DIETE ed AUTO SABOTAGGI

Oggi vorrei proporre una riflessione sugli atteggiamenti di auto sabotaggio che spesso vengono messi in atto, più o meno consapevolmente, da chi decide di mettersi a dieta. Come per ogni cosa ricordate che è il CERVELLO a muovere i nostri comportamenti per cui se impariamo ad usarlo a nostro vantaggio può essere un valido aiuto. Come? Sostituendo pensieri errati e false credenze con pensieri positivi e auto motivanti!

Perché? Perché sono i pensieri negativi a farci cadere nella trappola a circuito chiuso di abbuffate, spuntini e sensi di colpa.  La frustrazione ed i sentimenti negativi che l’accompagnano provocano veri e propri disturbi fisici sicuramente non utili per il nostro benessere e che minano la nostra volontà a continuare nella dieta.

Sì già la parola dieta è il problema. Sostituiamola  con piano/progetto per stare bene e piacerci e acquisterà una dimensione completamente diversa e positiva. Un impegno verso se stessi, un progetto con un inizio ed una fine ed un viaggio in mezzo dove scoprire tante cose su noi stessi e migliorarci.

Segue un elenco dei più comuni pensieri negativi e qualche consiglio per cambiare la loro natura aiutandoci nell’obiettivo:

COMINCIO DOMANI frasi frequente che non fa che procrastinare l’impegno. Se la dieta è una ragione valida va cominciata oggi. Perché? Perché se aspetti domani o lunedì, nel frattempo continuerai a mangiare e ti troverai gonfia e con ulteriore peso da smaltire con l’aumento dell’impegno da affrontare.

SII POSITIVA Non ti abbattere se non cali subito di peso. Se stai facendo tutto bene prima o poi il corpo si sbloccherà Non ci sono ragioni per cui non tu non debba perdere peso. Ognuno ha i suoi tempi. Rispetta il tuo!

TIENI ALTA LA MOTIVAZIONE Credi in te stessa. Certo che ce la puoi fare. Metti in bella vista quel paio di jeans che ti stavano da dio e non dimenticare quanta voglia hai di indossarli di nuovo!

NO NON SEI COME TUA MADRE Puoi essere migliore, più forte. Se di lei alcune cose (o il fisico) non ti piacevano deve essere uno stimolo a migliorarsi non ad abbattersi. Se la tendenza di famiglia è ingrassare a maggior ragione bisogna incrementare uno stile di vita sano!

LA META E’ IMPORTANTE Sei sicura di esseri messa l’obiettivo giusto? Sembrare una modella ventenne a 50 anni forse non è proprio fattibile. Cerca un modello positivo che più si avvicina a te come fisico e spirito!

QUANDO SARO’ MAGRA SARO’ FELICE. Il pensiero più triste e pericoloso di tutti! Non delegare all’ago della bilancia la tua felicità. Sii felice ogni giorno o almeno provaci al di là del peso e della taglia. Se sarai felice riuscirai a dimagrire, se aspetti non lo sarai MAI! Ho visto passare gli anni infelici di  persone che “non hanno vissuto” in attesa del mito magra uguale felice!

QUANDO VUOI UNA COCCOLA solo le parole di un’amica o del compagno possono rassicurarti non un panino o un pacchetto di patatine cerca di comprenderlo … il vasetto di  Nutella NON è un surrogato d’amore!

NON FARTI PRENDERE DALLA FRETTA Il corpo ha bisogno dei suoi tempi ed anche la testa. Non servono digiuni pericolosi, ma una continuità degli sforzi proporzionati alle nostre capacità . Solo così saranno duraturi ed eviterai l’effetto yo-yo.

VIA I SENSI DI COLPA Hai ceduto? Ok non è successo nulla. Riprendi in mano la situazione e comincia da dove hai lasciato. Un dolce a metà pomeriggio deve farti venire delle domande e non dimenticare la dieta. O peggio ricominciarla domani perché…TANTO ORMAI!

I Kg in più non sono “il problema”

Sì è una provocazione… non ho detto che non è UN problema,ma che non è Il problema… per capire perché continuate a leggere!

