpo. Se siamo stanchi dobbiamo riposarci, se siamo arrabbiati un urlo può avere un suo perché, se abbiamo avuto un buon risultato facciamoci un regalo e così via!

L’insoddisfazione non si cura con il cibo, anzi spesso un aumento di peso dovuto ad un’esagerata introduzione di alimenti, è esso stesso motivo di disagio ed insoddisfazione.

Proprio nei giorni in cui si è incerti e sfiduciati una pratica mindful può rivelarsi incredibilmente utile al contrario del cibo che porta inevitabilmente ad un circuito davvero pericoloso.

Quando si sta così nessuno sforzo dietetico può dare risultati poiché il cibo viene letteralmente “buttato giù” spesso senza neanche sentire il sapore e quasi senza masticarlo! Qui la consapevolezza dell’attimo che si sta vivendo è fondamentale. La mindful eating ti insegna a comprendere le richieste del tuo corpo, a capire la differenza tra pienezza e sazietà ed anche come fare la spesa in modo consapevole.

Con la mindful non ci sono limiti e regole, ma solo l’ascolto dei nostri veri bisogni evitando atteggiamenti giudicanti. Regala la vera libertà di mangiare senza essere guidati dalla fame emotiva o senza attenzione. Scegliendo alimenti di qualità a favore della quantità.

Tema del mese di marzo: “vivere nel qui ed ora”

Marzo e mi viene in mente primavera e rinascita. Allora perché non iniziare a pensare in modo nuovo più consapevole e soddisfacente? Cercando di vivere il momento presente evitando l’ansia delle anticipazioni del futuro e senza rimanere ancorati ai pensieri del passato? Di derivazione latina “Hic et nunc” riprende il principio del Carpe Diem di Orazio nel concetto del vivere qui ed ora.

L’idea è quella di introdurvi al concetto di Mindfulness che significa semplicemente consapevolezza (Mindful consapevole): si tratta di uno stato mentale ovvero una modalità dell’essere che permette di vivere nel presente in modo più consapevole. Naturalmente è uno stato concettuale che cercherò di presentarvi, ma che solo provandolo si potrà comprendere: perché le parole sono importanti, ma il vissuto fa la vera differenza!

Cerchiamo di rinnovarci con un nuovo modo di porci di fronte alla vita. Durante il mese affronteremo il tema attraverso articoli, la storia con morale, la segnalazione di alcune letture con lo scopo di avere uno spazio di riflessione sull’argomento.

Vi anticipo che dal mese di aprile inizierò a proporre, oltre al programma del Metodo Integrato (finalizzato alla perdita di peso), anche quello di Mindful Eating per imparare a mangiare in modo consapevole. Il mio ruolo sarà quello di facilitatore per aiutare le persone ad aiutarsi ovvero facilitare il processo di cambiamento senza forzarlo o anticiparlo!

Nel cuore delle case. Viaggio interiore tra case e spazi mentali. Come e perchè scegliamo la nostra abitazione

CASA: luogo fisico dove si incontrano i nostri affetti, si condividono abitudini e che in qualche modo ci riflette. Rendere la nostra casa un luogo del cuore e della mente è uno dei tanti modi per prenderci cura di noi!!

Secondo Donatella Caprioglio nel libro:

“Nel cuore delle case. Viaggio interiore tra case e spazi mentali. Come e perchè scegliamo la nostra abitazione”

un libro per confrontarsi e riflettere / editore Il punto d’incontro

…Nulla più di una casa è in grado di rivelare come siamo: è la metafora del nostro mondo interiore. Da come la abitiamo si può capire il legame che abbiamo con la parte più intima di noi stessi. Troppo piena o troppo vuota, disordinata o ordinata in modo maniacale, essenziale o esageratamente espressiva, la casa parla di noi e della nostra vita. Può proteggerci ma anche guarirci, dare voce al nostro disagio o custodire verità segrete, essere una prigione o un mezzo per sviluppare la creatività. Ci sono case perfette che non lasciano trasparire nulla, altre che affermano nella quantità di mobili e oggetti il bisogno di riempire un vuoto, altre ancora che sottolineano la necessità di preservare il luogo degli affetti. Capire il nostro modo di abitarla può essere l’occasione per liberarci di ricordi ingombranti e respirare in uno spazio nuovo. Donatella Caprioglio ci invita a una passeggiata intima nel cuore delle case, una meditazione che rende consapevoli del legame profondo tra la propria casa e la propria identità. Un viaggio in cui può capitare di riconoscersi e riflettere…

Prendersi cura di sé: Mens sana

Abbiamo appurato che prendersi cura di sé è necessario e quindi dalla teoria passiamo ai fatti. Già è difficile farlo in condizioni normali (la normalità è intesa in modo molto diverso da ognuno di noi!) figuriamoci nei momenti in cui siamo stressati per lavoro, per malattia per problematiche familiari o economiche, eppure proprio in quelle ed altre situazioni è il momento più importante per dedicare a noi del tempo. “Perdere tempo per noi” è il miglior investimento! Se stiamo bene la nostra testa lavora meglio ed il corpo risponde in modo adeguato.

