La bellezza dell’ESSERE

Breve Abstract del mio intervento a “Bellezza autentica riscoprire il corpo con fiducia ed orgoglio” a cura di Young Fidapa BPW Italy Sezione Roma nel giorno della Festa della Donna presso Real Sporting Village.

Intervistata da Sarah Nappini

Intervistata da Sarah Nappini

SN Viviamo in un contesto sociale nel quale possiamo affermare come il prototipo di bellezza sia sempre più standardizzato e omologato. Dietro tutto questo quali ritieni siano le maggiori paure e fragilità che ne fanno da specchio e quali sono le soluzioni per poter valorizzare se stesse a fronte di tale standardizzazione?

ES Una domanda complessa ci si potrebbe scrivere un trattato! Penso che mi toccherà dividerla in tre parti

Allora analizziamo il Concetto di standard di bellezza poiché non c’è un unico prototipo e non esiste una definizione univoca di bellezza. Ogni cultura ha i suoi canoni e gli standard cambiano continuamente. Nelle varie epoche storiche abbiamo assistito a numerose variazioni come ci hanno tramandato le varie opere d’arte. Dalle raffigurazioni degli antichi Egizi, fino ai vasi decorati di Pompei la donna e il concetto di bellezza hanno subito varie declinazioni. Se consideriamo un epoca più vicina a noi come quella degli anni “50 ovvero quella delle nostre nonne e delle nostre mamme il concetto di bellezza femminile è evidentemente molto diversa da quella di oggi. I canoni di bellezza non cambiano solo nella storia, ma anche attraverso i gruppi di appartenenza Vi faccio un esempio pratico dalla mia esperienza. Vi faccio un esempio pratico dal mio vissuto. Quando andavo a prendere mia figlia a scuola osservavo le ragazzine all’uscita tutte uguali quasi fatte con uno stampo: jeans, magliettina, unghie rifatte, capelli piastrati. Ci sta è importante per un adolescente essere parte di un gruppo e quindi aderire alla sua “divisa”. I ragazzi si trovano in quel momento dello sviluppo in cui iniziano a fare esperienza a capire chi sono e cosa vogliono, ma nel passaggio sono rassicurati dal gruppo in cui si identificano. Sempre in tema scuola ricordo che, qualche anno prima, mia figlia avrà fatto le elementari o le medie, e andavo a prenderla c’era il gruppo delle Mamme IN: borsa Gucci o Burberry, occhiali da sole, capelli con colpi di sole.  

Perché questo accostamento? Ragazze in fase di sviluppo e mamme? perché hanno in comune una cosa importante il bisogno di appartenenza.

Abbiamo visto come per i giovani, specie alle soglie dell’adolescenza, essere accettati dal gruppo è importante. Non si sa chi si è, la personalità ed i gusti sono in divenire, così come il corpo anche la mente sta crescendo e cerca confronti e punti di riferimento. Essere parte del gruppo è importante. Piano piano ognuno con le proprie esperienze troverà il suo spazio nel mondo e comprenderà quali sono i suoi canoni di riferimento.

la locandina dell’evento

Due gruppi due standard di bellezza molto diversi. Allora le mamme tutte uguali? Anche loro sono in cerca di identità in realtà. Professioniste o “figlie” di cercano di mantenere il loro status anche con una certa “divisa” che le distingue dalle altre madri “sfigate” questo penso voi lo vediate anche al lavoro.  Propongono un modello di bellezza? Anche le mamme hanno bisogno di appartenere a qualcosa?

Ciò mi porta all’altro pezzo della domanda quali fragilità?

Mentre per i giovani esistono delle fragilità naturali cosa accade alle mamme? Anche le mamme che sono donne devono, per essere al passo con i tempi, essere rispettate ed ammirate e sempre in tiro, malgrado lavoro, casa e famiglia e ciò avviene con grande fatica non solo fisica, ma anche psicologica. Perché ci si senta parte del gruppo si cerca di non uscire dai canoni prestabiliti e ci si adatta ed in qualche modo negano a se stesse la propria individualità perché altrimenti si è fuori.

Per terminare di rispondere alla domanda ovvero quali sono le soluzioni direisicuramente NON imitare gli altri! La propria avvenenza non si sviluppa attraverso una divisa, ma attraverso la propria individualità. E’ molto importante imparare a conoscersi e comprendere come esprimere la propria unicità. Non è questione solo di abito, ma di come si vive se stessi, gli altri ed il mondo. Tutto si riduce alla fiducia in se stessi. Se non la avete non sarete notate.

