Rispondi con onestà: perché vuoi iniziare una dieta?

La domanda un po’ a bruciapelo serve a prendervi alla sprovvista e a far si che rispondiate d’impulso, con sincerità. La risposta può sembrare ovvia: per perdere peso, ma per ogni persona questa condizione ha significati diversi.

Se ci si fa le domande giuste, a patto di essere sinceri, si può prevedere l’esito della vostra dieta ancor prima che iniziate. Se avete dubbi, se non vi sentite pronti, se la spinta viene dall’esterno, se cercate una strada facile e veloce, se solo l’idea vi provoca frustrazione lasciate perdere!

Vediamo insieme le domande necessarie prima di cominciare un programma di dimagrimento ed in base alle vostre risposte cerchiamo di comprendere quali sono i reali motivi e se ci sono aspetti ai quali possiamo appoggiarci per garantirne il successo.

Prendersi cura di se stessi dovrebbe essere un’occasione che genera entusiasmo non disperazione!

Innanzitutto pensate al perché avete preso peso ed in quanto tempo. Siete sempre stati rotondetti? In famiglia sono tutti un po’ in sovrappeso? Vi hanno insegnato a non lasciare nulla nel piatto?

La cultura familiare sul cibo è molto condizionante ed è possibile che siate stati esposti da sempre a certe visioni su cosa, quanto e quando mangiare. Sono condizionamenti importanti legati alla sfera affettiva per cui se iniziate un programma per perdere peso ne dovrete tenere conto e la dieta non basta serve anche un percorso psicologico e rieducativo personalizzato. Se invece avete vissuto un periodo stressante o avete appena partorito con poco impegno tornerete al peso di sempre e troverete la giusta via tra gusto e rinuncia. La cosa importante è stabilire una data di inizio ed una di fine ed essere ligi negli step intermedi.

Chiarito questo punto bisogna anche chiedersi perché si vuole perdere peso. La risposta dovrebbe essere sentirsi a proprio agio, poter vestire senza troppi limiti, maggiore sicurezza. Se invece pensate al fatto che qualcuno vi giudica per il vostro peso dovete mettere da parte questo aspetto e concentrarvi solo ed esclusivamente su ciò che desiderate voi per il vostro corpo ed il vostro spirito.

Avete qualcuno che vi aiuterebbe o appoggerebbe in un percorso dietetico? Avete paura di fallire? Pensate di evitare tutte le situazioni sociali mentre siete a dieta per evitare sgarri? Non serve ed è impossibile. Dovrete imparare a fare le scelte giuste per voi e non solo vivere il tutto come una rinuncia. Non aspettate di vivere fino al momento di essere magri, che nella vostra testa corrisponde anche al momento di essere felici, ma concedetevi momenti belli da soli, con amici o parenti che non corrisponde necessariamente al mangiare!

Capire cosa rappresenta il cibo: se placa l’ansia, lo stress, se vi ritenete golosi, se non sapete dire di no è un’altra domanda importante. A volte è anche molto difficile darsi una risposta perché non siamo abituati ad ascoltare il nostro corpo, i segnali che ci invia e le sue reali necessità. Scappiamo dalle emozioni, le vogliamo azzittire? Non capiamo quando siamo sazi? Pienezza e sazietà sono segnali che non distinguete? Avete dei cibi trigger o dei momenti o delle situazioni in cui mangereste qualsiasi cosa? In questo caso se le risposte tardano a venire o vi trovano confusi un percorso di mindfulness eating potrebbe risolvere il problema ancor prima di mettersi a dieta.

Le aspettative sono importanti per cui anche chiedersi cosa ci si spetta da una dieta non è affatto una domanda fuori luogo!

Costanza, pazienza, nuove abitudini e nuovi schemi mentali indispensabili per raggiungere l’obiettivo che devono essere previsti a grandi dosi ed immaginarsi nelle sensazioni di essere già al giusto peso rende tutto molto più…leggero!

