Storia con morale di febbraio: essere se stessi

Una breve favola per farci riflettere sui valori e le capacità personali!

C’era una volta un bellissimo giardino, con alberi e fiori di ogni tipo, meli, aranci e rose. Tutti felici e soddisfatti.  C’era solo felicità in quel giardino, tranne che per un albero che era molto triste.  Il povero albero aveva un problema: non sapeva chi fosse!

“Ti manca la concentrazione” gli disse il melo “se davvero ti impegni, puoi fare mele deliziose. Guarda com’è facile”. “Non ascoltarlo” intervenne il cespuglio di rose “e guarda quanto siamo belle noi!”. L’albero disperato provò a seguire ogni consiglio. Cercò di produrre mele e far sbocciare rose ma, non riuscendo, a ogni tentativo si sentiva sempre più frustrato.

Un giorno un gufo arrivò nel giardino. Era il più saggio di tutti gli uccelli e vedendo la disperazione dell’albero esclamò: “Non ti preoccupare. Il tuo problema non è così serio. È lo stesso di tanti esseri umani! Ti darò io la soluzione: non passare la tua vita ad essere ciò che gli altri vogliono che tu sia. Sii te stesso. Conosci te stesso e per far ciò ascolta la tua voce interiore”. Poi il gufo scomparve.

“La mia voce interiore? Essere me stesso? Conoscere me stesso?” l’albero disperato pensava tra sé e sé alle parole del gufo quando all’improvviso comprese. Si tappò le orecchie e aprì il suo cuore e sentì la sua voce interiore che gli stava dicendo “Non darai mai mele perché non sei un melo, e non fiorirai ogni primavera perché non sei un cespuglio di rose. Tu sei una Sequoia, e il tuo destino è crescere alto e maestoso. Sei qui per offrire riparo agli uccelli, ombra ai viaggiatori, bellezza al paesaggio! Tu hai questa missione! Seguila!”.

A queste parole l’albero si sentì forte e sicuro di sé e cessò ogni tentativo di diventare qualcun altro ed esattamente quello che gli altri si aspettavano da lui. In breve tempo riempì il suo spazio e divenne ammirato e rispettato da tutti. 

Il potere della Meditazione in un minuto

Da millenni, la pratica della Meditazione aiuta le persone a ritrovare il proprio centro e la serenità interiore, ma che cosa è?  “La Meditazione è definita come uno stato di consapevolezza, di chiarezza, di attenzione, di osservazione” ….in poche parole è molto più che essere concentrati in qualche posizione particolare come pensa la maggioranza delle persone!

A cosa serve?  Aiuta a calmare la mente, a ritrovare uno stato di presenza, a conoscere te stesso e ritrovare uno stato di centratura/equilibrio interiore.

Da recenti indagini statunitensi eseguite dai ricercatori della Harvard Medical School di Yale e del Massachusetts Institute of Technology gli effetti di una pratica di meditazione costante sono: aumentata attivazione cerebrale, maggiore sviluppo delle aree deputate all’attenzione ed ai processi sensoriali  e minore deterioramento delle zone cerebrali che tendono a ridursi con l’età.

Sono molteplici le pratiche meditative, io personalmente amo la mindfulness, e ve ne ho parlato più volte, ma oggi voglio confermarvi che sebbene sia sempre consigliata una pratica di almeno 10-15 minuti al giorno anche prendere una breve pausa di un minuto può avere i suoi vantaggi. La scusa è sempre il tempo e si arriva a sera stanchi e con la percezione che molto sia sfuggito della giornata. Imparate a fermarvi quando gli eventi accelerano, prendete fiato e concentratevi. Non è tempo perso come si può immaginare, ma tempo utile per riprendere le redini della giornata e poter gestire meglio gli effetti delle azioni evitando il caos che si trasforma in una sensazione di inadeguatezza e frustrazione.

Quando hai tempo impara a meditare con la tecnica a te più consona. Non esiste solo una meditazione seduta in qualche posizione scomoda, ma diverse! Camminando , seduti in ufficio o in macchina puoi praticare la tua meditazione!

Se vuoi dedicare a te solo 60 secondi metti un timer al tuo cellulare così per almeno un minuto non sarai costretto a tenerlo in mano e potrai rilassarti con gli occhi chiusi. Oppure puoi tenere con te la registrazione audio di una meditazione che ti aiuti se ancora non sei particolarmente pratico.

Sopravvivere al Blue Monday

Era il 2005 quando attraverso Sky Travel, un canale televisivo britannico, viene diffuso un comunicato stampa che annuncia il Blue Monday ovvero il giorno più triste dell’anno! La sua “ricorrenza” è determinata nel terzo lunedì del mese di gennaio. Il colore blue in inglese viene indicato per rappresentare tristezza/malinconia per questo è stato coniato il termine Blue Monday. Sembra che una complicata equazione creata da Cliff Arnall, psicologo dell’Università di Cardiff, abbia rilevato alcune “congiunture” che possono determinare una giornata particolarmente triste. La prima è che è appunto lunedì, segue che gli addobbi natalizi sono ormai riposti in soffitta e questo conferma la definitiva fine dei giorni dedicati ad abbuffate e spensieratezza. Infine c’è la considerazione che sono lontane le prossime festività oltre che il tempo è grigio e freddo.

Le depressioni stagionali sono fatti certi, non sono certa riguardo al un giorno particolarmente triste, ma nel caso lunedì 16 gennaio foste pervasi da una profonda tristezza ecco qualche consiglio:

  • Non fatevi “contagiare” dai commenti sui social ed ascoltate bene le vostre sensazioni
  • Se vi sentite “un po’ giù” l’attività fisica è sempre consigliata, se non siete proprio degli atleti può essere l’occasione per fare almeno una bella passeggiata, vi aiuterà a distrarvi e a migliorare l’ossigenazione del sangue;
  • Potrebbe essere il momento buono per sistemare quelle cose che non avete mai tempo di fare (cassetti, armadi, scrivania!). Il movimento vi permette di rilassare la testa e terminato il lavoro ne sarete anche soddisfatti;
  • Cucinare qualcosa di buono. Vi ricordate come fare pizza e torte vi ha aiutato a sopravvivere al lockdown? Ecco se questo vi ha insegnato qualcosa usatelo!
  • Dedicatevi a voi stessi. Ascoltate della musica, Fate un bel bagno caldo, un massaggio con una crema profumata, ma anche dedicarsi ad un hobby o leggere un libro.

