Peso, risultati e costanza

In questi primi giorni dell’anno i social, forti delle festività natalizie appena terminate piene di tentazioni a cui nessuno ha resistito, sono invasi da richiami intriganti riguardo formule innovative che promettono di far perdere peso in breve tempo, senza sacrifici ed effetti collaterali. Alcuni di questi costano veramente poco, decine di euro, per cui si è tentati di provare anche se una parte di sé è consapevole che sono soldi sprecati, ma si sa…la speranza è dura da far morire!

Sfida dello yoga sulla sedia, lo Yoga ormonale, Ipnosi che non fa sentire il bisogno di mangiare, App per il conteggio delle calorie e dietologa on line. Pastiglie e tecniche contro il cortisolo e lo stress. Cosa hanno in comune? Sono veloci. Non richiedono sacrifici. Si può fare tutto da casa. Costi fattibili. Le recensioni sono fantastiche. Quello che viene letto è convincente. Niente impedisce di provare.

Ognuna di queste offerte ha il suo perché. Ognuno di noi però è unico e complesso. Non basta mangiare di meno o fare attività fisica se questo avviene per breve tempo nella speranza di avere risultati. Gli integratori sono utili, ma ognuno ha esigenze diverse come potrebbero esserci indicazioni diverse a seconda di una patologia o di un farmaco che si sta usando. Lo yoga ha effetti benefici se si patica regolarmente, ma ci vogliono mesi o anni. Probabilmente possono servire più cose contemporaneamente ad integrazione di un progetto di vita più ampio che non sia relegato genericamente alla perdita di peso.

Qui si fa dura perché qualsiasi strada o strade decidiate di percorrere il segreto del successo dipende da un unico fattore: la costanza. Piccoli passi, grandi risultati.

La maggior parte delle persone non vuole aspettare e spesso mette a repentaglio la salute ed il portafogli ascoltando false lusinghe. Finché non si affronta il perché si mangia troppo e male, perché non si dorme, perché non si riesce a portare a termine anche cose semplici della giornata, perché si è sempre stanchi o arrabbiati è impensabile che con un colpo di bacchetta magica può far ottenere risultati e perdipiù duraturi.

Io vado contro corrente e vi dico che c’è solo un modo per far pace con il cibo e se stessi: mettersi in discussione e decidere di cambiare molti aspetti della propria esistenza. Ovvero fare sacrifici!

Non esiste un’unica formula magica, ma un progetto specifico per ognuno di voi. Ognuno ha le sue esigenze, i suoi bisogni, la sua disponibilità di tempo e denaro ed il percorso deve essere fattibile. Quello che è valido per me non è per voi o un vostro amico. Spero che questo sia chiaro. Non è questione di dieta, ma di sane abitudini che devono sostituire abitudini errate e dannose, di un nuovo modo di guardare ed amare sé stessi.

Questo non ha un tempo definito, e non ho ancora creato una App che possa supportare questa mole di lavoro che è anche altamente individuale. Con il mio Metodo Integrato (leggi i volumi 1 e 2 editi da Campi di Carta) non faccio promesse assurde. Prometto aiuto e supporto. La creazione di strategie uniche e le modifiche necessarie per raggiungere i risultati.

La massima che gira a tale proposito sul web dice che:

Servono 3 settimane per avviare un’abitudine.

66 giorni per non abbandonarla. 6 mesi per consolidarla.

1 anno per trasformarla in un comportamento automatico ed altri 2 anni per renderla parte della tua identità.

Sono abbastanza d’accordo poiché nella mia pratica clinica so che ci vogliono 12 settimane (3 mesi!) per identificare e modificare un’abitudine. In questi tre mesi gran parte del lavoro è stato fatto. Con sane abitudini ed un diverso modo di mangiare ed ascoltare le richieste del proprio corpo Francesco (il racconto di suo pugno sul mio libro Taglia XXXL Autostima S edito da Campi di Carta) ha perso 17 kg in tre mesi e non si è mai sentito così libero, pieno di energia e consapevole nella sua vita. Ma non lo ha fatto da solo. Ci aveva provato mille volte e ad ogni imprevisto o difficoltà smetteva riprendendo velocemente i kg persi e sentendosi sempre più sconfitto. Con l’autostima a terra l’unica soddisfazione era mangiare con il risultato di un ulteriore aumento di peso aggravato dai sensi di colpa. In un percorso ci sono passi falsi come nella vita. Bisogna imparare strategie per affrontarli altrimenti il richiamo del cibo diventa automatico e potente. Ripeto da soli si fallisce. Camminare da soli è assolutamente possibile, ma dopo che si sono effettuati alcuni passaggi con successo, altrimenti se si interrompe prima di aver raggiunto quegli obiettivi cadere è facile, ma rialzarsi è difficile.