Altro annoso problema è quale sarà la dieta più efficace. Si pensa sempre che più la dieta è rigida e più darà risultati: mi spiace dirvelo, ma ciò non corrisponde a verità. Più la dieta è rigida e più facile arrivare allo sgarro. E con lo sgarro partono i pensieri del tutto o nulla! deleteri e non funzionali! L’unica dieta è quella sana, variegata, adatta alle nostre necessità. Un consiglio: imparate prima di tutto ad abbinare gli alimenti, a cucinare in modo semplice ed evitare cibi elaborati. I dolci relegateli solo ad occasioni speciali: non sono necessari alla nostra alimentazione e sono responsabili di sbalzi ormonali! Le diete sane funzionano sempre: l’importante è seguirle e non basta attaccarle al frigorifero!

Imparate che uno sgarro ogni tanto non inficia irrimediabilmente la dieta. Uno o più sgarri al giorno invece si! Per questo faccio compilare un diario alimentare. E’ importante tenere nota dei successi quanto dei fallimenti per poter migliorare un poco alla volta in base ai propri tempi.

Non guardate la bilancia con ansia. Misura solo il vostro peso, non il vostro valore come persona, Se intendete iniziare una dieta dovete sapere che il peso durante la giornata subisce spesso dei cambiamenti per vari motivi e che il peso giusto è determinato da una media per cui basta pesarsi a digiuno una volta a settimana nelle stesse condizioni ed orario. Infine pensa alla dieta come un momento di grandi scelte e quindi di opportunità per piacerti di più ed imparare più cose di te. La qualità della tua vita passa anche da come vivi il tuo corpo e da come ti senti con te stessa e con gli altri.

Iniziare una dieta di lunedì aumenta davvero le probabilità di successo?

Non è un luogo comune, recenti studi confermano che il lunedì, essendo il primo giorno della settimana, innesca una sorta di reset nella nostra mente, è vissuto come un nuovo inizio a cui affidare i nostri buoni propositi. Nel caso della dieta passati i “bagordi” del fine settimana ci si sente a posto con la coscienza se iniziamo uno stile alimentare più sano!

Approfondiamo questo tema:

il nuovo anno, gennaio ed anche il lunedì sono vissuti come nuovi inizi. Momenti in cui è possibile lasciarsi il passato alle spalle, si ha l’entusiasmo e l’illusione che si possano fare i veri cambiamenti e ci si crede davvero! I buoni propositi del nuovo anno in genere a fine gennaio sono già dimenticati, quelli del mese, in genere sono a gennaio o a settembre (per qualcuno il vero inizio dopo le ferie estive), giorno per giorno perdono di efficacia e quindi non rimane che appellarsi al lunedì che si presenta settimana per settimana per rinnovare le buone intenzioni! Ma anche in questo caso quanto dura riuscire ad evitare gli sgarri? L’avvicinarsi del fine settimana fa vacillare anche la persona più convinta fino a naufragare in un mare di sensi di colpa aggiustati il lunedì seguente!

Nel lungo termine questi nuovi inizi, che non hanno un riscontro, possono rappresentare una frustrazione ed uno stress.

Allora non c’è un giorno in cui avere più probabilità di successo?

Non sono le convenzioni sociali a farci raggiungere gli obiettivi, ma il sì che diciamo a noi stessi! Quando quel sì arriva non è importante il giorno della settimana, il mese o l’anno! La differenza sta nella scelta che facciamo per noi: volere fa rima con potere! Se invece “dobbiamo” è un’imposizione che non ci porterà da nessuna parte. Lavoriamo sul positivo facciamoci trascinare dall’entusiasmo per una nuova casa, un nuovo lavoro, una promozione  per cominciare un’alimentazione corretta per noi come regalo da fare a noi stessi in un buon momento e non come un sacrificio!

Concludendo è importante che ogni inizio vada affrontato con lo spirito giusto e solo quando ci si sente pronti, ma fate attenzione anche al procrastinare (lo fate con tutto non solo con la dieta fateci caso!) allontana sempre più l’obiettivo, rende nervosi, insoddisfatti ed allunga irrimediabilmente la strada da percorrere aumentando il disagio verso il proprio corpo, l’aumento della predisposizione a patologie e la considerazione di non esserne capaci con svilimento dell’autostima. Quindi il miglior momento è: ADESSO!