Curiosità:

  • L’espressione inglese “I’m feeling blue indica una situazione in cui si è tristi senza una ragione specifica; noi diremmo “giù di corda” ;
  • Nel film  “Inside Out” della Pixar è blu il personaggio che rappresenta la tristezza;
  • E’ determinato “blues” il genere musicale avuto origine nelle comunità afroamericane che esprime sentimenti tristi riguardo la loro condizione di schiavitù,
  • Il blu venne creato intorno al 2.200 a.C dagli egizi. Il blu era il colore che doveva scortare i morti nell’aldilà, infatti anche le bende in cui erano avvolte le mummie erano colorate di blu.

Immagine corporea e cibo: una questione di testa

L’immagine che abbiamo di noi può essere considerata come una parte dell’autostima totale legata ad i messaggi che ruotano attorno al nostro aspetto fisico. Alcuni messaggi provengono dall’esterno in forma di commenti altri dall’interno e si riferiscono a ciò che noi percepiamo.

Si stima che circa il 46% della popolazione percepisce un certo grado di insoddisfazione per il proprio aspetto, ma quando diventa un vero problema?

I problemi si evidenziano nei rapporti con gli altri perché ne vengono condizionati. Le persone che vivono il proprio corpo o una parte di esso in modo negativo hanno emozioni e comportamenti che diventano essi stessi motivo di stress.

Nelle situazioni sociali spesso la persona tende a credere che gli altri la stiano valutando: es. pensano io sia grassa, magra, ho il seno piccolo, le gambe grosse…. Questi sono solo alcuni dei pensieri che andranno ad influire sul comportamento fino ad arrivare all’evitamento di tutte quelle situazioni in cui la preoccupazione del giudizio è maggiore della soddisfazione del condividere tempo con amici, colleghi o famigliari.

L’autostima è fortemente influenzata dal giudizio. Avere la percezione che il proprio corpo non sia adeguato porta a nascondere quelle parti e a non accettarle. Si finisce per non amare la persona che “abita” quel corpo imperfetto.

Nelle relazioni amorose non va sicuramente meglio. Infatti il contatto fisico con una persona che si percepisce brutta è reso difficoltoso dal fatto che quella persona eviterà il contatto stesso oppure cercherà di nascondere le parti inadeguate concentrandosi solo sul celare ed evitare e non vivendo il momento con serenità.

Tutto ciò va irrimediabilmente ad inficiare il tono dell’umore fino ad arrivare a forme di depressione che portano al circolo vizioso “sono depresso perché sono brutto, sono brutto e quindi sono depresso”!

Purtroppo un’immagine corporea negativa ed il relativo tono dell’umore possono influire anche sull’alimentazione e lo stile di vita. Un’eccessiva preoccupazione riguardo al peso corporeo porta le persone a fare diete sempre più drastiche che portano irrimediabilmente allo sgarro con conseguente affermazione liberatoria:  “mangio tanto ormai…” a cui segue il senso di colpa per aver mangiato che porta un aumento dell’ansia che riporta a mangiare : ed eccoci ad un altro circolo vizioso! Ci sono persone perennemente a dieta frustate a tal punto di finire in abbuffate con le quali si prende peso e si perde autostima! Alcune persone cercano di rimediare alle abbuffate procurandosi vomito, usando lassativi e diuretici ed anche facendo attività fisica in modo altrettanto smisurato.

Quando si crea questo rapporto malato con il cibo anche la percezione del corpo degenera fino ad arrivare a quadri psicopatologici seri. Quando c’è un problema sull’immagine corporea è quella che va modificata lavorando essenzialmente sull’autostima e la comunicazione verso se stessi e gli altri. Raramente serve una dieta. Solo quando la persona ha trovato un suo equilibrio apprendere una buona educazione alimentare permette di ritrovare il peso perduto senza stress. In un quadro sereno la “rinuncia” così insopportabile nella dieta diventa una “scelta” durante un ‘alimentazione consapevole.

Adesso rispondi in modo sincero alle seguenti domande:

  • Come valuti il tuo corpo?
  • Hai un rapporto positivo con esso?
  • C’è una o più parti che non ti piacciono?
  • Ti confronti spesso con coetanei riguardo taglia o qualche parte del corpo in particolare?
  • Eviti situazioni in cui hai la percezione di essere giudicata per il tuo peso o una parte del corpo?
  • Ti lamenti spesso delle parti di te che non ti piacciono?
  • Eviti di andare al mare o in piscina o a ballare perché non ti senti adeguata?
  • Hai mai detto quando sarò magra farò questo o quello?
  • Investi molto economicamente parlando in trattamenti, prodotti per l’aspetto fisico?

Se le risposte sono in massima parte affermative meglio affidarsi ad un professionista psicologo che ti possa aiutare a vedere il tuo corpo sotto una luce diversa lavorando sul mondo interiore.  Quando autostima e fiducia in se stessi prevalgono lavorare sull’immagine corporea è molto più semplice e se ci sono anche dei kg in più sarà sicuramente più facile eliminarli.

Mangiare in modo consapevole con le “mini meditazioni”

Diamo talmente scontato l’atto del mangiare che spesso non siamo neanche troppo consapevoli del dove siamo. Magari sappiamo dove siamo fisicamente, ma spesso la testa è altrove. Essere presenti al momento presente durante i pasti è importante per il corpo fisico come per la mente ed è un fatto importante di cui imparare ad essere più presenti.