Vi faccio due esempi di donne assolutamente non belle, ma talmente sicure di sé e con personalità particolari che oggi sono considerate icone: Frida Kahlo e Iris Apfel. Due storie molto diverse. Una pittrice che ha fatto della sua vita un vero capolavoro anche se non sempre felice. Anche per l’epoca le ciglia folte ed i baffetti non erano certo nei canoni di bellezza, eppure quella piccola e fortissima donna si è imposta nel mercato dell’arte dell’epoca esponendo la sua sofferenza in contrasto con il suo abbigliamento colorato  ed originale, Una donna testarda che ha amato molto a cominciare da se stessa.

Considerato il merchandising che ne è venuto fuori come non possiamo considerarla una bellezza?

Ognuno di noi ha un oggetto: una borsa, una trousse, degli orecchini, una candela che la rappresentano. Perché le compriamo? Perché acquistando un oggetto che raffigura Frida ognuno di noi ha l’impressione di acquistare la sua forza, il suo coraggio e l’originalità!

Con l’amica Antonietta Di Vizia Giornalista RAI

Parlando di originalità come non parlare di Iris Apfel scomparsa lo scorso anno a 102 anni? Un vero vulcano. Una vita avventurosa, ha viaggiato per vari paesi con entusiasmo e creatività tornando arricchita interiormente da ogni paese. Su di lei ho appena terminato una biografia dove sono inserite anche delle sue foto. Vi assicuro che non è mai stata una bellezza. Denti distanti, un brutto naso eppure ha fatto campagne pubblicitarie, è stata testimonial ultranovantenne di case di moda ed accessori. Stravagante? Eccentrica? Probabilmente, ma una vera icona! Cosa unisce i due esempi? La continua ricerca di se stessi, la fiducia, la conoscenza, il sapere ed è questo che di conseguenza diventa la scelta dell’abito. In questi casi l’abito corrisponde alla personalità e lì incontriamo la bellezza. Se non racconta nulla di chi siamo la bellezza non serve. La bellezza è negli occhi di chi guarda, ma soprattutto nella nostra testa.(le ultime frasi sono tratte dalla biografia di Iris!)

SN Cosa significa per te imparare ad andare oltre le apparenze?

ES Essere se stessi, essere persone autentiche. E’ un percorso difficile e che non si insegna. Si può apprendere dalla osservazione della nostra famiglia e dal suo esempio, ma non sempre è fattibile.

Per aiutarvi nel vostro vi propongo un gioco:

Prendete un foglio e state tranquilli in un posto piacevole e poi provate a scrivere i nomi di almeno 5 persone reali o immaginarie (possono essere anche protagonisti di un film o di una serie tv) o persone che non conoscete personalmente e cercate di comprendere cosa vi piace di ogni personaggio.

Alcune caratteristiche risuoneranno in voi e quindi molte di quelle caratteristiche le possedete già, ma ce ne saranno altre che invece vi piacciono e vorreste avere. Ok impegnatevi in quelle. In quelle parti belle in cui vorreste risplendere. Andare oltre le apparenze non sta nel fare (tutti siamo capaci ad andare dal parrucchiere, dall’estetista o comprare begli abiti, cambia solo la disponibilità economica) il difficile sta nell’ESSERE che rappresenta invece la nostra reale bellezza è su quella che bisogna lavorare.

Con tutte le protagoniste al termine dell’evento per le foto di rito

Body shaming sì o no?

La riflessione di oggi riguarda il Body Shaming. In questo ultimo periodo c’è un fiorire di eventi che vogliono affrontare il problema. Detto così non c’è nulla di male anzi potremmo pensare in un primo momento che sia una gran bella cosa, ma vorrei sottolineare alcuni aspetti che sono davvero importanti. Al di là che alcune problematiche per alcuni loschi personaggi sono anche oggetto di lucro e qui non ne voglio neanche parlare né entrare in merito, tra queste il body shaming, spesso subisce delle strumentalizzazioni.