Gennaio: indispensabile la “remise en forme”

Non trovate la scusa dei dolcetti che ancora girano per casa e non arrivate a febbraio con il corpo appesantito dagli stravizi delle festività. Non mantenete il corpo in sovraccarico oltre il dovuto perché la bella stagione è dietro l’angolo e rischiate di fare i soliti errori con le diete devastanti i 10 gg prima delle ferie!

Anche i più bravi qualche extra lo hanno fatto e tra i buoni propositi dell’anno sicuramente rimettere il corpo a regime è fondamentale. Dopo due periodi natalizi in semi lock down è stata importante anche la ritrovata convivialità,  ma tra ore di sonno perdute e quelle passate a tavola  dobbiamo fare i conti con una corretta “remise en forme”.

Molti hanno già ricominciato le attività a pieno regime, i bambini/ragazzi sono a scuola e quindi con i ritrovati ritmi sarà più semplice rimettersi in riga.

Iniziamo dal sonno. Non tutti possono permettersi le classiche 8 ore, ma sicuramente non state al di sotto delle 6 ore. Decidete un orario consono per andare a dormire  in base ai vostri orari lavorativi. Se non riuscite a prendere sonno, mettetevi a leggere un libro, ma non usate il cellulare che tiene il cervello “acceso” sfavorendo il riposo. Una tisana calda concilia la calma e favorisce il sonno, ma se avete ulteriori difficoltà provate con la melatonina. Per consigli d’uso e dosaggio affidatevi al vostro farmacista di fiducia.

Secondo punto debole è l’attività fisica. Se ancora non vi siete iscritti in palestra ed è qualcosa che state rimandando da settembre, bè è il momento giusto per farlo. Personalmente ritengo che una bella camminata di almeno 40 minuti al giorno possa bastare, ma anche tapis roulant o cyclette in casa (stesso tempo minimo!) possono andare bene. Se vi piace la musica esistono tantissime attività sportive che la includono e se vi annoiate ad allenarvi da soli cercate un amico che venga con voi o fate amicizia in palestra con le persone del vostro corso. Unica parola d’ordine è non tergiversate e cominciare da subito. Un’attività fisica continuativa permette il rilascio di endorfine che vi farà sentire bene dal primo giorno e che procurerà una sensazione piacevole nell’esecuzione. Il patto è che facciate almeno un po’ ogni giorno per mantenere questa sensazione che vi permetterà di inserire l’attività fisica tra le vostre attività giornaliere.

Infine l’alimentazione. Per ridurre le sensazioni di gonfiore addominale, reflusso o irregolarità intestinali è necessario riprendere un’alimentazione equilibrata, per chi ancora non è entrato in quest’ottica è il momento giusto per cominciare!

Parola d’ordine è disintossicarsi.

Via libera ad acqua e tisane ed infusi. Una tisana al finocchio è perfetta per la digestione e ridurre il gonfiore addominale. Camomilla, malva, tiglio, biancospino sono lenitive per la mucosa gastro intestinale e calmanti.

Non si tratta di perdere eventuali kg acquisiti durante le feste, ma portare il corpo a lavorare al meglio. Con i cibi ricchi di fibre quali alimenti integrali, frutta e verdura favoriamo il tratto intestinale e introduciamo vitamine e sali minerali fondamentali per il corretto funzionamento del nostro organismo.

Evitate sale e condimenti grassi. Usate olio EVO  a crudo ed eventualmente insaporite con spezie. I dolci sono assolutamente aboliti. Se proprio avete avanzi di panettone mangiatelo a colazione e poi scordatelo fino al giorno dopo. Altri dolci quali biscotti, frutta secca o torroni possono diventare il vostro extra nel fine settimana. Non vi preoccupate non scadono a breve e quindi niente scuse!

Anche i metodi di cottura sono importanti. Sempre, ma in particolare adesso per mettere a riposo il corpo. Piastra e vapore sono i metodi perfetti.

Diete e miracoli: un fatto di marketing!

Sempre sensibili al richiamo dell’ultima dieta, specie se sponsorizzata da qualche personaggio famoso, si fanno spesso sacrifici economici per illudersi che questa sarà la volta buona.  Su Instagram un tripudio di offerte correlata da foto del prima e dopo che non lasciano dubbi. Promesse di felicità al raggiungimento del peso desiderato.