La Mindful Eating propone quattro fondamenta del mangiare consapevole su cui vale la pena soffermarsi: la mindfulness della mente, del corpo, delle emozioni e dei pensieri.

Inizia con il farti le domande giuste e sarebbe utile trascrivere le risposte in un piccolo diario in modo da valutare i propri cambiamenti nel tempo. Riguardo la Mindfulness della mente pensa al tuo livello di consapevolezza nel momento presente e prendi nota del gusto, la consistenza, il profumo ed anche al suono che produce il cibo mentre mangi!

Quanto sei consapevole del tuo pasto? Che sia un pranzo o uno spuntino è importante rimanere ancorati al momento presente e capire come si mastica, se la testa è altrove e se si sta facendo qualcos’altro: frequentemente accade di mangiare davanti al pc, in macchina o davanti alla tv, argomento trattato la scorsa volta!

Sei attento ad ogni boccone? Ne assapori il gusto? O lo stai ingoiando e basta senza neanche masticarlo il tempo necessario affinchè diventi il classico “bolo” da far pervenire allo stomaco? Oppure tieni il cibo in bocca troppo tempo e lo mastichi in modo svogliato?

Con la Mindfulness del corpo l’attenzione passa alla testa al corpo.  Ascoltati. Mettiti in un atteggiamento di ascolto per scorgere i segnali che il tuo corpo ti manda. Non dare nessun segno per scontato. Fai attenzione ai segnali di sazietà e pienezza o li ignori? Se hai fame ascolta se ti senti debole, se lo stomaco brontola,  o se ti senti pieno e senti lo stomaco teso, la pancia gonfia. Cerca di comprendere i segnali che il tuo corpo ti invia per farti capire che ha fame o se è pieno. Chiediti se hai fame davvero, una fame del corpo, e se sei soddisfatto di quello che hai mangiato. Come si sente il tuo corpo adesso e prima di mangiare? Era veramente quello che volevi mangiare?

Molte volte non sei soddisfatto di quello che hai mangiato oppure sembra non bastarti anche se ti senti pieno; che cosa sta accadendo? Chieditelo con la Mindful delle emozioni.

Impara a riconoscere le emozioni che attraversano il tuo corpo prima, durante e dopo mangiato. Cosa ti porta ad iniziare a mangiare? Cosa a finirlo o interromperlo? Ansia, tenzioni, stress, fretta, bisogno di attenzione, di riconoscimento, la noia possono essere solo alcuni degli stimoli per iniziare o smettere di mangiare influenzando la scelta dei cibi e la quantità e spesso questo non va di pari passo con la fame del corpo!

Impara a chiederti: Sono annoiato? Eccitato, Felice? Imparare a riconoscere e gestire le emozioni nel modo corretto è importante quanto le scelte che si fanno a tavola.  

Infine affronta la Mindfulness dei pensieri. Anche in questo caso la prima fase è l’osservazione. Quanto sei abituato ad essere consapevole dei tuoi pensieri e quanto ne sei invece succube? Vieni invaso da pensieri riguardo al cibo del genere dovrei o non dovrei?  Pensi questo è un cibo cattivo per te? Oppure ti poni regole che poi infrangi? Cerca di comprendere fino a che punto i pensieri condizionano le tue scelte alimentari e se ti poni verso te stesso in maniera giudicante.

Se sei riuscito a soffermarti su ogni punto e lo farai nei pasti e nei giorni a venire potrai piano piano modificare il tuo atteggiamento verso il cibo affinchè possa prendere il valore corretto nella tua vita. Cosa significa?  Che sia giusto per gli aspetti nutrizionali e non un surrogato di altre mancanze. Abbi cura nel prepararti il cibo e dedicagli il tempo necessario, che per un pasto non deve mai essere inferiore  ai 20 minuti, siediti e gusta quel cibo. Fermati il boccone prima affinche tu possa essere soddisfatto senza necessariamente aver raggiunto il culmine!

Ancora sul sano egoismo

Oggi riflettevo sul sano egoismo: un argomento su cui mi imbatto spesso e del cui significato, risvolti pratici ed importanza disquisisco ogni giorno. Avete presente quando sull’aereo ti dicono che in caso di necessità bisogna indossare la propria mascherina dell’ossigeno prima di metterla ad un altro? Perché se poi stai male non sei di aiuto a nessuno

Ebbene proprio ieri spiegavo questa cosa ad una neo mamma “sull’orlo di una crisi di nervi” con questo esempio: Quando il tuo bambino piange, perchè ha fame e devi fare pipì cosa fai per prima cosa? L’ovvia risposta della mamma (e credo di molti di voi che state leggendo) sarebbe andare subito dal bambino.

La risposta è sbagliata.

Se vai dal bambino con del disagio il bambino lo avvertirà e quindi insieme al cibo gli darai anche quel disagio. Se sei stata in bagno e sei tranquilla potrai stare con tuo figlio dedicandogli in tempo di cui necessita per mangiare ed anche per sentire il tuo calore ed abbraccio. Molto diverso sarebbe se sei sulle spine, perchè ( ti scappa la pipì per intenderci) il bambino non sa perchè sei a disagio lo avverte e basta. Non conta l’importanza del disagio per il bambino è sempre una situazione spiacevole.

Quindi per tornare al sano egoismo cercate di ricordare questi esempi. Se siete stanchi o a disagio non siete di aiuto a nessuno quindi prendete i tempi necessari per stare bene ed avere l’energia e le capacità per dedicarvi davvero ad un altro!

Vi dedico anche questa fantastica poesia, un pò lunga e molto vera di un autore che vi sorprenderà “Charlie Chaplin” e vi invito a riflettere, ma anche mettere in pratica almeno alcune di queste frasi!

Quando ho cominciato ad amarmi

Quando ho cominciato ad amarmi davvero e ad amare, mi sono reso conto che il dolore e la sofferenza emotiva servivano a ricordarmi che stavo vivendo in contrasto con i miei valori. Oggi so che questa si chiama autenticità.