Strumentalizzazioni nel migliore delle ipotesi involontarie, ma che spesso creano comunque danno proprio alle persone che sono messe in evidenza da queste iniziative. Esistono linee di abbigliamento curvy, si fanno campagne con modelle curvy, si fanno sfilare in passerella persone curvy o francamente in sovrappeso. In genere le persone con un IMC di molto superiore ai valori normali non amano essere al centro dell’attenzione. Spesso vorrebbero scomparire. Non si sentono a loro agio in un corpo che non le rappresenta. La maggior parte delle persone che ha tanti kg di troppo ha subito abusi, traumi. Non si tratta solo di mangiare e basta. Si tratta del perché una persona mangia troppo e spesso male per creare una sorta di corazza protettiva contro il mondo da cui si sente schiacciata.

Esperienza vera tratta dal mio ultimo libro “Taglia XXXL Autostima S/ Storie di donne che hanno affrontato obesità e sovrappeso” edito da Campi di Carta

“A volte mi prende un vuoto enorme, e dopo aver pranzato, mi attacco ai biscotti, alla marmellata a tutto quello che trovo fino all’ora di andare a prendere le bambine a scuola. Non guido e devo arrivare a piedi a scuola, ma così appesantita arrivo sempre in ritardo. Le figlie mi mettono in discussione: non sono puntuale, non guido la macchina come le altre madri, non sono magra….ho tentato la dieta infinite volte …non sono mai adeguata mi sento una fallita su tutta a linea, mi aspettavo da mio marito un po’ di comprensione ed invece mi inveì contro… le figlie sono cresciute, hanno avuto successo ed io credo di non essere una brava mamma, perché non ne sono felice. Sono andate a vivere lontano tutte e due…la mia vita mi è passata davanti in un attimo e non sono mai stata felice. Ho passato la vita a compiacere gli altri, sono stata sfruttata ed umiliata dal sangue del mio sangue. Ho superato i 100 kg e non mi voglio più guardare allo specchio né voglio comprare più nulla. Non ne vale la pensa…”

Le persone con sovrappeso non amano mettersi in mostra, tendono a nascondersi, a camuffarsi sotto abiti e tute extra large. Vogliono vivere defilate ed evitano spesso eventi e feste che le riguardano. Avevo una paziente che da anni non festeggiava il compleanno per non vedersi in foto e per evitare di essere al centro dell’attenzione. Spesso queste persone vogliono solo sfogarsi, non vogliono sentire consigli da chi non sa davvero cosa stiano passando e sicuramente non vogliono essere giudicate.

Questo voler mettere in evidenza le differenze è vissuto come un giudizio: spesso è ciò che si voleva evitare.

Siamo sicuri di non fare del body shaming proprio quando cerchiamo di combatterlo?

No, scusa non ho tempo!

Quante volte hai sentito questa frase? Quante volte sei stato proprio tu a pronunciarla? Quante volte parli del tempo, o meglio della mancanza di tempo, come una scusa per non fare una cosa? Ora ti dico la verità: non è vero che non hai tempo. È che decidi di utilizzare quel tempo in un altro modo.

Fermarsi, apprendere nuove strategie, prendersi le proprie responsabilità, migliorarsi, richiede sicuramente fatica e sicuramente fa uscire dalla propria zona di confort!

Spesso menti a te stesso, mettendo avanti la scusa del tempo, quando semplicemente, l’azione che stai evitando di fare, non è tra le tue priorità o peggio lo sarebbe, ma ti sembra inutile fare un tale sforzo. Ti metti in testa mille cose da fare senza considerare che la giornata è fatta di 24 ore e parte di quelle sono designate al lavoro e al riposo. Se insisti a voler fare troppe cose senza una scala di priorità il risultato sarà che sarai sempre in ansia e delle cose che volevi fare molte non saranno fatte e molte saranno fatte male! Il giorno dopo sarai ancora trafelato perché le cose non fatte il giorno prima si accumuleranno, insieme alla tua insoddisfazione, a quelle del giorno in corso. Spesso ci si ostina a voler fare ciò che è umanamente impossibile in una giornata, perché si cerca approvazione altrui. In altre situazioni “non avere tempo” è la scusa per non fare cose che non ti vanno.

Dovresti fare attività fisica, sistemare l’armadio, mettere apposto quei documenti…(ma non hai tempo) e poi rimani sul divano due ore a leggere i messaggi su WhatsApp o video su Tik Tok. Ma poi nascono i sensi di colpa, perché sai cosa sarebbe giusto, ma continui a creare situazioni in cui il tuo tempo non basta mai. Quindi stai scappando! Chiediti da cosa stai scappando e se invece ne sei consapevole trova un modo diverso di affrontare la situazione che non sia nasconderti dietro il fattore tempo.