Tutti magri nel nome dell’ultimo preparato che garantisce essere formulato con ingredienti naturali e senza controindicazioni. No non è in vendita in farmacia, ma tutto è regolare confermano! Sappiamo che i miracoli non esistono e neanche le pillole miracolose e le bacchette magiche, ma il marketing sì i miracoli li fa davvero e sa convincerci su temi a cui siamo veramente sensibili.

Efficacia e validità scientifica superati ci si illude dietro quel barattolo di polvere o pillole da prendere rigorosamente ad orari e che dire dei rinforzi psicologici? “Volersi bene”. “La regola delle 6 esse”, “Vinci tu”, “la strada per il successo” insomma psicologia spicciola a cui ci si aggrappa con tutte le forze basta che non si parli di sacrifici e di non mangiare!

Sento parlare di diete da anni dalla mitica “Weight Watchers” alla temibile “Dukan”!  Il fallimento di questi programmi sta nell’illusione che si possano ottenere risultati rapidi e duraturi senza particolare impegno. E’vero spesso andiamo di corsa ed è comodo inserire la cena nel forno a microonde o passare a prendere una pizza. Non è per tutti passare dal contadino o al mercato rionale per acquistare i prodotti di stagione che devono essere puliti, lavati e cotti! Così abituati a tutto e subito anche in caso di perdita di peso si pensa si possa ottenere, ma non funziona così! Ecco sempre in prima linea le diete drastiche del post festività o del prima delle ferie che fanno solo perdere acqua e massa magra con l’ago della bilancia che si muove e ci illude che sta andando tutto bene.

Ricordatevi di ciò quando sarete tentati dopo le feste.

Spesso ci si concentra su alimento o su un gruppo di alimenti, a restrizioni infondate basate solo sulla moda del momento. In realtà bisogna andare oltre. Bisogna comprendere cosa ci porta a mangiare troppo o male, a trovare strategie che migliorino la qualità della nostra vita. A fare pace con il cibo relegandolo a quello che in realtà è: carburante per il nostro corpo e non la panacea di ogni male. Mettere in linea corpo e mente con l’aiuto di uno psicologo e di un nutrizionista qualificato facendo attenzione a tutti quei coach che si spacciano tali solo per vendere i loro prodotti di dubbia utilità.

Il corpo ci “parla” ascoltiamolo con la mindfulness

Quante volte volete dire no ed invece dite sì? Quante volte non vorreste essere in un posto e poi vi trovate ad arrivare anche 10 minuti prima? Quante volte avete letteralmente ingoiato delle parole per non farle uscire? Quante volte avete soffocato i vostri reali sentimenti?

Vi sarà capitato moltissime volte nel corso della vita ed a qualcuno sarà capitato più frequentemente di altri. Pensate che questo vi faccia “sopravvivere”. Pensate che vi faccia amare di più, stimare di più, considerate delle persone buone o tranquille, ma ogni volta che soffocate le vostre emozioni rinnegate voi stessi e vi fate del male. In queste situazioni è proprio il fisico a pagarne le conseguenze, ma se imparate ad ascoltarlo potete attuare dei comportamenti che non vi facciano soffrire nel corpo e nella mente!

Dovete imparare ad esprimere in modo adeguato le vostre emozioni prima di tutto permettendovi di ascoltarle e dare loro un nome e cognome ovvero vivendole ed assecondandole. Fate attenzione a non reprimerle o a provare ad ignorarle perché vi troverete inesorabilmente a soffocarle con il cibo, alcool o con comportamenti anestetizzanti tipo buttarsi davanti alla televisione o stando perennemente attaccati al vostro smartphone!

Quali segnali ci manda il corpo?

Se siamo arrabbiati con un amico, il compagno o in ufficio e non abbiamo il coraggio di dire davvero come la pensiamo possiamo arrivare ad essere talmente tesi da creare stati di tensione permanenti che portano a posture sbagliate e quindi a dolori cronici articolari, problemi alla cervicale o a livello lombare, ma anche le ginocchia sono a rischio, le dita delle mani e dei piedi.