Quando ho cominciato ad amarmi davvero e ad amare, ho capito quanto fosse offensivo voler imporre a qualcun altro i miei desideri, pur sapendo che i tempi non erano maturi e la persona non era pronta, anche se quella persona ero io. Oggi so che questo si chiama rispetto.

Quando ho cominciato ad amarmi davvero e ad amare, ho smesso di desiderare una vita diversa e ho compreso che le sfide che stavo affrontando erano un invito a migliorarmi. Oggi so che questa si chiama maturità.

Quando ho cominciato ad amarmi davvero e ad amare, ho capito che in ogni circostanza ero al posto giusto e al momento giusto e che tutto ciò che mi accadeva aveva un preciso significato. Da allora ho imparato ad essere sereno. Oggi so che questa si chiama fiducia in sé stessi.

Quando ho cominciato ad amarmi davvero e ad amare, non ho più rinunciato al mio tempo libero e ho smesso di fantasticare troppo su grandiosi progetti futuri. Oggi faccio solo ciò che mi procura gioia e felicità, ciò che mi appassiona e mi rende allegro, e lo faccio a modo mio, rispettando i miei tempi. Oggi so che questa si chiama semplicità.

Quando ho cominciato ad amarmi davvero e ad amare, mi sono liberato di tutto ciò che metteva a rischio la mia salute: cibi, persone, oggetti, situazioni e qualsiasi cosa che mi trascinasse verso il basso allontanandomi da me stesso. All’inizio lo chiamavo “sano egoismo”, ma oggi so che questo si chiama amor proprio.

Quando ho cominciato ad amarmi davvero e ad amare, ho smesso di voler avere sempre ragione. E cosi facendo ho commesso meno errori. Oggi so che questa si chiama umiltà. Quando ho cominciato ad amarmi davvero e ad amare, mi sono rifiutato di continuare a vivere nel passato o di preoccuparmi del futuro. Oggi ho imparato a vivere nel momento presente, l’unico istante che davvero conta. Oggi so che questo si chiama benessere.

Quando ho cominciato ad amarmi davvero e ad amare, mi sono reso conto che il mio Pensiero può rendermi miserabile e malato. Ma quando ho imparato a farlo dialogare con il mio cuore, l’intelletto è diventato il mio migliore alleato. Oggi so che questa si chiama saggezza.

Non dobbiamo temere i contrasti, i conflitti e i problemi che abbiamo con noi stessi e con gli altri perché perfino le stelle, a volte, si scontrano fra loro dando origine a nuovi mondi. Oggi so che questa si chiama vita.

Segui le cinque “I”

Una piccola vocale, un po’ buffa con quel puntino in alto eppure molte parole davvero importanti cominciano proprio per “I”!

Ve ne voglio segnalare cinque:

IMPEGNO, IMPORTANZA, INTELLIGENZA, INTUITO, ISPIRAZIONE

Sembrano in apparenza parole che fra loro non hanno alcun legame eppure, sia che segui la sequenza (sono solo in ordine alfabetico per essere ordinate) sia che le analizzi singolarmente, tutte insieme rappresentano una grande risorsa e se impari a padroneggiarle sarai davvero una persona migliore.

Io voglio iniziare dall’ultima.

ISPIRAZIONE

Spesso chiedo ai miei pazienti di segnare su un foglio o un quadernino i nomi di cinque persone che sono state d’ispirazione nella loro vita. Non necessariamente devono essere persone reali, ma possono essere eroi o eroine di un libro, il/la protagonista di una serie televisiva o anche di un cartone animato. Ti invito a farlo. Vengono fuori cose interessanti. Per ogni personaggio dietro ci sono sogni, desideri o obiettivi da raggiungere. Dopo aver fatto l’elenco chiediti cosa ti piace di ogni personaggio e se quella qualità la hai o la devi potenziare e lavora per migliorarti. Ti piacerebbe essere d’ispirazione per qualcuno? Potrebbe essere tuo figlio, il tuo compagno di banco o di scrivania, persino il tuo vicino. Cerca di dare il meglio di te stesso e “ruba” idee dal personaggio che ti ha ispirato. Sii sempre vigile ed attivo e fai sì che le idee possano fluire. Facendo una passeggiata, vedendo una mostra o sfogliando un giornale possono venire idee insolite: lascia che si manifestino, fai scorrere la fantasia, sii aperto al cambiamento. Anche fare una strada diversa fa scoprire cose nuove e aprire la mente. Tutto il mondo può essere fonte d’ispirazione, ma bisogna osservare con gli occhi e con il cuore potenziando con la poesia, la pittura, ma anche cucinando o facendo giardinaggio. Impara a fare cose in modo diverso ed osserva i risultati.

C’è qualcosa che ti ispira in questo momento? Annotalo!

INTUITO

Possiamo anche chiamarlo sesto senso , ovvero la somma dei classici cinque per intenderci, che ci dà di una situazione una sensazione che non va mai sottovalutata! Possiamo anche chiamarla vocina interiore, perché può essere davvero importante come guida nelle nostre scelte. Qui la parte razionale va “silenziata” e va dato ascolto a quelle sensazioni a pelle che a volte sembrano non avere una ragion d’essere ed invece se le ignoriamo la ragion d’essere l’avevano eccome! Ad esempio ci sono situazioni in cui senti che quella cosa non è buona per te o può rappresentare una “fregatura” anche se sulla carta sembra non esserla, traduci a livello razionale, ma poi qualcosa nel profondo ti fa sentire che non va. Ascoltala, ascoltati. Impara a dire di no a quelle cose che senti non sono nelle tue corde. Siamo abituati, anzi ci insegnano da piccoli a fare scelte razionali, ma impariamo anche a farci aiutare dall’Intuito!

Naturalmente anche l’intuito va aiutato ed ecco un elenco di alcune cose che possiamo fare per “risvegliarlo”.