Rimandare e rimandare all’infinito fa perdere occasioni, mancare obiettivi usando come scusa sempre il tempo! Eppure adesso ti propongo un cambio di prospettiva…Pensa al tuo tempo investito in attività utili o di valore, che possano darti un ritorno molto più interessante rispetto al tempo “speso”.

Magari ti sembra più facile dedicare tempo ad altri, ma non a te stesso. Ti metti sempre in secondo piano. Se impegnarti per te stesso, valorizzarti ti crea sacrificio vuol dire che non credi abbastanza in te stesso, che non credi di meritare di più, di avere di più (nel lavoro, affetti, ecc) e finisci per accontentarti. Io credo che nella tua vita ci siano tanti tempi “morti” che per pigrizia o distrazione non impieghi nel modo giusto. Se sei sempre in ritardo forse devi chiederti il perché. La risposta “non ho sentito la sveglia” o “c’era traffico” non stanno più in piedi. Se si ha piacere a fare una cosa o incontrare una persona ci si muove per tempo. Se non consegni mai il lavoro nei tempi richiesti vuol dire o che non sai fare il tuo lavoro (e quindi meglio impegnarsi ad apprendere nuove e più efficienti procedure) oppure non lo ami, o non ami l’ambiente in cui lavori. Non c’entra nulla il tempo, impara ad essere onesto con te stesso. Non dirti bugie. Ascoltati.

Quante volte ti dici dovrei chiamare quell’amico, dovrei fare questa o quell’altra cosa e poi ti ripari nella scusa del…non ho tempo? Quell’amico cosa rappresenta per te? Ti crea disagio? Ti annoia? E’ giudicante? Ti fa sentire in colpa? Forse prima di ricorrere alla scusa del tempo sarebbe meglio provare a fermarsi ed essere sincero nelle risposte.

Quando una cosa la si vuole davvero il tempo si trova sempre. Cerca di fare le cose che ti fanno stare bene e ti danno soddisfazione. Se una cosa non ti va, ma la devi fare per forza, allora falla bene. Anche se una cosa “scoccia” il fatto di farla comunque, e come deve essere fatta, di ritorno apporta un’immagine positiva di sé. Accampare sempre scuse, invece, rende la propria immagine apatica, senza volontà. Un comportamento che porta a percorsi già compiuti dove la realizzazione personale e l’immagine buona di sè stessi viene calpestata. Qui non puoi dare la scusa ad altri. Sei tu che compi le tue scelte e fare le cose nel migliore dei modi ti porterà sicuramente ad una migliore visione di te stesso. Imparerai a gestire il tuo tempo e creare tempo di qualità…perché senti di meritarlo.

Fai scelte giuste per te!

Eileen Caddy  era un’insegnante spirituale e autrice new age, meglio conosciuta come uno dei fondatori della comunità della Fondazione Findhorn presso l’ecovillaggio di Findhorn, vicino al villaggio di Findhorn*, Moray Firth, nel nord-est della Scozia.

Questi i suoi insegnamenti:

Scelgo di fare dei cambiamenti anziché avere scuse

Scelgo di essere motivato, non manipolato

Scelgo di essere utile, non usato

Scelgo l’autostima, non l’autocommiserazione

Scelgo di eccellere, non di competere

Scelgo di ascoltare la voce interiore e non l’opinione della gente

*Findhorn è una località Scozzese in cui dal lontano 1962 è stata costituita una comunità spirituale, pionieristica per la Nuova Era, aperta a tutti. Ognuno contribuisce al mantenimento della comunità occupandosi di una specifica attività (pulizia, giardinaggio, falegnameria, educazione ecc). allo scopo di sviluppare nell’individuo una consapevolezza più profonda che faciliti la sua trasformazione e lo aiuti nella sua realizzazione interiore, in armonia con le altre persone e la natura. In tal senso vengono regolarmente organizzati corsi educativi; uno dei programmi centrali riguarda la sintonizzazione con le energie della natura, anche per fini curativi.

Attraverso i suoi libri offre con semplicità e amore  ciò che ha ricevuto nella meditazione, un’esperienza unica in cui Eileen ritrova il significato del silenzio, la semplicità del momento e l’incontro con il bambino interiore. Riconosciuta a livello mondiale per l’autenticità della sua ricerca, Eileen segue un percorso spirituale che precede la sua esperienza in comunità.