Un corpo trattato bene è importante e lo abbiamo detto in più occasioni e non ne mancheranno per ricordarlo, ma dare attenzione ai nostri pensieri ed emozioni lo è ancora di più!

Per i più religiosi la preghiera risulta un momento di raccoglimento e confronto, ma si può provare con la meditazione, gli esercizi di respirazione e di rilassamento. Non storcete il naso fino a quando non avrete davvero provato. Non siate prevenuti e non emettete giudizi prima di essere venuti a contatto con una qualche forma di meditazione. Provate con fiducia lo yoga, ce ne sono di tante forme, la meditazione e le numerose tecniche di rilassamento muscolare attraverso la respirazione:  ce ne sarà sicuramente una che sarà nelle vostre corde!

Importanti sono anche le persone che vi circondano. Sono persone positive o sono succhiatori di energia? Persone negative e giudicanti? Imparate a scegliere le compagnie, e se non potete liberarvene imparate a limitare la loro influenza su di voi!

Imparate a lavorare nei tempi previsti! Non portate il lavoro a casa e se state facendo smartworking spegnete il pc all’orario definito. Liberate la testa smettendo di leggere email a qualsiasi ora. Concedetevi dei momenti di relax come uno spuntino o una pausa caffè. Andate a respirare un po’ d’aria fresca e fate una passeggiata al termine del lavoro in modo da essere più sereni e disponibili quando rientrerete in casa e potete dedicarvi al partner e alla famiglia. Naturalmente le lamentele sono bandite! Non risolvono i problemi ed aumentano il carico emotivo!

Organizzate le serate non solo nel fine settimana, rendetele piacevoli magari cucinando insieme al partener o ai figli oppure organizzate una serata di gioco in famiglia o con gli amici. Niente di difficile o impegnativo, ma un modo semplice per curare gli affetti ed evitare di utilizzare il tempo esclusivamente davanti alla tv, spesso senza dirsi una parola.

Infine la cosa più importante: imparate a dire di no! Dire sempre sì alle cose che non interessano, disturbano o spesso contrariano significa sempre fare qualcosa di malavoglia e se pensiamo che basti dire sì ad un altro per accontentarlo avete sbagliato di brutto: nella migliore delle ipotesi finirà con una litigata e sarebbe bello non doversi dire: perché mai l’ho fatto? Perché non ho detto di no?

Storia con morale (Febbraio 2022)

Nell’ottica dell’importanza di prendersi cura di se stessi, intesa come capacità di volersi bene, questo il racconto con morale di questo mese. Sembra che questa storia sia stata tramandata dai seguaci di Buddha dopo averla ascoltata dalla sua stessa voce!

Un tempo lontano due acrobati, un insegnante ed una apprendista, si esibivano ogni giorno per strada per guadagnarsi da vivere. Il primo era un povero vedovo e Medakathalika l’ apprendista, una ragazzina molto saggia.

Le loro esibizioni comportavano spesso dei rischi,perché l’insegnante doveva tenere in equilibrio sulla propria testa un alto palo di bambù mentre Medakathalika vi si arrampicava sopra.

Per evitare cadute e lesioni durante la performance, i due acrobati dovevano fare molta attenzione e un giorno l’insegnante, credendo di aiutare la studentessa, le consigliò di guardarlo mentre lui avrebbe fatto lo stesso con lei, in modo da aiutarsi a vicenda per mantenere la concentrazione e l’equilibrio, e guadagnare così abbastanza denaro per mangiare.

Ma la piccola Medakathalika gli rispose che era meglio che ognuno di loro guardasse se stesso SENZA DIPENDERE dall’altro perché prendersi cura di sé significa ANCHE prendersi cura di entrambi. In questo modo avrebbero sicuramente evitato incidenti e ottenuto abbastanza soldi per mangiare.

Fonte web