Impara ad annotare le sensazioni e cerca di capire quali segnali andavano o non andavano ignorati. Scegli d’impulso (senza pensarci!) cose come: un cibo da un menù, un ristorante, l’acquisto o indossare un abito e vedrai che quelle scelte dicono molto di te. Dai possibilità al corpo di indicarti la strada. Un modo per farlo è anche praticare meditazione o yoga che fermando il tempo nel qui ed ora e dando importanza all’ascolto del corpo e delle sensazioni sono un allenamento all’ascolto interiore e quindi potenziano l’intuito.

Quando hai dato ascolto al tuo intuito l’ultima volta?

INTELLIGENZA

Con questo temine voglio indicare l’intelligenza del cuore, un bene molto prezioso che spesso trascuriamo. Cosa intendo per intelligenza del cuore? Ad esempio saper leggere “tra le righe” dei comportamenti che osserviamo, ma significa anche essere comprensivi, empatici e disposti all’ascolto. Una persona che si sente compresa è motivata a dare il meglio si sé. Se si vive una situazione positiva riusciamo sia a trovare soluzioni sia ad affrontare meglio eventuali problemi. Per potenziare l’intelligenza del cuore dobbiamo per prima cosa evitare alcuni comportamenti come:

  • giudicare (se stessi e gli altri)
  • esercitare violenza su se stessi e tanto meno sugli altri (le forme di violenza possono essere davvero tante e sottili! fate attenzione!)
  • ignorare, lasciare nell’indifferenza qualcuno.

Cosa puoi fare per esprimere al meglio la tua intelligenza del cuore?

IMPORTANZA

Tutto è importante e tutto potrebbe non esserlo. Come facciamo a capire cosa è importante e cosa non lo è? Impariamo a fare una scala per facilitarci il compito: non molto importante, importante, indispensabile, essenziale. Non per tutti questo elenco sarà uguale, ma se metti il lavoro prima della cura di te stesso o dei tuoi figli forse dovresti rivedere le tue priorità. Spesso nel nome del lavoro si mette in secondo piano ciò che conta davvero! Naturalmente non mi riferisco a quando c’è necessità o che i beni materiali non siano importanti, ma se hai poco tempo a disposizione fai almeno che sia tempo di qualità da spendere con i tuoi cari. Per un figlio o un genitore anziano è più importante il tempo che gli dedicate invece che un regalo costoso! Ricordalo! Fai che il lavoro non sia la scusa per sottrarti ai tuoi doveri.

Fai un elenco delle cose per te poco importanti sino a quelle essenziali.

IMPEGNO

Una parola davvero importante. Sempre più dimenticata. Nella vita di tutti i giorni nessuno vuole impegnarsi. Spesso rimane in sospeso anche un invito per un caffè, perché sembra faticoso prendere un impegno. Un impegno implica prendersi le responsabilità delle proprie azioni e sempre meno persone vogliono farlo. Eppure è bello essere ricordati come persone attente, puntuali, che quando fanno una cosa non è necessario controllarla: insomma una certezza. Chi sa rispettare gli impegni è una certezza per gli altri e anche per se stesso. Oggi la maggior parte delle persone, e tristemente sempre più giovani, cercano le strade più semplici, quelle che implicano meno impegno e responsabilità, ma la qualità non sarà la stessa della persona e delle azioni correlate. Portare a temine un impegno preso è anche fonte di soddisfazione, gratificazione con conseguente aumento dell’autostima. Se si cerca la via più breve, dal voto scolastico a un incontro di lavoro, il risultato sarà sempre deludente e ci darà l’impressione di non valere poi molto. O peggio ci sono persone che sono invidiose dei risultati altrui senza rendersi conto che impegno significa spesso sacrificio.

Fai un elenco delle cose che farebbero bene alla tua autostima, che richiedono un impegno. Fai il buon proposito di sceglierne almeno tre e prenditi l’impegno di portarle a termine.

Dieta del gelato: aspetti psico-nutrizionali

Come ogni estate ecco spuntare dal web le diete più fantasiose per perdere peso. Quest’anno l’alimento “focus” è il gelato. Con la moltitudine di estimatori non è difficile capire perché ha preso piede, ma questa volta ha anche un valido “padrino”. Il Prof. Pietro Migliaccio famoso nutrizionista ed attuale Presidente della Società Italiana di Alimentazione, con la sua esperienza propone una dieta divertente ed utile, basta seguire le indicazioni!

Innanzitutto non è che con questa dieta si mangi solo gelato! Si tratta comunque di una dieta equilibrata, anche se ipocalorica , e propone la sostituzione di un pasto e di uno spuntino con un gelato.

Vediamo come funziona dal punto di vista psicologico e nutrizionale!

Nelle comuni diete si raccomanda sempre la sostituzione di un pasto ogni tanto con un gelato poiché permette di affrontare al meglio il concetto di costrizione. Porta a pensieri positivi sapere che potremo concederci una coccola deliziosa tra una rinuncia e l’altra e fa sentire più attivi e motivati.

Lo zucchero ci rende felici e attivi e se lo zucchero è semplice è anche di facile utilizzo da parte del corpo e non viene messo in deposito!

Il gelato è comunque un alimento sano fatto con latte, uova, zucchero, frutta, cioccolato, caffè… I gelati alla frutta sono meno calorici, molto idratanti, ricchi di minerali e vitamine, quelli alle creme pur essendo un po’ più calorici sono più ricchi di proteine e grassi. L’aggiunta del cono o delle cialde lo rende un alimento completo e vario.

Come inserire il gelato nella dieta?

Naturalmente non va aggiunto a fine pasto, ma al posto del pasto!

Un piccolo cono alla frutta può sostituire degnamente lo spuntino di metà mattina o metà pomeriggio sia che siate in città che sotto l’ombrellone. (CIRCA 100/150 Kcl)

Un cono più grande (circa 200 gr) con creme e frutta può sostituire uno dei due pasti principali e apporterà 350/400 kcl

Se volete un pasto ancora più gustoso utilizzate gelato alla frutta accompagnato da una bella macedonia di frutta fresca di stagione.