Tra i principali libri:

Le porte interiori. Il mio volo verso la libertà, Dieci passi per aprirsi all’amore..

Segui le cinque “I”

Una piccola vocale, un po’ buffa con quel puntino in alto eppure molte parole davvero importanti cominciano proprio per “I”!

Ve ne voglio segnalare cinque:

IMPEGNO, IMPORTANZA, INTELLIGENZA, INTUITO, ISPIRAZIONE

Sembrano in apparenza parole che fra loro non hanno alcun legame eppure, sia che segui la sequenza (sono solo in ordine alfabetico per essere ordinate) sia che le analizzi singolarmente, tutte insieme rappresentano una grande risorsa e se impari a padroneggiarle sarai davvero una persona migliore.

Io voglio iniziare dall’ultima.

ISPIRAZIONE

Spesso chiedo ai miei pazienti di segnare su un foglio o un quadernino i nomi di cinque persone che sono state d’ispirazione nella loro vita. Non necessariamente devono essere persone reali, ma possono essere eroi o eroine di un libro, il/la protagonista di una serie televisiva o anche di un cartone animato. Ti invito a farlo. Vengono fuori cose interessanti. Per ogni personaggio dietro ci sono sogni, desideri o obiettivi da raggiungere. Dopo aver fatto l’elenco chiediti cosa ti piace di ogni personaggio e se quella qualità la hai o la devi potenziare e lavora per migliorarti. Ti piacerebbe essere d’ispirazione per qualcuno? Potrebbe essere tuo figlio, il tuo compagno di banco o di scrivania, persino il tuo vicino. Cerca di dare il meglio di te stesso e “ruba” idee dal personaggio che ti ha ispirato. Sii sempre vigile ed attivo e fai sì che le idee possano fluire. Facendo una passeggiata, vedendo una mostra o sfogliando un giornale possono venire idee insolite: lascia che si manifestino, fai scorrere la fantasia, sii aperto al cambiamento. Anche fare una strada diversa fa scoprire cose nuove e aprire la mente. Tutto il mondo può essere fonte d’ispirazione, ma bisogna osservare con gli occhi e con il cuore potenziando con la poesia, la pittura, ma anche cucinando o facendo giardinaggio. Impara a fare cose in modo diverso ed osserva i risultati.

C’è qualcosa che ti ispira in questo momento? Annotalo!

INTUITO

Possiamo anche chiamarlo sesto senso , ovvero la somma dei classici cinque per intenderci, che ci dà di una situazione una sensazione che non va mai sottovalutata! Possiamo anche chiamarla vocina interiore, perché può essere davvero importante come guida nelle nostre scelte. Qui la parte razionale va “silenziata” e va dato ascolto a quelle sensazioni a pelle che a volte sembrano non avere una ragion d’essere ed invece se le ignoriamo la ragion d’essere l’avevano eccome! Ad esempio ci sono situazioni in cui senti che quella cosa non è buona per te o può rappresentare una “fregatura” anche se sulla carta sembra non esserla, traduci a livello razionale, ma poi qualcosa nel profondo ti fa sentire che non va. Ascoltala, ascoltati. Impara a dire di no a quelle cose che senti non sono nelle tue corde. Siamo abituati, anzi ci insegnano da piccoli a fare scelte razionali, ma impariamo anche a farci aiutare dall’Intuito!

Naturalmente anche l’intuito va aiutato ed ecco un elenco di alcune cose che possiamo fare per “risvegliarlo”.

Impara ad annotare le sensazioni e cerca di capire quali segnali andavano o non andavano ignorati. Scegli d’impulso (senza pensarci!) cose come: un cibo da un menù, un ristorante, l’acquisto o indossare un abito e vedrai che quelle scelte dicono molto di te. Dai possibilità al corpo di indicarti la strada. Un modo per farlo è anche praticare meditazione o yoga che fermando il tempo nel qui ed ora e dando importanza all’ascolto del corpo e delle sensazioni sono un allenamento all’ascolto interiore e quindi potenziano l’intuito.

Quando hai dato ascolto al tuo intuito l’ultima volta?