Quindi riassumendo: i risultati veloci e duraturi non esistono, ma fare piccoli passi e grandi aggiustamenti è possibile. Non si ha bisogno di nuovi buoni propositi. Si ha bisogno di mantenere più a lungo quelli vecchi.

Nei commenti attendo le vostre testimonianze!

Essere magri non (sempre) basta

La ricerca sulla correlazione tra magrezza e salute ha messo in luce un concetto importante: essere magri non garantisce automaticamente una buona salute. Questo va contro l’opinione diffusa secondo cui il peso corporeo sia l’unico indicatore di benessere fisico. Vediamo alcune evidenze e considerazioni chiave su questo tema.

L’Indice di Massa Corporea (IMC) è spesso usato per valutare la condizione di peso delle persone, classificandole come sottopeso, normopeso, sovrappeso o obese. Tuttavia, l’IMC ha limiti significativi. Non tiene conto della composizione corporea (rapporto tra massa grassa e massa muscolare), né della distribuzione del grasso corporeo, che sono elementi cruciali per valutare i rischi per la salute. Pertanto, una persona può avere un IMC “normale” o essere magra, ma avere una percentuale di grasso viscerale (attorno agli organi interni) pericolosamente alta, e quindi essere a rischio di malattie cardiovascolari o metaboliche.

Numerosi studi hanno dimostrato che anche le persone magre possono soffrire di condizioni tipicamente associate al sovrappeso o all’obesità, come il diabete di tipo 2, la pressione alta e il colesterolo alto. Questo fenomeno è conosciuto come “obeso metabolicamente sano” o “magro metabolicamente obeso” (TOFI, “Thin Outside, Fat Inside”). Ciò significa che una persona può sembrare magra, ma avere comunque depositi di grasso nascosti e squilibri metabolici che la espongono a rischi per la salute.

Essere magri non equivale necessariamente a seguire uno stile di vita sano. La dieta e l’attività fisica sono fattori chiave per il benessere, indipendentemente dal peso corporeo. Alcune persone possono essere magre a causa di una dieta povera, carente di nutrienti essenziali, o a causa di stress cronico, malattie o disordini alimentari, tutti fattori che possono compromettere la salute.

La massa muscolare gioca un ruolo cruciale nel mantenere una buona salute generale. Le persone magre con poca massa muscolare possono avere un rischio maggiore di sarcopenia (perdita di muscolatura) e osteoporosi (perdita di densità ossea) con l’invecchiamento. Mantenere un equilibrio tra massa muscolare e grasso corporeo è molto più rilevante per la salute a lungo termine rispetto al semplice raggiungimento di una determinata magrezza.

Anche la distribuzione del grasso è un fattore importante. Grassi accumulati nella zona addominale (grasso viscerale) sono più pericolosi per la salute cardiovascolare rispetto a quelli distribuiti su fianchi e cosce. Una persona può essere magra ma avere un alto livello di grasso viscerale, e quindi essere più a rischio rispetto a una persona con un peso corporeo maggiore ma con una distribuzione più favorevole del grasso.

In alcuni casi, l’enfasi sulla magrezza come segno di salute può portare a problemi psicologici, come disordini alimentari (anoressia, bulimia) e una percezione distorta del corpo. Questi problemi possono avere gravi conseguenze per la salute fisica e mentale.

Anche fattori come lo stress, la qualità del sonno e il benessere mentale hanno un impatto significativo sulla salute generale. Una persona magra, ma che vive in condizioni di stress cronico o con disturbi del sonno, può essere altrettanto o più a rischio di sviluppare problemi di salute rispetto a una persona con un peso corporeo maggiore.