Uno dei due pasti principali deve comunque sempre essere equilibrato con presenza di proteine nobili e verdure.

Si possono perdere anche 3 kg poiché la maggiore idratazione porta a perdere i liquidi in eccesso con una fantastica sensazione di gambe leggere e sgonfie, ma non va protratta per oltre una settimana!

Stiamo davvero correndo contro il tempo?

Anche luglio sta finendo : sembra davvero che il tempo abbia preso la rincorsa e noi a fatica riusciamo a stargli dietro! Sento molte persone che, prese da varie attività, non sto a sindacare se importanti o meno, riescono sempre meno a far fronte agli impegni e a ritagliarsi tempo per loro.

Mi è venuto tra le mani questo articolo pubblicato su una nota rivista che ritengo molto attuale a cui ho collaborato qualche tempo fa e mi fa piacere riproporvelo. Lo propongo in primis anche a me che arrivata a fine luglio non sono riuscita ancora ad andare un giorno al mare segno che anche per me è valida la lezione!

P.S. Il mio è il “commento dell’esperto” che trovate in grassetto. Buona lettura!

Tieni il tempo

Il villaggio norvegese di Sommarøy vuole abolire l’orologio. Ma davvero se ne può fare a meno? Certamente no. Però, si può riscoprire il valore del tempo. Ecco come.

INTRODUZIONE

C’è stato un tempo in cui l’orologio non esisteva, la vita veniva scandita dalla natura e si andava avanti lo stesso. Oggi, invece, le nostre giornate sono continuamente scandite dagli orari. Non staremo esagerando? Se lo sono chiesto gli abitanti del villaggio norvegese di Sommarøy, che hanno firmato una petizione per trasformare il loro paese nella prima “time-free zone” del mondo, il primo posto senza l’ora. Ma davvero si può abolire l’uso dell’orologio? A nostro avviso, no. Però, se ne può riscoprire il valore.

L’isola senza tempo

Sommarøy è un villaggio di pescatori nel nord della Norvegia, in un isolotto verdeggiante. I suoi 300 abitanti hanno firmato all’unanimità una petizione per diventare la prima “time-free zone” del mondo, l’unico luogo in cui le cadenze fissate dall’orologio non avrebbero più valore legale. Massima flessibilità, quindi negli orari di lavoro, nelle aperture dei negozi e delle scuole. In realtà si tratterebbe solo di formalizzare un’usanza che dura da sempre. I residenti trascorrono in estate oltre due mesi di luce piena per ventiquattr’ore al giorno, ed altrettanti lunghi inverni con il buio perenne. Nei due mesi di sole senza tramonti, può capitare di vedere persone in piena notte cenare in giardino o lavorare in ufficio.

Una trovata di marketing turistico?

Dietro l’iniziativa di Sommarøy potrebbe esserci anche una furba strategia pubblicitaria, tanto che è sostenuta dall’ente del turismo norvegese, Visit Norway. A Sommarøy il turismo è una voce importante grazie alla presenza di alcuni b&b, piccoli hotel, taverne, caffetterie e locali caratteristici. Trasformare quest’isola in un luogo dove il tempo non esiste, ne accrescerebbe il fascino, la farebbe diventare una meta ideale per una “vacanza slow”.

* Nell’attesa del via libera da parte del governo nazionale, le due regioni del nord norvegese, Finnmark e Nordland, hanno espresso la volontà di aderire al progetto.

Vivere senza orologio si può?

Alla domanda se si possa esportare l’idea di Sommarøy, la risposta certamente è “no”. Pensate soltanto agli orari dei mezzi di trasporto. Treni ed aerei partirebbero a discrezione dei capotreni e dei piloti? Sarebbe un mondo impossibile, disorganizzato, senza certezze. Ma pur mantenendo una pianificazione degli orari pubblici, si può cambiare l’approccio personale verso l’orologio, di cui siamo diventati schiavi anche nelle piccole cose senza una reale necessità.

Cosa accadrebbe nella nostra vita se decidessimo di ignorare l’orologio assecondando di più i propri ritmi? Chi si è preso il lusso di farlo per qualche giorno, sostiene che ciò lo ha reso meno stressato e ha pure imparato a leggere il movimento del sole, adattandosi di conseguenza. Ma soprattutto ha capito quanto si discostano le proprie abitudini rispetto al proprio ritmo biologico e alla propria reale volontà.

* Il tempo rappresenta la cornice nella quale si struttura la nostra esistenza. Lamentarsene, denuncia un rapporto poco armonico con la vita stessa.

Rivalutare il valore del tempo

Siamo così impegnati a lavorare, produrre, consumare, pianificare, che le giornate ci scivolano via una dopo l’altra, senza accorgercene. Continuiamo ad accumulare per il futuro e non ci godiamo nulla di quello che abbiamo adesso. Ci priviamo del piacere di “spendere il tempo” per coltivare sentimenti veri: occasioni per stare con chi amiamo, momenti da dedicare a noi stessi e agli altri. E quando ci accorgeremo di aver buttato via il tempo a nostra disposizione, non ci sarà modo di rimediare, perché nessuna somma di denaro potrà restituircelo.

* Il tempo è come una banca che ogni mattina ti accredita la somma di 1.440 minuti e 86.400 secondi sul tuo conto. E ogni notte cancella qualsiasi saldo non usato durante il giorno.

Scegli un lavoro che ti gratifichi e valorizzi il tuo tempo

Milioni di persone, quando sono al lavoro, dicono: «Spero che oggi il tempo passi in fretta». È un paradosso dei nostri tempi. Come si può sperare che il bene più prezioso, impossibile da acquistare, finisca velocemente? Eppure, quando si è annebbiati dall’idea di guadagnare soldi, anche questo pensiero sembra sensato. Purtroppo non lo è. Dovremmo scegliere un lavoro che ci piaccia, ci gratifichi e valorizzi il tempo che abbiamo a disposizione. Il vero scopo della vita non può essere il semplice arricchimento monetario.

