All’azione con la filosofia Mottainai

Vi invito a unirvi alla «filosofia» mottainai! È un concetto giapponese che si riferisce alla pena e alla tristezza che proviamo quando perdiamo una risorsa (materiale o meno) di grande valore, come un insegnamento, il tempo, un’esperienza, un sogno, un’emozione, un’idea o anche un pensiero. D’altro canto, ha anche un’accezione positiva, poiché indica il desiderio di godere, di vivere una seconda vita e di non disperdere ciò che è prezioso. Forse si tratta solo di una mia interpretazione, ma mi sembra un insegnamento di fondamentale importanza. Quando vi accorgete che state perdendo qualcosa, potete cercare di trattenerlo o, almeno, trattenere una traccia di ciò che se ne va sotto forma di preziosissima esperienza.

Ora sapete cosa significa il termine «mottainai», ma sarà l’applicazione di questa conoscenza ad aiutarvi. Spesso accumuliamo dati, leggiamo e ci documentiamo, ma non passiamo all’azione, come se avere una nuova opportunità quasi ci spaventasse. Quanto ci sbagliamo!

Avete tutto il diritto a ricominciare, e stavolta non partirete da zero, ma dalla saggezza accumulata con l’ esperienza. La vita è una successione di cadute e di ritorni in pista. Non importa quante volte cadrete, perché vi rialzerete ogni volta…

Tratto dal libro Kintsukuroi di cui vi parlerò il prossimo venerdì: rimanete sintonizzati!

Mottainai ed il pianeta….

“Mottainai” è una parola giapponese che esprime un sentimento di rammarico o pentimento per lo spreco. È usata per trasmettere l’idea che qualcosa sia troppo prezioso per essere sprecato. La filosofia dietro al termine Mottainai enfatizza l’importanza di utilizzare le risorse in modo efficiente e sostenibile, evitando lo spreco e valorizzando ciò che già abbiamo.

Questa filosofia è radicata nella cultura giapponese e ha implicazioni non solo ambientali, ma anche sociali ed economiche. Promuove l’idea di rispetto per le risorse naturali, incoraggia il riutilizzo e il riciclo e sottolinea l’importanza di prendersi cura dell’ambiente per le generazioni future.

Nel mondo contemporaneo, dove il consumo e lo spreco eccessivi sono problemi globali, la filosofia Mottainai offre una prospettiva preziosa su come possiamo vivere in modo più sostenibile e consapevole.

Adolescenti: comprenderli per guidarli

Da qualche mese presto la mia opera all’interno di un grande liceo. Dopo tanti anni sono tornata, con un progetto europeo di mentoring, all’interno della scuola. Il primo giorno sono tornata a casa distrutta. Malgrado i miei mille e mille argomenti attirare l’attenzione dei giovani era stata impresa ardua. Sono tornata il giorno dopo e quello dopo ancora. Anche da quelle classi in cui il mio lavoro sembrava non aver avuto alcun impatto sono venuti a chiedermi aiuto. Oggi mi salutano nei corridoi. Sono il loro consigliere non giudicante, la persona di fiducia, ma alla mano, che mette a proprio agio, ma che si rispetta.

Come nella famosa parabola ho lanciato tanti semini. Alcuni sono finiti nell’asfalto, ma molti altri sono nuove piantine. Mi piace pensarmi così: qualcuno che con fiducia è rimasto disponibile con correttezza ed in paziente attesa e inizio a vedere i primi risultati.

L’adolescenza è un periodo difficile, ci siamo passati tutti, bene o male, ma sembra che poi crescendo dimentichiamo quei momenti di vuoto, di solitudine, di inadeguatezza, di bisogno di libertà, ma anche di regole, di esempi e non solo di parole.

Credo che prima di poter guidare un giovane bisognerebbe far pace con la propria adolescenza e fare di quei ricordi un materiale prezioso. Cercherò di elencare alcuni dei punti difficili per gli adolescenti in modo che possiate comprenderli prima ancora di aiutarli.