In sintesi, la magrezza non è un indicatore automatico di buona salute. Un peso corporeo sano è solo uno degli elementi di un quadro molto più complesso, che include una buona alimentazione, esercizio fisico regolare, equilibrio psicologico, e fattori metabolici. Per migliorare davvero la salute, è essenziale adottare uno stile di vita equilibrato e non concentrarsi esclusivamente sul peso o sull’aspetto fisico.

Aperitivo in salute a FarmaCassia

Dal prossimo 30 settembre prendono il via una serie di incontri psico-educativi sul tema di salute ed alimentazione. Se pensi di non conoscere le correlazioni tra cibo ed emozioni, il perchè spesso una dieta fallisce o vuoi scoprire le insidie del supermercato quando fai la spesa, come leggere le etichette ed altro ancora ti invito a partecipare agli incontri presso FarmaCassia (Roma Nord/Giustiniana)

Gli incontri avvengono il lunedì gustando una deliziosa tisana, la partecipazione è gratuita con prenotazione obbligatoria per questioni organizzative.

Di seguito la locandina con le date. Vi invito fin d’ora a prenotare uno o più incontri al numero indicato!

Via della Giustiniana, 1222 ROMA

I segreti del mangiare consapevole

Il consumo consapevole (ovvero, prestare attenzione al nostro cibo, di proposito, momento per momento, senza giudizio) è un approccio al cibo che si concentra sulla consapevolezza sensuale degli individui del cibo e sulla loro esperienza del cibo. Ha poco a che fare con calorie, carboidrati, grassi o proteine. Lo scopo dell’alimentazione consapevole non è dimagrire, anche se è molto probabile che chi adotta questo stile alimentare dimagrisca.

L’intenzione è aiutare le persone ad assaporare il momento e il cibo e incoraggiare la loro piena presenza per l’esperienza culinaria.

Le diete tendono a concentrarsi sulle regole del mangiare (ad esempio, cosa mangiare, quanto mangiare e cosa non mangiare), con la misurazione prevista di risultati specifici. Questi risultati sono molto probabilmente la perdita di peso o, nel caso del diabete ecc. Tutte le diete hanno il potenziale di successo o fallimento in base ai risultati del peso. Le persone possono sapere che i loro risultati dipenderanno dal loro consumo e consumo di calorie e capire che questo ha a che fare con il loro comportamento, ma è raro che le persone sostengano il cambiamento del comportamento senza vedere risultati sui loro risultati. Il loro cambiamento di comportamento sarà soggetto allo stress quotidiano e alle pressioni esterne e quindi difficile da sostenere.

La consapevolezza è un comportamento orientato al processo, piuttosto che al risultato. Si basa sull’esperienza individuale del momento. L’individuo si concentra sull’apprezzamento dell’esperienza del cibo e non si preoccupa di limitarne l’assunzione. Chi mangia sceglie cosa e quanto consumare. Non è un caso che, all’interno di un approccio consapevole, le scelte della persona siano spesso quella di mangiare di meno, assaporare il mangiare di più e selezionare cibi coerenti con i benefici per la salute desiderabili.

Mangiare consapevolmente

Mangiare consapevolmente significa portare piena consapevolezza a ogni piatto o boccone di cibo. Inizia con il primo pensiero sul cibo e dura fino a quando l’ultimo boccone viene ingoiato e si sperimentano le conseguenze dell’episodio. Alcuni dei seguenti suggerimenti saranno utili per insegnare i metodi per mangiare consapevolmente:

  • Prima di raggiungere automaticamente qualcosa, fermati e prenditi un momento per notare cosa stai provando e cosa potresti voler riempirti. Sei stressato, annoiato, arrabbiato o triste? Sei solo? Oppure hai davvero fame fisica? Sii consapevole della tua reattività e fai invece una scelta.
  • Se il tuo desiderio non riguarda la fame, fai qualcosa di più appropriato per il desiderio.
  • Mangia intenzionalmente e mangia solo. Metti da parte altre distrazioni e presta attenzione al cibo.
  • Oltre a come sperimenti un alimento, considera cosa ci è voluto per portartelo. Chi è stato coinvolto nel processo di coltivazione e produzione? Considera il sole e il terreno che ci sono voluti per far crescere gli ingredienti e chiediti da dove vengono. Apprezza tutto ciò che è servito per portarlo nel tuo piatto.
  • Assapora ogni boccone come hai fatto con l’uvetta nell’esercizio precedente.
  • Dopo ogni boccone, controlla il tuo corpo per vedere come ti senti. Ne hai avuto abbastanza? Hai bisogno di più? È ora di smettere? Quindi passa a ciò che hai scelto.