Se viviamo stati di continua ansia e preoccupazione nel nostro corpo che era stato in origine preposto a rispondere ad eventi pericolosi in modo efficiente, si accumula un quantità enorme di cortisolo che va ad creare disordine anche con altri ormoni (tipo l’insulina)  alterando il nostro metabolismo causando problemi dell’apparato gastrointestinale, ritenzione idrica ed aumento di peso …nel migliore dei casi!

Consiglio sempre di imparare a rispondere alle vostre emozioni in modo adeguato. Chiarire situazioni in cui non ci troviamo d’accordo ed essere onesti con se stessi. Vi ho parlato tante volte del sano egoismo e quindi prendete qualche spunto!

Se vi siete resi conto di aver imparato ad usare il cibo per non sentire, soffocare, ignorare le vostre emozioni è importante fare un lavoro integrato sul corpo e sulla mente e vi propongo un percorso di mindful eating che vi permetterà di fare pace con il cibo, ma anche imparare tante cose di voi che probabilmente ad oggi ignorate!

Da ottobre incontri di gruppo in piattaforma per uomini e donne dai 18 anni in poi. Chiedimi come!

Sono pieno e mangio ancora…perché?

Perché sazietà e pienezza non sono la stessa cosa. Sottostanno a processi fisiologici diversi: uno riguarda un aspetto chimico e l’altro un aspetto meccanico!

Quando siamo sazi vuol dire che abbiamo appagato la fame ed i relativi bisogni del corpo in termini di  nutrienti ed energia ed in genere si raggiunge con cibi considerati sani dal nostro corpo. Può accadere invece di sentirci pieni, e non sazi, dopo aver mangiato alimenti che letteralmente si gonfiano nel nostro stomaco, ma da cui traiamo pochi elementi nutritivi adeguati. Accade perché ad un certo punto la distensione delle pareti dello stomaco aumenta per la presenza di cibo e la sensazione di pienezza varia tremendamente secondo il genere di alimento consumato. Ci sono occasioni in cui si supera il livello abituale di pienezza, come a Natale o eventi particolari dove ci si sente “autorizzati” a mangiare di più del necessario.

Per alcune persone la sensazione di pienezza deve essere raggiunta ad ogni pasto. Gran parte della nostra percezione del gusto e della pienezza ha origine dai ricordi e dalle esperienze passate. In alcune famiglie non c’era cibo sufficiente e alcuni hanno appreso che abbondare nelle porzioni  “di più è meglio” altri che non potevano accedere ad alcuni cibi perché severamente vietati in casa si rivolgono a quei cibi fino allo sfinimento.

Utilizzando la consapevolezza, e per questo un grande aiuto proviene dalla Mindful Eating, ci si può rendere conto che continuare a mangiare (che sia in un pasto a tavola o in piedi davanti alla credenza) spesso ha a che fare con altri problemi che non sono soltanto il desiderio di sentirti pieno. C’è la pressione sociale del gruppo, volere integrarsi nella festa, oppure cedere (più volte) all’incoraggiamento di prenderne ancora. Oppure puoi diventare consapevole di usare il cibo per ammazzare la noia o altre emozioni, se non addirittura per esprimere il tuo Sé ribelle. 

Notare questi pensieri abituali e queste abitudini può aiutarti a sintonizzarti e regolare la quantità corretta di cibo. E non esiste affatto un’unica risposta giusta. Un piccolo spuntino  ha senso se mangerai un pasto completo entro una o due ore; un pasto più pesante può   avere senso se sai che dovrà sostenerti fino a cena. Sintonizzandoti con la pienezza di stomaco, potrai avvertire meglio l’arrivo della pienezza  dopo ogni boccone, quindi puoi terminare i pasti sentendoti bene e non fastidiosamente pieno. Con il tempo apprenderai anche come certi alimenti hanno effetto sulle sensazioni di pienezza nel bene o nel male. Questa informazione ti permetterà di prendere decisioni più sagge su cosa mangiare, quanto e quando fermarti.

Ispirato da Jean Kristeller

Mangi davvero in modo consapevole?