In questo mondo sempre più veloce ad opera della tecnologia non dimentichiamo che a livello evolutivo siamo esattamente come 100 anni fa e quindi ricordare e comprendere le sfide psicologiche dell’adolescenza è fondamentale per aiutarli ad attraversare questo periodo delicato.

Non dimentichiamo che gli adolescenti sperimentano significativi cambiamenti fisici e ormonali, che possono influenzare il loro stato d’animo, il corpo e la percezione di sé stessi.

Durante l’adolescenza, si sviluppa e si forma l’identità personale. Gli adolescenti possono lottare per comprendere chi sono e quale sia il loro posto nel mondo, con conseguenti sfide legate all’autostima.

Il gruppo di pari diventa significativo,  e gli adolescenti possono affrontare difficoltà nel navigare le dinamiche sociali, sviluppare amicizie, e gestire le relazioni romantiche.

Non va meglio con la ricerca dell’Indipendenza.  Gli adolescenti iniziano a cercare autonomia e indipendenza, il che può portare a conflitti con i genitori mentre cercano di stabilire la propria identità e gestire responsabilità crescenti.

Il periodo adolescenziale è spesso caratterizzato da emozioni intense e fluttuanti. Gli adolescenti possono sperimentare ansia, depressione e confusione emotiva mentre cercano di capire il loro ruolo nel mondo. Viene riconosciuta una sorta di depressione dell’adolescente abbastanza nella norma e frequente.

Un nuovo problema da affrontare è quello che riguarda il rapporto con i social. Sebbene la maggior parte degli adolescenti sia un fruitore passivo (guardano la vita altrui, non si espongono, non pubblicano, né commentano) instaurano una sempre più crescente dipendenza dalla tecnologia. L’uso e abuso intensivo dei social media può influenzare la percezione del mondo degli adolescenti, contribuendo a problemi come la dipendenza, il cyberbullismo e la pressione sociale online. Io ho notato anche una cosa abbastanza inquietante non sanno riconoscere e denominare le proprie emozioni. Vivono le “emozioni” altrui nei social, ma non le riconoscono per loro stessi. Queste difficoltà non sono comprese all’interno della famiglia che tende a sminuire o svalorizzare alcune percezioni o sono causa di conflitto spesso acceso.

È importante notare che l’esperienza dell’adolescenza può variare notevolmente da persona a persona. Molti adolescenti affrontano queste sfide con successo, mentre altri possono richiedere un sostegno più specifico da parte dei genitori, degli educatori o di professionisti della salute mentale. Ascoltiamoli senza giudicarli se vogliamo essere di aiuto.

Alla ricerca della felicità: esplorando i suoi misteri ed i suoi segreti

La felicità è stata oggetto di ricerca, dibattito e desiderio umano fin dall’alba della civiltà. È una delle esperienze più universalmente ambite e allo stesso tempo più sfuggenti. Ma cos’è esattamente la felicità? Come possiamo definirla? E, ancora più importante, come possiamo raggiungerla?

La felicità può essere vista come uno stato di benessere soggettivo, caratterizzato da emozioni positive come la gioia, la soddisfazione e il senso di realizzazione. È più di un semplice momento di piacere; è una condizione sostenibile di contentezza e serenità nella vita quotidiana.

Ma trovare la felicità non è sempre facile. La nostra ricerca di felicità è spesso ostacolata da fattori interni ed esterni. Alcuni di questi possono essere affrontati e superati con sforzo e determinazione, mentre altri possono richiedere un cambiamento più profondo nella nostra prospettiva e nel nostro stile di vita.

Uno dei principali ostacoli alla felicità è la nostra stessa mente. Spesso ci troviamo intrappolati in schemi di pensiero negativi, auto-critica e auto-dubbio che ci impediscono di apprezzare pienamente la gioia che la vita ha da offrire. Superare queste tendenze richiede pratica e consapevolezza. Imparare a riconoscere i nostri pensieri distruttivi e sostituirli con pensieri positivi e compassionevoli è un passo cruciale verso la felicità duratura.