Mangiare consapevolmente è una pratica che richiede un impegno a cambiare comportamento simile a quello necessario per qualsiasi dieta o piano alimentare; al centro di una dieta c’è la necessità di prestare attenzione.

È importante ribadire che il principale vantaggio dell’alimentazione consapevole non è la perdita di peso. Tuttavia, è molto probabile che le persone che adottano un’alimentazione consapevole come pratica regolare perdano il peso in eccesso e lo mantengano alla larga.

Il consumo consapevole supporta il senso di chi sono i praticanti assicurando loro che stanno bene in modo non giudicante e auto-accettante. Li incoraggia ad apprezzare il cibo piuttosto che limitarlo e morire di fame, avendo una mente da principiante e apprezzando pazientemente ogni momento con piena consapevolezza. Li incoraggia a fidarsi delle proprie decisioni piuttosto che essere limitati da regole su cosa e quando mangiare. La consapevolezza incoraggia i praticanti a vivere pienamente in ogni momento e ad apprezzare la loro vita così com’è.

Tratto da aggiornamento FCP (Formazione continua in psicologia)

Articolo liberamente tradotto e adattato. Fonte: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5556586/

Rispondi con onestà: perché vuoi iniziare una dieta?

La domanda un po’ a bruciapelo serve a prendervi alla sprovvista e a far si che rispondiate d’impulso, con sincerità. La risposta può sembrare ovvia: per perdere peso, ma per ogni persona questa condizione ha significati diversi.

Se ci si fa le domande giuste, a patto di essere sinceri, si può prevedere l’esito della vostra dieta ancor prima che iniziate. Se avete dubbi, se non vi sentite pronti, se la spinta viene dall’esterno, se cercate una strada facile e veloce, se solo l’idea vi provoca frustrazione lasciate perdere!

Vediamo insieme le domande necessarie prima di cominciare un programma di dimagrimento ed in base alle vostre risposte cerchiamo di comprendere quali sono i reali motivi e se ci sono aspetti ai quali possiamo appoggiarci per garantirne il successo.

Prendersi cura di se stessi dovrebbe essere un’occasione che genera entusiasmo non disperazione!

Innanzitutto pensate al perché avete preso peso ed in quanto tempo. Siete sempre stati rotondetti? In famiglia sono tutti un po’ in sovrappeso? Vi hanno insegnato a non lasciare nulla nel piatto?

La cultura familiare sul cibo è molto condizionante ed è possibile che siate stati esposti da sempre a certe visioni su cosa, quanto e quando mangiare. Sono condizionamenti importanti legati alla sfera affettiva per cui se iniziate un programma per perdere peso ne dovrete tenere conto e la dieta non basta serve anche un percorso psicologico e rieducativo personalizzato. Se invece avete vissuto un periodo stressante o avete appena partorito con poco impegno tornerete al peso di sempre e troverete la giusta via tra gusto e rinuncia. La cosa importante è stabilire una data di inizio ed una di fine ed essere ligi negli step intermedi.

Chiarito questo punto bisogna anche chiedersi perché si vuole perdere peso. La risposta dovrebbe essere sentirsi a proprio agio, poter vestire senza troppi limiti, maggiore sicurezza. Se invece pensate al fatto che qualcuno vi giudica per il vostro peso dovete mettere da parte questo aspetto e concentrarvi solo ed esclusivamente su ciò che desiderate voi per il vostro corpo ed il vostro spirito.