INTELLIGENZA

Con questo temine voglio indicare l’intelligenza del cuore, un bene molto prezioso che spesso trascuriamo. Cosa intendo per intelligenza del cuore? Ad esempio saper leggere “tra le righe” dei comportamenti che osserviamo, ma significa anche essere comprensivi, empatici e disposti all’ascolto. Una persona che si sente compresa è motivata a dare il meglio si sé. Se si vive una situazione positiva riusciamo sia a trovare soluzioni sia ad affrontare meglio eventuali problemi. Per potenziare l’intelligenza del cuore dobbiamo per prima cosa evitare alcuni comportamenti come:

  • giudicare (se stessi e gli altri)
  • esercitare violenza su se stessi e tanto meno sugli altri (le forme di violenza possono essere davvero tante e sottili! fate attenzione!)
  • ignorare, lasciare nell’indifferenza qualcuno.

Cosa puoi fare per esprimere al meglio la tua intelligenza del cuore?

IMPORTANZA

Tutto è importante e tutto potrebbe non esserlo. Come facciamo a capire cosa è importante e cosa non lo è? Impariamo a fare una scala per facilitarci il compito: non molto importante, importante, indispensabile, essenziale. Non per tutti questo elenco sarà uguale, ma se metti il lavoro prima della cura di te stesso o dei tuoi figli forse dovresti rivedere le tue priorità. Spesso nel nome del lavoro si mette in secondo piano ciò che conta davvero! Naturalmente non mi riferisco a quando c’è necessità o che i beni materiali non siano importanti, ma se hai poco tempo a disposizione fai almeno che sia tempo di qualità da spendere con i tuoi cari. Per un figlio o un genitore anziano è più importante il tempo che gli dedicate invece che un regalo costoso! Ricordalo! Fai che il lavoro non sia la scusa per sottrarti ai tuoi doveri.

Fai un elenco delle cose per te poco importanti sino a quelle essenziali.

IMPEGNO

Una parola davvero importante. Sempre più dimenticata. Nella vita di tutti i giorni nessuno vuole impegnarsi. Spesso rimane in sospeso anche un invito per un caffè, perché sembra faticoso prendere un impegno. Un impegno implica prendersi le responsabilità delle proprie azioni e sempre meno persone vogliono farlo. Eppure è bello essere ricordati come persone attente, puntuali, che quando fanno una cosa non è necessario controllarla: insomma una certezza. Chi sa rispettare gli impegni è una certezza per gli altri e anche per se stesso. Oggi la maggior parte delle persone, e tristemente sempre più giovani, cercano le strade più semplici, quelle che implicano meno impegno e responsabilità, ma la qualità non sarà la stessa della persona e delle azioni correlate. Portare a temine un impegno preso è anche fonte di soddisfazione, gratificazione con conseguente aumento dell’autostima. Se si cerca la via più breve, dal voto scolastico a un incontro di lavoro, il risultato sarà sempre deludente e ci darà l’impressione di non valere poi molto. O peggio ci sono persone che sono invidiose dei risultati altrui senza rendersi conto che impegno significa spesso sacrificio.

Fai un elenco delle cose che farebbero bene alla tua autostima, che richiedono un impegno. Fai il buon proposito di sceglierne almeno tre e prenditi l’impegno di portarle a termine.

Quaderno di crescita personale 3/aspettative

Ti aspetti spesso che gli altri ti facciano una sorpresa, ti ringrazino, ti tengano in considerazione e rimani spesso deluso/a? Sei frustrato/a dal fatto che ti impegni, ti sacrifichi per gli altri e poi non ricevi neanche un ringraziamento?

Attenzione alle aspettative! Molte volte si investe (economicamente, emotivamente ecc.) verso persone che non se lo meritano altre volte non è richiesto, in altre lo facciamo per ricevere approvazione, altre per sentirsi parte di un gruppo o per sentirsi speciali.

Ricorda che “L’unica persona che può soddisfare al meglio i propri bisogni sei proprio tu!”

Quando facciamo qualcosa per gli altri dobbiamo farlo con il cuore senza aspettarci una contropartita. Se decidiamo (non essendo obbligati!) di prenderci cura di qualcuno lo dobbiamo fare e basta perché si ritiene giusto o buono, ma senza pensare che poi si debba ricevere qualcosa in cambio.

Facciamo un esercizio:

Quali sono le azioni più comuni che ti aspetti dagli altri?

Metti da 1 a 5 cuoricini (da poco a tanto) sui bisogni che ti riconosci

attenzione

riconoscenza

gentilezza

presenza

condivisione

sostegno

rassicurazione

…………………………compila con i bisogni importanti per te)

Adesso pensa ad alcuni momenti in cui hai fatto azioni e sei rimasto deluso e chiediti qual’è il vero motivo per cui lo hai fatto. Adesso rileggi tutto e pensa se puoi soddisfare da solo/a tutte o alcune delle aspettative e scrivilo sul tuo diario.