Inoltre, la nostra società moderna spesso ci spinge verso un modello di successo basato sull’accumulo di ricchezza, potere e status. Tuttavia, molte ricerche dimostrano che queste cose hanno una correlazione limitata con la felicità. Piuttosto, è la qualità delle nostre relazioni, il senso di scopo e significato nella vita, e la nostra capacità di vivere nel momento presente che sono i veri precursori della felicità.

La pratica della gratitudine è un modo potente per coltivare la felicità. Prendersi il tempo ogni giorno per riflettere su ciò per cui si è grati può cambiare radicalmente la nostra prospettiva e aumentare il nostro benessere emotivo. Dedicare del tempo alle attività che ci appassionano e ci riempiono di gioia, così come coltivare relazioni autentiche e significative con gli altri, può portare a una felicità più profonda e duratura.

È importante ricordare che la felicità non è un obiettivo finale da raggiungere, ma piuttosto un viaggio continuo. È normale sperimentare alti e bassi lungo il percorso, e non c’è una formula universale per la felicità che funzioni per tutti. Ognuno di noi deve trovare il proprio percorso verso la felicità, facendo esperimenti, imparando dagli errori e adattandosi lungo il cammino.

Concludendo la felicità è un obiettivo degno di perseguire, ma non dovremmo mai perderci nella ricerca di essa. È nell’accettare e apprezzare la nostra esperienza attuale, nella pratica della gratitudine e nell’investire nelle nostre relazioni che possiamo sperare di trovare la felicità autentica e duratura che tanto desideriamo.

L’importanza delle emozioni nella vita quotidiana

In questi giorni sto prestando la mia professionalità all’interno di alcune scuole con attività di mentoring. Per chi non sapesse di cosa si tratta ecco una breve descrizione:

Il mentoring è un processo di supporto e guida in cui una persona più esperta e più anziana (il mentore) offre la propria esperienza, conoscenza e consigli a una persona meno esperta o più giovane (allievo) per aiutarla a sviluppare le proprie competenze, raggiungere obiettivi personali o professionali, e crescere sia a livello professionale che personale. Il mentore fornisce orientamento, consigli, feedback e sostegno, aiutandolo a sviluppare capacità, acquisire nuove conoscenze e affrontare sfide.

Durante questi incontri mi sono resa conto di quanto sia difficile per i giovani descrivere le loro emozioni. Già il fatto di elencarle li mette in difficoltà. A fatica ne tiriamo fuori da 4 a 6! Pensare che c’è un libro “Atlante delle emozioni umane” di Tiffany Watt Smith in cui se ne elencano oltre 150! Da qui l’idea di prendere in considerazione l’argomento, naturalmente è dedicato ai giovani e non!

Si ha sempre un po’ paura delle emozioni, perché non se ne comprendono a pieno i significati e l’utilità. Ci sono emozioni a cui tendiamo a dare una visione negativa e quindi evitiamo di soffermarci, ma in realtà molte volte hanno lo scopo di proteggerci (rabbia, disgusto, ansia tanto per elencarne alcune).

Nella frenetica corsa della vita moderna, spesso le emozioni vengono trascurate o addirittura represse. Comprendere e accettare le emozioni è fondamentale per condurre una vita soddisfacente e appagante. Le emozioni sono parte integrante dell’esperienza umana, e ignorarle può portare a conseguenze negative sia per la salute mentale che per il benessere complessivo.

  • Le emozioni:
    sono segnali importanti che il nostro corpo e la nostra mente ci inviano riguardo a ciò che stiamo vivendo. Sono un sistema di segnalazione che ci aiuta a comprendere le situazioni e ad adattarci ad esse. Ad esempio, la paura ci avvisa di un pericolo imminente, mentre la gioia ci indica che stiamo vivendo un momento piacevole. Ignorare queste emozioni può portare a decisioni sbagliate o comportamenti dannosi.
  • giocano un ruolo fondamentale nelle relazioni interpersonali. Esprimere le nostre emozioni in modo sano e costruttivo ci consente di stabilire connessioni più profonde con gli altri e di sviluppare relazioni più solide e appaganti. D’altra parte, reprimere le emozioni o comunicarle in modo inadeguato può causare fraintendimenti, conflitti e distanza emotiva.
  • influenzano direttamente la nostra salute mentale e fisica. La ricerca ha dimostrato che lo stress cronico causato dalla repressione delle emozioni può portare a una serie di problemi di salute, tra cui ansia, depressione, disturbi del sonno e persino disturbi cardiaci. Accettare e gestire le proprie emozioni in modo sano può contribuire notevolmente al benessere generale.