La risposta è no o quasi mai! Siamo succubi di una serie di input che mortificano, sviliscono,  annullano (spesso) il senso di fame, quella fisiologica (ovvero quando sono svariate ore che non ci nutriamo ed i livelli energetici diminuiscono e lo stomaco fa grr grr per intenderci!) ed il desiderio di cibo. Tale desiderio che molti confondono con la “fame” può essere generata da vari motivi come ad esempio:

La vista o l’odore del cibo:

Certi odori o la vista di alcuni cibi possono farci venire l’acquolina in bocca anche se abbiamo appena finito di mangiare. Funzioniamo esattamente come il cagnolino di Pavlov nella famosa ricerca e produciamo salivazione e abbiamo già la sensazione di averlo in bocca, perché conosciamo il gusto di quei cibi e sappiamo quanto siano gustosi. Questo è ciò che sfrutta la pubblicità in certi orari in cui possiamo essere più vulnerabili a mangiare caramelle, cioccolatini, patatine o bere una bevanda o un buon vino solo perché stimolati dalla vista e relative sensazioni.(non dal bisogno reale!)

Emozioni e ricordi:

Perché quei biscotti ripieni al cioccolato, l’odore del pane fresco o della torta appena sfornata hanno un così potente attrattivo? Molte delle cose elencate hanno uno spazio speciale nei nostri ricordi e sono riconducibili alla prima infanzia, alle merende, al ritorno da scuola e quelle esperienze hanno un valore davvero speciale.

Non dobbiamo necessariamente evitarle, ma gustare al momento giusto in cui corpo e mente possano beneficiarne contemporaneamente.

Pressione sociale:

Una cosa di cui siamo quasi completamente inconsapevole e anche questo può avere ragioni antiche. Spesso mangiamo per “cortesia” anche se non ne abbiamo voglia o una cosa non ci piace abbastanza. Possono essere i dolci della suocera o perché siamo a cena con gli amici e tutti prendono il dolce e per non essere fuori dal gruppo lo rendi anche tu.

Educazione ricevuta:

Non lasciare la roba nel piatto è una delle tipiche frasi che continuano a condizionarci da quando siamo bambini così come tante altre che nella vita mi sono state condivise

Vi lascio da fare un esercizio? C’è una frase che continua a condizionare la vostra scelta del cibo?

Fare pace con il cibo (argomento di giugno)

Con l’arrivo dei primi caldi si presenta la necessità di scoprirsi e questo comporta non pochi timori. Quei rotolini o la pancetta che il maglione copriva, le gambe nascoste dal pantalone che d’inverno evitavamo di affrontare ora si presentano nella nostra vita sfacciatamente e non possiamo più ignorarli. Allora che succede? Che si ricorre a diete drastiche per una “remise en form” dell’ultima ora. Ma attenti a cosa state facendo poiché le scorciatoie non funzionano con la perdita di peso e ciò che perderete, se non prenderete la strada giusta, sarà solo l’autostima. Ecco quindi l’argomento del mese di giugno: Fare pace con il cibo.

Imparare a mangiare bene, capire come e perché si mangia, perché ci si rifugia nel cibo, perché è difficile seguire una dieta e come affrontare i fallimenti saranno alcuni degli argomenti che porterà la bella stagione. Seguitemi sui social e sul blog e come sempre prenderò in considerazione gli argomenti proposti e cercherò di rispondere a tutte le vostre domande.

Mangiare in consapevolezza by Thich Nhat Hanh

Mangiare in consapevolezza è il secondo volume della collana di tascabili incentrati sulla pratica della presenza mentale in ogni momento della vita quotidiana. Il cibo è nutrimento, piacere, condivisione, contiene la storia di chi lo produce e del luogo da cui proviene. Per la nostra salute materiale e spirituale è fondamentale cosa mangiamo – le nostre scelte possono essere più o meno rispettose dell’ambiente e degli altri animali – ma anche come mangiamo: “Mastica il cibo e non le tue preoccupazioni”, è l’invito di Thich Nhat Hanh. Attraverso paragrafi brevi e incisivi l’autore ci guida affinché mangiare sia fonte di consapevolezza e di crescita individuale e collettiva. Un libro rivolto sia a chi si sta avvicinando agli insegnamenti di Thich Nhat Hanh* sia a coloro che vogliono approfondire la propria pratica spirituale.

editore Terra Nuova 2016

*Nato in Vietnam centrale nel 1926 è stato ordinato monaco buddista all’età di 16 anni. Promosse il Dharma come strumento di pace e fratellanza nella società. I suoi numerosi libri sono stati tradotti in molte lingue. E’ morto a gennaio di quest’anno all’età di 95 presso il tempio Từ Hiếu a Huế, in Vietnam.