Il commento dell’esperto: Sprono ogni giorno i giovani ad impegnarsi verso i loro obiettivi. Non la ricerca di un lavoro qualsiasi, ma del lavoro dei loro sogni. Non sempre è possibile, ma almeno da giovani è necessario provare ad inseguire i propri sogni con coraggio e determinazione. Niente si ottiene senza sacrificio allora perché non provare per qualcosa che darà maggior senso alla vita? Non arrendersi ed almeno provarsi è un privilegio ed anche un dovere verso se stessi per non avere da adulti l’amarezza ed il rimpianto di non aver almeno tentato. Il lavoro non è solo gratificazione economica, ma anche individualità e soddisfazione. Un lavoro che impiega in media un terzo della nostra esistenza non può essere svolto malamente con insofferenza. Quel terzo della nostra vita va vissuto al meglio che la vita ci ha offerto e che abbiamo avuto il coraggio di raggiungere.

Rafforza i legami con le persone che ti sono care

Giocare con i propri figli. Cucinare insieme al proprio compagno o compagna. Passeggiare con un amico o un’amica. Questi sono alcuni esempi di gestione del tempo virtuosa. Si tratta semplicemente di impiegare le giornate per rafforzare i legami con le persone con cui ci piace stare. Se mettiamo al primo posto i rapporti con chi amiamo, saremo sereni e felici, e un giorno, voltandoci a guardare il passato, forse diremo di aver usato bene il nostro tempo, di aver trascorso momenti meravigliosi, di essere stati genitori presenti, amici sinceri, figli amorevoli e amanti passionali.

Il commento dell’esperto : quante volte rimandiamo una telefonata, un messaggio con la scusa del tempo. Quante volte ci passa di mente di chiamare quell’amica e poi non lo facciamo. Eppure i momenti con i nostri cari e gli amici sono quelli che dilatano il tempo in un tempo di qualità. “Tanto sa che la amo, tanto sa che la penso, tanto sa che ci tengo…” sono solo parole. Bisogna saper dire quelle parole, parlare ed ascoltare. Ogni azione non eseguita è un’azione non ricevuta anche se con le migliori intenzioni non sarà mai ricordata non avrà mai un vero significato condiviso. L’unico tempo che va vissuto è quello con le persone che danno significato alla nostra esistenza bisogna smetterla con la scusa del tempo, quando una cosa la si desidera davvero si realizza non si rimpiange.

Ritaglia tempo per te stesso

È fondamentale dedicare un poì di tempo al giorno a sé stessi. Anche solo per pensare e fantasticare. Perché di tempo ne abbiamo poco, ma spesso lo usiamo male, lo buttiamo via a guardare le bacheche di Facebook mezz’ora al giorno. Con un po’ di sano egoismo, ritagliamoci un’ora “sacra” da indirizzare al nostro benessere personale. Bastano 60 minuti al giorno per sentirsi meglio, riempendoli con attività rilassanti: leggere un libro, meditare, dipingere, scrivere o camminare per strada liberando la mente.

Il commento dell’esperto. ….Il “Sano Egoismo” è un po’ il mio cavallo di battaglia. Tutti abbiamo bisogno di  tempi di recupero; per qualcuno può essere riposare, per altri leggere un libro, per altri ancora dedicarsi ad un’attività creativa. Per molte donne e specialmente le mamme trovare quel po’ di tempo da dedicare a se stesse  diventa spesso difficile. Ritagliarsi un’ora per andare dal parrucchiere,  fare shopping o anche solo per vedere la televisione sembra togliere tempo e attenzione alla famiglia ed è vissuto sempre con senso di colpa. Qui deve entrare in gioco il sano egoismo che spesso si deve tradurre in tanti NO . A furia di dire SI ci si trova al collasso, oberati di lavoro insoddisfatti e stanchi. Il rischio di sbagliare aumenta e quello di dire cose inopportune fino a fare tremende sfuriate pure. Per non passare da “matti” bisognerebbe imparare a dire NO prima.  Una mamma che sa prendersi qualche soddisfazione è una mamma serena e ancora più disponibile verso marito e figli e non il contrario come spesso si crede. Prendere tempo per sé è una sorta di elisir , se non di lunga vita almeno di serenità!

Usa il tuo tempo per aiutare gli altri

Fare volontariato, aiutare gli altri, è un atto di grande generosità e un’esperienza bellissima. In cambio della solidarietà ricevi tanto in termini di soddisfazione personale. Entrare in contatto con persone diverse e culture differenti impreziosisce e ridisegna la tua realtà, riordina il valore che dai alle cose, apre nuovi orizzonti nella tua mentalità. Il volontariato ti mette di fronte a te stesso, ti aiuta a capire chi sei, cosa vuoi e di cosa sei capace. Guadagnerai sicurezza e fiducia in te stesso. Quindi, vivrai più sano e felice.

Il commento dell’esperto: Nella mia esperienza clinica le persone che si dedicano al volontariato oltre a fare del bene a gli altri ne fanno a se stesse. Ho potuto appurare che uomini e donne insoddisfatti della loro vita o disorganizzati hanno trovato nel volontariato tanti stimoli per riamare la vita contagiando anche gli altri. Giovani o meno giovani nel fare volontariato hanno trovato uno scopo. Sapere di avere un’appuntamento settimanale,per distribuire vestiti puttosto che pasti caldi o portare a spasso animaletti senza famiglia rappresenta per molte persone un modo per vivere il tempo al meglio e con valore. Fa ritrovare fiducia in se stessi , si impara la cooperazione, si apprende a rispettare gli impegni e a non…perdere tempo!

Alcuni suggerimenti di comportamento

Dai più importanza al tempo e meno al denaro

Fin da bambini riceviamo un’educazione improntata al consumo e ci convincono che il bene più prezioso sia il denaro. Iniziamo a giudicare gli altri anche in base a questo parametro: più ne hai, più vali. E non ci rendiamo conto che invece il bene più importante è il tempo. Il tempo di esplorare il mondo, conoscere, sapere, capire. I soldi si possono accumulare, ma mentre inseguiamo il denaro con sacrifici e rinunce, il tempo passa inesorabile. E il denaro accumulato non è in grado di comprare il tempo perso ad essere insoddisfatti.