Riconoscere le Emozioni: un Viaggio nell’Intelligenza Emotiva

Le emozioni sono una parte essenziale dell’esperienza umana. Ci guidano, influenzano le nostre decisioni e ci permettono di connetterci con gli altri in modi profondi. Abbiamo compreso che riconoscerle può essere un compito complesso. Spesso ci troviamo a fronteggiare un groviglio di sentimenti senza riuscire a districarli. Ecco perché comprendere e riconoscere le nostre emozioni è fondamentale per la nostra salute mentale e relazionale.

Chiariamo innanzitutto che cosa è l’ intelligenza Emotiva

Il termina intelligenza emotiva, è stato coniato dallo psicologo Daniel Goleman, si riferisce alla capacità di comprendere, gestire ed esprimere le proprie emozioni, nonché di interpretare e rispondere alle emozioni degli altri. È una competenza chiave che contribuisce al successo personale e interpersonale.

Qualche esempio pratico per venire a contatto con le proprie emozioni:

  • Mettiti in Ascolto: Prenditi del tempo per riflettere sulle tue esperienze emotive. Sintonizzati con ciò che stai provando senza giudizio. Chiediti: “Che emozione sto sperimentando in questo momento?”
  • Riconosci i Segnali Fisici: Le emozioni spesso si manifestano attraverso sensazioni fisiche. Ad esempio, l’ansia può manifestarsi con il battito accelerato del cuore o una sensazione di oppressione al petto. Diventa consapevole di queste sensazioni e impara a collegarle alle tue emozioni.
  • Osserva i Pensieri e i Comportamenti: Le emozioni influenzano i nostri pensieri e comportamenti. Se ti senti irritato, potresti notare pensieri negativi o una maggiore propensione a reagire in modo brusco. Osserva queste reazioni e chiediti quale emozione potrebbe esserne la causa.
  • Esplora le Radici delle Emozioni: Le emozioni non sorgono dal nulla; sono spesso il risultato di pensieri, esperienze passate o situazioni attuali. Rifletti su ciò che potrebbe aver scatenato un’emozione specifica e approfondisci per capire meglio le tue reazioni emotive.
  • Usa il Linguaggio Emotivo: Impara a esprimere le tue emozioni attraverso il linguaggio. Piuttosto che dire semplicemente di essere “arrabbiato”, potresti descrivere la tua emozione come “frustrazione” o “delusione”. Questo ti aiuta a chiarire e comprendere meglio ciò che stai provando.

Riconoscere le proprie emozioni porta numerosi vantaggi:

Migliore Autocomprensione: Essere consapevoli delle proprie emozioni aiuta a comprendere meglio se stessi, i propri bisogni e desideri.

Migliori Relazioni: Quando siamo in grado di riconoscere ed esprimere le nostre emozioni in modo sano, siamo più capaci di comunicare efficacemente con gli altri e di costruire relazioni più profonde e significative.

Gestione dello Stress: L’essere consapevoli delle proprie emozioni consente di gestire meglio lo stress e le situazioni difficili, riducendo l’impatto negativo sul benessere mentale.

Concludendo:

Riconoscere le emozioni è un processo che richiede pratica e consapevolezza. Investire tempo ed energia nello sviluppo di questa competenza è fondamentale per la nostra crescita personale e il nostro benessere emotivo. Con il tempo, diventeremo più abili nel comprendere e gestire le nostre emozioni, migliorando così la nostra qualità di vita complessiva.

Fammi sapere nei commenti se i miei consigli ti sono stati utili e nelle prossime settimane analizzeremo le principali emozioni.