Quaderno di crescita personale 1/soddisfazione

Per chi non ha seguito i social in questi giorni ricordo che nel mese di luglio costruiremo insieme il quaderno di crescita personale.

Quando parliamo di crescita personale  ci riferiamo allo sviluppo dell’individuo nella sua totalità privata e sociale che va ad influenzare anche la sfera professionale. Per crescere sono necessarie due cose: sbagliare ed imparare.

Errori di valutazione, azioni inefficaci o dannose, risultati deludenti capitano a tutti, ma se c’è la volontà di cambiare o almeno comprendere cosa andrebbe modificato nell’approccio alla vita si potrà vivere il più serenamente possibile con se stessi ed il mondo circostante.

Ecco quindi il mio semplice contributo per permetterti di fare le giuste domande e imparare a guardarti dentro con metodo. Il tuo compito è acquistare un piccolo quaderno compilandolo giorno per giorno seguendo le indicazioni che ti darò. Puoi anche stampare e ritagliare i post oppure riprodurli con matite colorate o collage, perchè in fondo la crescita personale è anche un atto creativo per cui anche il vostro quaderno vi dovrà rappresentare!

Pronti a cominciare?

Ecco le prime domande da porsi a cui rispondere in modo onesto. Non fatelo di corsa. Pensateci bene durante la giornata e fate bene le vostre valutazioni:

Metti da 0 a 5 cuori se per nulla o molto soddisfatto

in base ai cuori assegnati cerca di comprendere qual’è il settore della tua vita che ti crea più disagio e che ha bisogno di un cambiamento.
una frase interessante su cui riflettere e se vuoi trascrivere o ritagliare sul tuo quaderno
trascrivi o ritaglia le domande e rispondi attentamente sul tuo quaderno

A domani sui social ed ogni 2-3 giorni qui sul blog!

Cambiare si può

I cambiamenti fanno paura, ma anche rimanere impantanati in una vita che non ci appartiene non è il massimo! La mia proposta per il mese di luglio è aiutarvi ad effettuare i primi piccoli cambiamenti necessari ad una svolta più importante. Ogni giorno sui social vi darò occasioni di riflessione per poter vivere la vostra vita con consapevolezza migliorando ciò che è possibile ed imparando ad accettare ciò che non è possibile modificare. A volte abbandonare la zona di confort può sembrare destabilizzante, ma se fatto per un fine che ne valga la pena diventa accettabile.

Il vostro compito è acquistare un quaderno che sarà vostro alleato e testimone del cambiamento da oggi in poi. Pronti a partire? Unico requisito essere onesti con se stessi.

Vi aspetto da domani per iniziare a compilare il vostro quaderno di crescita personale!

Valutare o criticare? Il giudizio che fa male

Il giudizio è insito nella natura umana, ha una sua funzionalità che dalla notte dei tempi ad oggi ci ha permesso di adattarci. Giudichiamo costantemente anche quando questo porta a delle conseguenze con noi stessi e con le persone con cui ci relazioniamo. Astenersi dal giudizio è una pratica incoraggiata da tutte le discipline di derivazione orientale ed il non giudizio è uno dei sette pilastri della mindfulness.

Sembra che nella vita di noi occidentali il giudizio faccia da padrone nei nostri rapporti interpersonali anche quando “palesemente” ci fa star male.

Esistono persone pagate per decidere il valore di un immobile, un gioiello, il costo di una ristrutturazione. Professionisti che seguendo dei parametri stabiliti da un certo settore “monetizzano” oggetti o lavori e fin qui nulla da eccepire. Non ci sentiamo svalutati come persone se un perito valuta la nostra macchina o la nostra casa meno di quello che pensavamo anche se possono essere piene di ricordi ed emozioni poiché si riferiscono a prezzi di “mercato”.

Nel nostro quotidiano riceviamo comunque “valutazioni” non richieste e spesso inopportune specialmente se riguardano il nostro corpo. Essere troppo magro, troppo grasso, avere i brufoli, piedi o denti grossi spesso è fonte di commenti che sono vissuti sempre come critica.

Sei dimagrita, sei ingrassata, non mangi nulla? hai mangiato troppo…. Frasi dette spesso in modo spontaneo, ma che rivelano invidia e giudizio.