Molti di voi avranno appurato che nel 90% dei casi la dieta è un fallimento. In alcune rare occasioni i benefici della perdita di peso sono molto brevi con un aumento della ripresa del peso molto rapida e con successiva difficoltà ad una nuova perdita. Perché accade questo? Perché di fatto la dieta non è la risposta all’aumento di peso o per lo meno lo è solo parzialmente, di fatto quando ci troviamo con molti o pochi kg in più ciò è determinato dagli  effetti del  mangiare oltre i reali fabbisogni. Il conseguente aumento del peso è da attribuirsi alle motivazioni psicologiche che stanno alla base del comportamento alimentare, quindi l’aumento di peso non è il problema che va affrontato, ma il sintomo. Quindi se noi ogni volta che rispondiamo all’aumento del peso esclusivamente con una dieta è come se somministrassimo Tachipirina al presentarsi di ogni tipologia di febbre. In realtà sappiamo bene che con la Tachipirina la febbre passa, ma è molto diverso se abbiamo preso qualche linea di febbre per una freddata, se abbiamo una cistite o una polmonite quindi sì dobbiamo fare scendere la febbre, ma dobbiamo rimuovere la causa che l’ha provocata.

io

La stessa cosa accade con l’aumento di peso:  certo la dieta è indicata, ma sarà sempre una frustrazione e non darà mai i risultati che vogliamo ottenere se non eliminiamo la causa o le cause del perché si mangia di più dando vita all’aumento di peso. Quindi vi invito a vedere il problema sotto una luce diversa. L’aumento di peso è il SINTOMO non la MALATTIA quindi come sintomo va trattato. Non si possono dare risposte “casarecce”, risposte alla buona, fare tentativi, ricorrere a diete fai da te (o peggio!). Non esistono rimedi infallibili e risultati rapidi garantiti chiunque vi proponga questo vi propone scorciatoie che non vanno a rimuovere la causa del vostro comportamento alimentare quindi vi invito a vedere il vostro problema su questa prospettiva prima di inficiare ulteriormente la vostra autostima con altre diete che daranno sempre lo stesso risultato.

Parola d’ordine ottimismo!

Ottimismo bella parola! Secondo Wikipedia l’ottimismo è un atteggiamento che si manifesta nel modo di sentire, pensare e di vivere contraddistinto dalla positività o quantomeno dal suo prevalere sulla negatività. Gli ottimisti tendono dunque a guardare “il lato positivo delle cose” e ad assumere la buona fede nelle persone.

Nel vivere comune parliamo di persona positiva raffigurabile con il tipico quesito del bicchiere mezzo pieno in contrapposizione al pessimista che vede sempre il bicchiere mezzo vuoto. Esistono tante scuole di pensiero che invitano alla positività, ad una visione ottimistica della vita, ma ci sono giornate in cui tutto sembra andare storto , ci sono individui  ai quali accadono un’infinità di momenti negativi come si fa a dire a quelle persone prendila con filosofia , sii positivo?

Eppure anche i contrattempi possono diventare una sfida grazie al pensiero laterale positivo. Sarebbe un peccato non cercare di applicarlo nella vita di tutti i giorni poiché può anche aumentare la nostra salute fisica e mentale quindi perché non provarci? Tante ricerche confermano  la relazione positiva tra la qualità della vita e l’ottimismo. Riuscire a vedere il lato positivo delle cose rende l’aspetto negativo meno importante e ci aiuta a trovare soluzioni cambiando punto di vista.  Non solo la vita famigliare e personale migliora, ma anche le questioni di cuore e la carriera. Molti studi condotti su donne operate di cancro al seno confermano che il vissuto di malattia e la guarigione sono strettamente correlati ad un atteggiamento positivo. Anche l’anzianità e la disabilità che inesorabilmente aumenta con l’età sono migliorati da un atteggiamento positivo.  Riuscire a dare meno peso agli eventi stressanti permette maggiori performance ed un più alto raggiungimento degli obiettivi.  Per  evitare il pessimismo è necessario coltivare l’abitudine al pensiero positivo. Non basta farlo ogni tanto in modo isolato, ma ogni giorno cercando di vedere ogni cosa con occhi nuovi tralasciando vecchi pensieri ed impostazioni mentali

Verosimilmente per alcuni risulta un tratto di personalità innato, ma molti psicologi ritengono che la positività si possa imparare anche valorizzando se stessi. Io sono una di quelle e credo che valga la pena di provare (almeno per non rovinarsi la vita da soli!)

Essere AUTONOMI in psicologia

In senso strettamente psicologico è la capacità di sentire, pensare e prendere decisioni da soli. Le persone autonome dal punto di vista emotivo sono in grado di gestire le proprie emozioni e si sentono sicure delle loro scelte e obiettivi. Essere autonomi significa essere in grado di governare se stessi e di determinare il proprio destino.