The journal: autostima 2

I pensieri sono solo pensieri, sono le azioni che contano. Quindi per quanto possiamo avere buoni pensieri, per dirla con Gandhi,  sono “perle false” se non convertiti in azioni. Perchè dico questo?  Perché oggi riprendiamo un argomento molto ampio e delicato: l’autostima. Pensare a se stessi in questo senso non è facile ed è altrettanto difficile avere una visiona obiettiva di se stessi. Ti chiedo di provarci. Senza fretta e con onestà. La parola onestà l’ho rimarcata più volte nella compilazione del tuo diario perché è l’unica chiave che ti permette di vedere le cose per quelle che sono e permette di descriverle.

Se non riesci a vederti per ciò che sei veramente avrai sempre una visione alterata di te. Se hai lati positivi rischi di non valorizzarli come se hai dei lati negativi tenderai ad ignorarli e non potrai mai migliorare o crescere. Per avere una buona autostima si deve rispettare se stessi allineando pensieri ed azioni.

Ti pongo subito una domanda: ti prendi cura di te? Trascuri la tua salute con un’alimentazione sbagliata, con attività sedentarie? Non programmi dei controlli come le analisi o una ecografia? Vai dal parrucchiere, ci tieni a vestire?  

Descrivi come ti comporti verso la cura di te stesso. Se noti che ci sono carenze al riguardo cerca di descrivere il perché e cosa puoi fare per migliorarti.

Immagina di poter fare per te almeno un gesto gentile al giorno, quale sceglieresti? Perché? Saresti capace di cominciare da subito?

C’è qualche aspetto di te di cui sei orgoglioso? Ci sono state situazioni, anche negli anni passati, in cui un tuo comportamento ti ha reso orgoglioso? Raccontalo al Journal!

Chiedi ai tuoi amici più cari di descriverti attraverso 3/5 aggettivi. Le loro risposte ti hanno sorpreso? Spiega perché.

Ok abbiamo visto che qualcosa di buono lo hai fatto, ma adesso pensa se c’è qualcosa di cui adesso senti di avere bisogno. Hai un’esigenza? Un desiderio? Cercalo dentro di te.

Dentro di te senti dei sensi di colpa per qualcosa che hai fatto o non fatto? Hai modo di rimediare? Se no almeno perdonati. Ciò che hai fatto o non fatto nel passato sta nel qui ed ora del passato e probabilmente ti sembrava la giusta scelta in quel momento. Oggi hai più esperienza e conosci il risultato delle tue azioni per cui è facile fare una scelta diversa, ma con i dati di allora forse no. Non farti del male per questo.

Quali sono i valori che segui nella tua vita’ Elencane almeno 5 e fai una lista da quello più importante a quello meno importante. I tuoi pensieri e le tue azioni al riguardo sono allineate? Ovvero agisci sempre come ritieni giusto? Puoi fare di meglio per salvaguardare i tuoi valori?

The Journal: l’autostima

Eccoci arrivati ad un punto cruciale per il tuo journal: si parla di autostima.

Come per gli appuntamenti precedenti la cosa più importante è essere onesti. L’argomento è delicato e va affrontato in modo serio. Ciò che va appuntato sul journal deve essere ben ponderato. Prenditi tutto il tempo di cui hai bisogno prima di rispondere. Sul tema autostima ho scritto tantissimo su questo blog e nel caso abbia bisogno di qualche delucidazione puoi fare riferimento a questi link:

Seguono una serie di domande fondamentali per imparare a conoscerti e prendere confidenza con il tuo dialogo interiore. Pronto per cominciare?

Anche se pensi di avere una bassa autostima credo fermamente che tu possa riconoscere in te alcuni aspetti positivi. Riesci ad elencarne almeno tre? Questi aspetti ti sono utili in campo personale, relazionale, o lavorativo? Descrivi almeno un esempio per ognuno.

C’è un complimento che apprezzi particolarmente? Descrivi quale è e perché è importante per te. Probabilmente è legato ad un episodio della tua vita. Raccontalo al journal.

Questo complimento tu lo fai ad altri? Lo hai fatto recentemente? A chi? Raccontalo.