Evita una vita frettolosa

C’è chi sceglie una vita frenetica. Questo approccio alla quotidianità conduce spesso a frustrazione, nervosismo ed irritabilità, senso di vuoto o ansia quando si ha del tempo libero, oltre a sintomi somatici come mal di testa, cali di pressioni e disturbi del sonno. Gestire la risorsa tempo il più serenamente possibile, aiuta a ritrovare equilibrio. Di fronte all’ansiosa corsa all’occupazione del tempo, la soluzione è quella di rallentare, prendersi delle vere pause.

Impara a rispettare il tempo degli altri

Evita le chiacchiere e le discussioni inutili. Rispetta il tuo tempo, ma anche quello degli altri. C’è chi dice “hai un minuto?” e ti porta via un’ora per una cosa futile. E c’è chi, al contrario, capisce che il tempo degli altri è prezioso e non lo spreca. Una delle cose più belle che si possa dire a qualcuno è: “Grazie del tuo tempo”. Perché se una persona ha scelto di dedicartene un po’, significa tanto. E ciò le va riconosciuto.

Non perdere troppo tempo con videogame, social e tv

Evita di passare molto tempo con videogiochi, chat e social. Devi usare bene la tecnologia, senza “farti usare”. Allo stesso modo, evita di trascorrere molte ore al giorno davanti al televisore, a vedere programmi che non insegnano nulla.

Impara a dire di no

Quante delle attività quotidiane sono davvero importanti? Quante avranno un impatto sulla nostra vita, da qui ad un anno? Fatti spesso questa domanda. Elimina le cose inutili. E non sentirti in dovere di fare ciò che non vuoi fare. Non sei obbligato ad accettare qualunque cosa. Impara a dire di no, senza sentirti in colpa o doverti giustificare.

BOX VARI

Le unità temporali in realtà non esistono. Sono una convenzione

Anni, mesi, settimane, giorni, ore, minuti, secondi… In realtà, tutto ciò in natura non esiste. È soltanto una convenzione dell’essere umano. Ne avevamo bisogno per organizzare le nostre vite. Tutti abbiamo imparato fin da piccoli a suddividere la nostra esistenza in unità temporali, in parte basate sul ritmo circadiano, ovvero il naturale corso biologico del nostro corpo durante la giornata, ma molte imposte dalla società. Quante volte abbiamo avuto fame o voglia di dormire nel “momento sbagliato”? in realtà non c’è un momento sbagliato. Dovremmo imparare a rispettare di più i nostri stimoli e dare meno importanza alle convenzioni sociali.

Amondawa, la tribù dell’Amazzonia che vive senza tempo

Gli Amondawa, una comunità che vive in una remota foresta brasiliana dell’Amazzonia, non conosce la parola tempo. Non hanno orologi, agende, sveglie, calendari.La loro giornata è scandita dalla posizione del Sole nel cielo. E i periodi di tempo più lunghi sono indicati come suddivisioni delle stagioni secche e piovose. Invitati a tradurre la parola tempo, gli Amondawa rispondono kuara, Sole.

Storia della misurazione del tempo. Dalla meridiana all’orologio

L’esigenza di misurare lo scorrere del tempo era sentita fin dall’antichità. Il primo strumento fu la meridiana, utilizzata in Cina fin dal III millennio a.C. Il suo svantaggio era quello di non funzionare di notte o nelle giornate nuvolose. L’ora era la dodicesima parte del ciclo diurno, dall’alba al tramonto, perciò era più lunga d’estate e più corta d’inverno. Per misurare meglio il tempo nell’arco dell’intera giornata furono inventate le prime clessidre, utilizzate in Egitto fin dal XV secolo a.C.. Solo in pieno Medioevo, nel 1200 furono inventati i primi orologi meccanici. E nel XVIII secolo vennero realizzati i primi orologi a molle, precisi ed affidabili.

* Il termine giapponese nankurunaisa significa “Con il tempo si sistema tutto”.

* Gandhi disse: «Voi occidentali avete l’ora. Ma non avete mai tempo».

* Puoi perdere soldi e poi rifarti. Ma ogni minuto che perdi è irrecuperabile.

* I fisici dicono che il tempo non trascorre. Il tempo, semplicemente, “è”.

Quaderno di crescita personale 6/fiducia

Prima di augurarvi buon week end vorrei lasciarvi una pillola di saggezza da mettere in pratica proprio cominciando in questi giorni in cui mi auguro possiate godere di un pò di relax. Volevo ricordare che, per affrontare la vita di tutti i giorni e le relative insidie che possiamo incontrare, dobbiamo avere a disposizione un “mondo interno positivo”. Non è certo una cosa scontata, ma è molto importante capire come parliamo a noi stessi. Un pò di fiducia nelle nostre capacità dobbiamo pur averla da qualche parte e quindi quando ci rivolgiamo a noi stessi impariamo a farlo in modo positivo, poichè le parole condizionano i pensieri ed i pensieri condizionano il modo in cui ci vede la mente!

L’esercizio di oggi è molto semplice e consiste nell’imparare a parlare con noi stessi in modo positivo che ne dite di creare un mantra tutto vostro per aumentare la fiducia ? deve essere una frase corta e che suoni bene. Scrivetela 10, 20 volte sul vostro diario fino a quando non diventa familiare. Infine chiudete gli occhi e ripetete questa piccola frase ad alta voce ed infine a mente con gli occhi chiusi e facendo respiri profondi! Devete assorbirne tutto il significato!

Questo mantra va ripetuto nei momenti in cui state bene per assorbirne tutti gli effetti positivi e sarà così molto semplice evocarla quando arrivano nubi all’orizzonte e vi sentite spaventati, irritati o ansiosi!

Fatemi sapere nei commenti come va!