Chi ha problemi ad accettare il proprio corpo o parti di esso è molto suscettibile ai commenti che riceve. Vi faccio un esempio pratico: se una persona si percepisce grassa, indipendentemente se lo è o meno nella realtà, ed incontra nella sua giornata nove persone che le dicano quanto stia bene non le prenderà in considerazione, ma se arrivata alla sera ne arriva una che dice: ti sei ingrassata? Questo farà crollare tutto il suo mondo, poichè sarà la conferma ai suoi pensieri.

La gente spesso parla a vanvera, molte volte è cattiva. Ne fanno le spese le persone con scarsa autostima che faticano a prendersi in carico, a volersi bene ed accettarsi per quello che sono (alte, basse, magre, grasse, capaci o non capaci a fare qualcosa!!).

Per questo dovremmo fare attenzione al nostro atteggiamento giudicante che si inserisce come un pilota automatico sia che stiamo osservando persone in costume mentre siamo al mare sia se stiamo sorseggiando un aperitivo durante lo struscio! L’atteggiamento giudicante s’insinua anche in famiglia tra i coniugi o tra genitori e figli. Un figlio che si sente sempre valutato, è contemporaneamente svalutato, e potrà decidere di dare il massimo per avere la vostra approvazione o fare il minimo indispensabile, perché tanto non servirà a cambiare il giudizio dei grandi. Sarà difficile per lui confrontarsi in modo maturo nel mondo adulto, perché crederà di non essere mai abbastanza e il non impegno, e quindi il non risultato, lo confermerà!

Bisognerebbe impegnarsi a comprendere le conseguenze delle nostre parole o comportamenti e rieducarli sulla base dell’affetto e del rispetto verso un’altra persona. Certo ognuno ha il diritto di pensarla come vuole o avere le proprie opinioni, ma se non sono direttamente richieste magari a volte è meglio “trattenersi”.

Sembra quindi chiaro che un atteggiamento giudicante ha un effetto negativo sulle nostre relazioni. Dalle critiche all’arrabbiatura al non salutarsi più il passo è spesso breve! Imparate a focalizzarvi sui fatti senza giudicarli e senza giudicare chi la pensa diversamente da te.

Le emozioni possono fuorviarci se rimaniamo in un atteggiamento giudicante spesso siamo assaliti da una sensazione sgradevole, o farci sentire tristi o incompresi.

Rimanere fermi in posizione giudicante significa anche non imparare nulla di nuovo. L’incapacità di vedere con occhi diversi impedisce di trovare nuove soluzioni e quindi portare al cambiamento. 

Imparare il non giudizio è comunque possibile se applicato quotidianamente. Iniziamo ad osservarci riconoscendo i pensieri giudicanti e come si presentano, se riusciamo a descrivere i fatti reali (quelli percepibili dai nostri 5 sensi per essere precisi!), se riconosciamo le emozioni che ne derivano. Pronti a lavorare?

Ferma il criceto che hai nella testa!

Quante volte vorresti che il cervello avesse un interruttore per poterlo spegnere e finalmente poterti rilassare senza problema alcuno? Purtroppo l’interruttore in questione non esiste, ma qualche domanda sull’affollamento di pensieri devi comunque fartelo!

I pensieri affollano la tua mente e ti sembra letteralmente di impazzire: forse non dai abbastanza spazio alle tue emozioni. Metti in primo piano il senso pratico o la razionalità e comprimi i tuoi desideri, sogni, ma anche rabbia e delusione. Non ti permetti di vivere le emozioni e le cacci da te, perché sono spesso dolorose o vissute come una perdita di tempo. Non hai tempo da perdere con cose così inutili. Poi inutili non lo sono affatto e così iniziano a pilotare i tuoi pensieri molto di più di ciò che volevi concedergli!

Vivi in un’ansia continua! Ricorda di vivere nel presente: l’ansia deriva da pensieri sul passato e su quelli riguardanti il futuro. Nel presente l’ansia non c’è. Se sei in ansia respiri male, non ossigeni abbastanza e quindi non pensi in modo adeguato.

Sei continuamente sovra stimolato da telefono, notizie, tv. Impara a staccarti di tanto in tanto, ascoltando i suoni della natura, ma anche il ritmo del tuo respiro ed il battito del tuo cuore. Riscopri la meraviglia del silenzio.

Impara infine a volerti bene. Se ti ascolti con attenzione e delicatezza i pensieri saranno solo pensieri!

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