Sebbene tante cose possono non essere state proprio come avresti voluto sono certa che negli ultimi anni hai imparato qualcosa di più su di te. Descrivi gli aspetti in cui ti vedi migliorato negli ultimi 5 anni. Questi aspetti nella sfera affettiva o lavorativa hanno prodotto aspetti significativi?

In questo momento quale individui come tua esigenza primaria? Hai strategie per raggiungerla?

Come parli a te stesso? Ricorda che una comunicazione positiva verso te stesso è una forma di amore. Annota di giorno in giorno le parole che utilizzi per descriverti e verifica i miglioramenti.

Ci vorrà del tempo per rispondere con onestà a tutte queste domande. Sono solo una piccola parte che prende in considerazione l’argomento. Prossimamente ti proporrò la seconda parte. Intanto buona compilazione!

The Journal: studio e lavoro

Passiamo un terzo della nostra giornata a scuola o al lavoro quindi è molto importante che quelle ore siano vissute al meglio. Ti sei mai chiesto se sei soddisfatto della tua scelta scolastica o del tuo lavoro? Ti alzi contento di iniziare una nuova giornata o solo l’idea ti atterrisce?

Impara a confidare al tuo diario le tue sensazioni. Ascoltale e da loro voce, probabilmente non ti sei mai fermato a riflettere se il tuo stato nello studio o nel lavoro è davvero la cosa giusta per te.

Per la precisione potrebbero essere importanti alcune domande alle quali come al solito non devi rispondere con fretta, ma puoi rivederle nei giorni seguenti per verificare se ciò che hai scritto è sincero o vuoi aggiungere qualche cosa. Lo scopo di questo esercizio è verificare lo stato di soddisfazione e nel caso il bilancio fosse negativo comprendere come cambiare la rotta sfruttando le risorse interiori che ti riconosci.

Le stesse domande e risposte potrebbero variare fra qualche tempo. Per questo è importate affidare alcuni pensieri e sensazioni ad un diario: segnerà la misura della tua evoluzione e dei cambiamenti che hai apportato nella tua vita.

Iniziamo dalla domanda cruciale: il tuo lavoro (studio) ti soddisfa? Qualsiasi risposta hai dato prova a descrivere il perché…onestamente.

Anche se la risposta dovesse essere negativa pensa se hai dei punti di forza/qualità che potresti sfruttare a tuo vantaggio. Credi che queste qualità sia apprezzate dagli altri o non riesci a farle emergere?

 Ci sono dei momenti della tua giornata lavorativa o scolastica in cui sei più a tuo agio? Descrivili.

 Il tuo percorso scolastico o lavorativo ti rappresenta? Trova almeno tre risposte e cerca di spiegarle.

 Hai delle ambizioni? Descrivile.

 Pensi che le scelte fatte di studio o lavoro possano essere di aiuto alla società?

Nella tua esperienza di studio o di lavoro hai imparato sicuramente delle cose. Descrivine almeno 3.

Se non sei soddisfatto delle tue scelte di studio o lavoro cosa ti piacerebbe cambiare? C’è qualcosa che potresti fare per migliorare le tue prestazioni?

La domanda che fanno a tutti colloqui di lavoro: come ti vedi fra 5 anni?

Dieci domande su Amore e Relazioni: “The Journal”

Continuiamo la compilazione del nostro Journal annotando pensieri su un argomento fondamentale per la nostra esistenza ovvero l’amore e le relazioni.

Spesso ci lamentiamo del partner o dell’amico o del genitore, ma praticamente mai ci chiediamo quali sono le nostre aspettative o ci concentriamo su quello che gli altri pensano di noi. Insomma una visione molto contorta e per nulla organizzata per questo molte volte si fa confusione tra delusioni, aspettative, richieste…

Cerchiamo di mettere ordine rispondendo con cura, e quindi prenditi tutto il tempo e lo spazio che desideri, alle domande che seguiranno, ma sii onesto. Non rispondere per rispondere. Se non ti viene in mente nulla passa alla domanda successiva e se anche questa richiede una riflessione in più vai oltre e riprendi dopo qualche giorno. Serve a trovare le risposte dentro di te per migliorare e comprendere le tue relazioni sia negli aspetti positivi che negativi. Un lavoro fatto bene non ha bisogno di fretta. Alcune cose hanno difficoltà a venire a galla non possono essere forzate.