Hai davvero deciso di metterti a Dieta? Poniti queste domande prima di cominciare!

Oggi è lunedì. Questo è quel lunedì? Quello in cui decidi di perdere peso? Sei sicura? Per iniziare al meglio devi essere onesta con te stessa e per esserlo devi farti alcune domande. Poiché iniziare una dieta è facile, ma più difficile è portarla a termine è importante capire alcune cose di te stessa prima di intraprendere un percorso che se viene interrotto prematuramente ti lascerà con i kg di troppo e tanta autostima in meno!

Calcola quanti kg hai preso ed in quanto tempo e poi chiediti il perché. La risposta sarà solo una: perché hai mangiato di più e spesso male, ma devi andare più a fondo e comprenderne le ragioni. Non basta dire a te stessa sono golosa, o mi piace mangiare. Non fermarti lì, perché ti stai prendendo in giro. Si può essere golosi è vero, ma il nostro corpo sa darci i limiti quando funziona bene e se non lo fa c’è qualcosa che non va ed in genere la risposta è nelle tue emozioni che condizionano le tue azioni (ne abbiamo parlato tante volte!) Hai avuto da poco una gravidanza e ti sei lasciata andare? Hai fatto davvero troppi sgarri nelle feste? Sei in menopausa? Sei insoddisfatta della tua vita o di una relazione?

Ricorda:

Ogni problema richiede una dieta apposita ed una apposita impostazione mentale!

Lo step seguente deve farti capire perché vuoi dimagrire. Anche qui si fa presto a dare una risposta: non mi entra più nulla, non mi piaccio, faccio fatica a salire le scale, per la salute. Tutte risposte valide, ma sono troppo generiche ditevi in faccia la verità!

Vorresti sentirti più sexy, più sicura…? Ognuno ha la sua risposta ed è importante che si senta davvero il bisogno e si abbia un obiettivo importante da raggiungere anche se per gli altri può sembrare frivolo!

Capire quindi cosa aspettarsi dalla dieta è un altro momento cruciale. Anche in questo caso le aspettative, sulla carta, sembrano scontate, ma non si possono delegare alla dieta tutte le responsabilità. Quanto sei disposta a sacrificarti? Una restrizione calorica non basta serve attenzione, attività fisica e l’introduzione di buone prassi che permetteranno di non riprendere più i kg persi.

Quindi la domanda seguente è d’obbligo: Cosa rappresenta per te il cibo?

Il tuo bisogno di cibo è reale? Cosa mangi quando hai fame? E se sei triste? E se sei felice? E se sei annoiata? Smangiucchi di continuo? Fai abbuffate e poi digiuni? Mangi da sola o in compagnia? Se comprendi i tuoi comportamenti sarà più semplice seguire un regime alimentare corretto.

Per questo è importante rivolgersi ad un professionista per avere la dieta che permetta di rispondere al meglio alle proprie esigenze e non fare una dieta a caso (dell’amica, del giornale…) oppure iniziare a limitare dei cibi in modo incompetente. Queste azioni sono molto comuni e davvero lesive per il corpo e per la mente!

Un percorso con uno psicologo esperto in disturbi dell’alimentazione può rappresentare un ottimo supporto per evitare ricadute, capire perché avviene uno sgarro e come recuperarlo. Sentirsi motivati ed incoraggiati. Specie se non è la prima volta che intraprendete una dieta questa volta fatelo con cognizione, mettete in atto nuove strategie e non pensate di ripetere all’infinito le strade che avete fino ad ora percorso che non vi hanno portato da nessuna parte. Fate sì che questo sia “il lunedì”…quello giusto!