Tutti abbiamo la capacità di raggiungere un certo grado di autonomia ma, nonostante si tratti di un diritto naturale dell’ essere umano, pochi la raggiungono realmente.Una persona realmente autonoma è quella che dimostra di “possedere o recuperare tre capacità: consapevolezza, spontaneità, intimità”. (Berne)

Consapevolezza significa sapere cosa sta accadendo ora. Chi è autonomo è libero di poter sentire, vedere, toccare… in un poche parole a valutare la realtà in modo indipendente, in modo genuino e personale anche se diverso da ciò che gli era stato insegnato in modo diretto o indiretto. La persona consapevole non ha pregiudizi che deformano la percezione del presente e può godere del qui ed ora.

Conosce le sue emozioni e le sue fantasie e non se ne vergogna, cerca di comprendere l’altro per un reale scambio ed una comunicazione sincera. Si confronta in modo attivo e cerca di risolvere i problemi in modo propositivo.

Le persone consapevoli sanno dove stanno, cosa stanno facendo e quali sentimenti provano in proposito. La spontaneità consiste nella libertà di scelta fra un’infinità  di comportamenti e sentimenti che possiamo realizzare con la nostra personalità . Una persona autonoma è spontanea e flessibile, non follemente impulsiva ; vede tutte le scelte che può fare e adotta il comportamento che le sembra più opportuno, in rapporto alla situazione e propri scopi personali. Essere spontanei è un modo arricchente di vivere perchè aumenta il repertorio dei nostri comportamenti e quindi di risolvere i problemi in modo originale e liberi da scelte precostituite.

Dobbiamo però fare  di più che limitarci a prendere decisioni. Ha  poco senso prendere decisioni e poi non metterle in atto. Siamo autentici e completi quando il nostro comportamento esterno armonizza con le nostre intime convinzioni.

Arriviamo quindi al terzo aspetto quello che riguarda l’intimità : che è l’espressione dei sentimenti di calore, di tenerezza, di comunione con gli altri che sono proprie dello stato naturale delle nostre emozioni.

La persona autonoma, quando crede sia il caso, affronta il rischio dell’amicizia e dell’intimità. Questo non è facile per chi abbia imposto dei freni ai propri sentimenti affettuosi e non è quindi abituato ad esprimerli. Quando tenta per la prima volta di modificare i suoi vecchi programmi, in genere si sente goffo o anche falso. Ma malgrado tutto se è una persona autonoma, fa ugualmente l’esperimento.

Piacere e compiacere: la dimensione sociale

Nella formazione di una intenzione e nel perseguimento di uno scopo non contano solo le nostre preferenze, ma anche le percezioni di come le nostre scelte verrebbero accolte dalle persone che per noi sono importanti. Prima di tradurre un desiderio in azione passiamo in rassegna tutte le persone che approverebbero la nostra decisione o che ne rimarrebbero deluse. Quasi come avere di fronte una folla pronta a mostrarsi pro e contro il nostro operato.

Questo no accade solo nelle cose importanti della vita, come la scelta del partner o la messa al mondo di un figlio, ma anche per l’acquisto di un’automobile, adesione ad un club o altro. A volte le nostre scelte sono vincenti altre devono fare i conti con le reazioni favorevoli e sfavorevoli da parte di amici e parenti.

Gli autori Ajzen e Fishbein indicano come norma soggettiva le pressioni che prendono forma di reazioni di approvazione o disapprovazione da persone che consideriamo importanti.

Queste pressioni sociali sono interiorizzate in base alla nostra cultura, al luogo ed al tempo in cui viviamo e nella comunità in cui siamo inseriti. Queste regole soggettive non fanno riferimento ad alcun codice scritto , ma guidano, orientano, dissuadono. Spesso la pressione a conformarsi a quelle che si ritiene siano le aspettative altrui diventa più impellente del rispetto di quelle stesse norme. Si tratta di pressioni che possono esercitare un’influenza notevole rispetto alla mete che vengono perseguite, all’impegno che viene profuso e alle giustificazioni che vengono fornite. Quanto maggiore è l’importanza che attribuiamo all’approvazione altrui tanto minore diventa la nostra libertà di agire. Spesso la pressione sociale diventa un forte elemento di dissuasione. In alcuni casi persone capaci non riescono ad arrivare al raggiungimento di una autonomia ed indipendenza per paura di dispiacere (in genere un familiare), mentre persone con un potenziale più modesto, ma supportate nelle loro scelte, possono raggiungere traguardi importanti.

Le norme soggettive possono risultare per alcuni potenzianti per pura compiacenza, mentre altri si ritraggono dal successo per evitare gelosie ed invidie. Quanto più riusciamo a liberarci di certi condizionamenti e siamo in grado di gestire eventuali insuccessi od incidenti di percorso, quanto più saremo liberi di fare le nostre scelte, di sbagliare ed anche di gioire dei nostri successi.