Pronto a cominciare a lavorare?

  • Quali sono le parole che dimostrano amore?
  • Quante volte le pronunci?
  • Elenca almeno tre parole che avresti dovuto dire e non hai detto ad una persona amata
  • Hai una persona di cui ti fidi? Cerca di descriverla e spiega perché provi quel senso di fiducia
  • Ti riconosci dei punti di forza nel tuo modo di relazionarti con un amico/partner?
  • Cosa pensi faccia sentire una persona amata?
  • Pensa a tre cose che hai imparato da precedenti relazioni di amore/amicizia
  • Se fossi sposato con te stesso quali qualità apprezzeresti di più?
  • Come consideri il rispetto in una relazione?
  • Dai tuoi legami trai dei punti di forza/ispirazione?

liberamente ispirato a Mykigai Journal

The journal: imparare a compilarlo

La scorsa settimana abbiamo introdotto il perché sia così importante annotare i propri pensieri tenendo un “Journal”e quanti importanti personaggi lo abbiano fatto in modo fruttuoso in passato e ti ho invitato a provare a farlo specificando che l’argomento sarebbe stato ripreso in modo più approfondito.

Oggi infatti dopo aver chiarito l’importanza di questo strumento vorrei darti alcune indicazioni su come compilarlo in modo opportuno in modo che possa svolgere la sua funzione al meglio.

Innanzitutto una raccomandazione: fai fluire i pensieri senza limitazioni, senza filtri e senza fretta. Se riuscirai ad essere onesto ti stupirai dei meravigliosi pensieri che hai dentro di te. Conoscere e riconoscere i tuoi pensieri ti permetterà di scoprire molte cose di te e questo ti permetterà di sincronizzare a meglio anche le tue azioni che spesso probabilmente non sai neanche perché le compi o almeno non ti soffermi a capirlo.

Per prima cosa quali sono le categorie che vanno esplorate? Probabilmente le intuisci, ma il mio compito è quello di darti le corrette indicazioni. Le relazioni di amore di amicizia hanno un significato importante nella vita di ognuno di noi perché ci aiutano a mantenere un buon equilibrio emotivo e sono quindi la prima categoria in cui ti concentrerai. E’ importante comprendere se le relazioni che hai instaurato sono soddisfacenti o addirittura hanno smesso o forse non sono mai state sane. Chiediti se ti senti soddisfatto, se ti senti amato, rispettato. Sii sincero. Ti auguro che le tue relazioni, anche se possono essere migliorate, siano per te supportive e significative.

Altra categoria che invade la nostra vita è il lavoro o lo studio. I pensieri al riguardo possono essere molteplici. Non fermarti a conoscerli in modo superficiale, ma approfondisci le tue sensazioni al riguardo in modo di rendere le azioni più esaustive e non casuali.

Evolviamo per tutta la vita per cui qualsiasi sia la tua età avrai degli obiettivi di vita ed una necessità di crescita personale Se entri in contatto con i tuoi pensieri più profondi potrai riconoscere i tuoi punti di forza che, se stai in un momento delicato forse non riesci neanche a vederli, e ti possono essere di aiuto ad uscire da una situazione non soddisfacente dandoti il coraggio di reagire.

L’autoriflessione ti permetterà di imparare molto di te o quello che vorresti essere. Imparare di più di te stesso permette anche di credere di più in te e ti insegna a non sottovalutarti.

Qualche altra considerazione: scrivi solo quando ne hai voglia e senti di avere qualcosa da dire a te stesso. Non giudicare mai ciò che metti su carta. Prenditi tutto lo spazio fisico e mentale di cui hai bisogno. Rivedi ciò che hai scritto. Vedi lo scrivere il tuo journal come un viaggio in cui lasciare traccia di te. Prima di cominciare chiediti perché vuoi iniziare questo viaggio e dove vorresti che ti porti senza dimenticare di annotare come ti senti al riguardo, inizia ad essere sincero e guardarti dentro da subito.

INIZIAMO?

Quali parole pensi dimostrino amore? Sei solito usarle? Qualcuno le usa con te? Quali gesti ritieni amorevoli? A chi rivolgi le tue attenzioni? Da chi ti aspetti di ricevere attenzioni? Come ti fa sentire la persona amata?

Hai amici fidati? Chi sono? Cosa ti piace di loro? hai imparato qualcosa dalla loro vicinanza? Come ti comporti con loro?

Ecco alcune domande che devi farti per cominciare ed iniziare ad ascoltarsi in profondità. Ed ora via libera ai pensieri.

liberamente ispirato a Mykigai Journal

“The journal”: annotare i propri pensieri

Ci sono stati nella storia tanti uomini e tante donne che sono ricordati ai nostri giorni per la loro particolare allure. Per quel qualcosa che anche oggi ci fa illuminare l’anima. Persone speciali che erano solite annotare ogni loro pensiero, riflessione o stato d’animo. Qualsiasi superficie scrivibile fosse a loro disposizione la usavano perché era più importante l’esigenza di scrivere ed annotare. Persone che hanno condiviso le loro esistenze semplici o spettacolari con i loro momenti più intimi e più bui ed in cui ancora oggi siamo capaci di rispecchiarci.

Senza essere Frida Kahlo, Leonardo da Vinci, Marco Aurelio o Wiston Churchill scrivere un diario (journal per noi psicologi) ed annotare i propri pensieri è un atto veramente importante per affrontarli e vederli da altre angolazioni. Se non vengono impressi su carta i pensieri sfuggono e non lasciano traccia. A volte invece alcuni pensieri andrebbero scritti e ri-meditati in un secondo momento. Se noi mettessimo per scritto tanti dei nostri pensieri o considerazioni sapremmo molto più di noi stessi. Scrivere i nostri pensieri ci aiuta a conoscerci. Non rimaniamo in superficie, ma ascoltandoci impariamo molto di noi stessi. Nel quotidiano non abbiamo mai tempo per pensare e viviamo in modo superficiale. Fermarci sembra una perdita di tempo ed invece sarebbe tempo guadagnato in conoscenza ed arricchimento. Fermarsi ed annotare un pensiero vuol dire imprimere qualcosa di noi e poterlo rivivere ogni volta che si rilegge.

Una pratica in apparenza così semplice può avere un effetto curativo impressionante. Dare uno spazio fisico e reale a ciò che fino a quel momento era solo nella nostra testa è importante. I nostri pensieri sono importanti. Le cose che ci coinvolgono, che ci accadono, le scelte che facciamo possono diventare molto più gratificanti ed acquisire un significato nuovo se le pensiamo e le mettiamo per scritto.

Secondo Murray scrivere regolarmente ha una evidente efficacia terapeutica, perchè ci aiuta a vedere le cose da una diversa prospettiva e ci fa cogliere gli aspetti educativi delle esperienze anche quando sono negative.

Qualcuno la considera una tecnica di auto cura ma per utilizzarla bisogna evidenziarne alcuni aspetti. Innanzitutto dobbiamo prestare attenzione ai nostri pensieri, dobbiamo essere assolutamente sinceri e dobbiamo avere a disposizione uno spazio su cui scrivere che sia sempre disponibile. Molti dei miei pazienti utilizzano le note del telefono, personalmente sono una che ha ancora bisogno della carta e della penna. Scegliete il supporto che vi permette più libertà e possa essere sempre disponibile.

Non necessariamente deve essere usato in modo terapeutico, ma scrivere i nostri pensieri può essere un buon esercizio per relazionarci con noi stessi. Vi invito a farlo sapendo già che non ne potrete più fare a meno!

Seguitemi su queste pagine e vi dirò come utilizzare al meglio le vostre annotazioni (journal) perché non siano solo un flusso di pensieri disorganizzato, ma qualcosa di ordinato e naturalmente utile!

liberamente ispirato a Mykigai Journal