Avete qualcuno che vi aiuterebbe o appoggerebbe in un percorso dietetico? Avete paura di fallire? Pensate di evitare tutte le situazioni sociali mentre siete a dieta per evitare sgarri? Non serve ed è impossibile. Dovrete imparare a fare le scelte giuste per voi e non solo vivere il tutto come una rinuncia. Non aspettate di vivere fino al momento di essere magri, che nella vostra testa corrisponde anche al momento di essere felici, ma concedetevi momenti belli da soli, con amici o parenti che non corrisponde necessariamente al mangiare!

Capire cosa rappresenta il cibo: se placa l’ansia, lo stress, se vi ritenete golosi, se non sapete dire di no è un’altra domanda importante. A volte è anche molto difficile darsi una risposta perché non siamo abituati ad ascoltare il nostro corpo, i segnali che ci invia e le sue reali necessità. Scappiamo dalle emozioni, le vogliamo azzittire? Non capiamo quando siamo sazi? Pienezza e sazietà sono segnali che non distinguete? Avete dei cibi trigger o dei momenti o delle situazioni in cui mangereste qualsiasi cosa? In questo caso se le risposte tardano a venire o vi trovano confusi un percorso di mindfulness eating potrebbe risolvere il problema ancor prima di mettersi a dieta.

Le aspettative sono importanti per cui anche chiedersi cosa ci si spetta da una dieta non è affatto una domanda fuori luogo!

Costanza, pazienza, nuove abitudini e nuovi schemi mentali indispensabili per raggiungere l’obiettivo che devono essere previsti a grandi dosi ed immaginarsi nelle sensazioni di essere già al giusto peso rende tutto molto più…leggero!

Altro annoso problema è quale sarà la dieta più efficace. Si pensa sempre che più la dieta è rigida e più darà risultati: mi spiace dirvelo, ma ciò non corrisponde a verità. Più la dieta è rigida e più facile arrivare allo sgarro. E con lo sgarro partono i pensieri del tutto o nulla! deleteri e non funzionali! L’unica dieta è quella sana, variegata, adatta alle nostre necessità. Un consiglio: imparate prima di tutto ad abbinare gli alimenti, a cucinare in modo semplice ed evitare cibi elaborati. I dolci relegateli solo ad occasioni speciali: non sono necessari alla nostra alimentazione e sono responsabili di sbalzi ormonali! Le diete sane funzionano sempre: l’importante è seguirle e non basta attaccarle al frigorifero!

Imparate che uno sgarro ogni tanto non inficia irrimediabilmente la dieta. Uno o più sgarri al giorno invece si! Per questo faccio compilare un diario alimentare. E’ importante tenere nota dei successi quanto dei fallimenti per poter migliorare un poco alla volta in base ai propri tempi.

Non guardate la bilancia con ansia. Misura solo il vostro peso, non il vostro valore come persona, Se intendete iniziare una dieta dovete sapere che il peso durante la giornata subisce spesso dei cambiamenti per vari motivi e che il peso giusto è determinato da una media per cui basta pesarsi a digiuno una volta a settimana nelle stesse condizioni ed orario. Infine pensa alla dieta come un momento di grandi scelte e quindi di opportunità per piacerti di più ed imparare più cose di te. La qualità della tua vita passa anche da come vivi il tuo corpo e da come ti senti con te stessa e con gli altri.

Iniziare una dieta di lunedì aumenta davvero le probabilità di successo?

Non è un luogo comune, recenti studi confermano che il lunedì, essendo il primo giorno della settimana, innesca una sorta di reset nella nostra mente, è vissuto come un nuovo inizio a cui affidare i nostri buoni propositi. Nel caso della dieta passati i “bagordi” del fine settimana ci si sente a posto con la coscienza se iniziamo uno stile alimentare più sano!

Approfondiamo questo tema:

il nuovo anno, gennaio ed anche il lunedì sono vissuti come nuovi inizi. Momenti in cui è possibile lasciarsi il passato alle spalle, si ha l’entusiasmo e l’illusione che si possano fare i veri cambiamenti e ci si crede davvero! I buoni propositi del nuovo anno in genere a fine gennaio sono già dimenticati, quelli del mese, in genere sono a gennaio o a settembre (per qualcuno il vero inizio dopo le ferie estive), giorno per giorno perdono di efficacia e quindi non rimane che appellarsi al lunedì che si presenta settimana per settimana per rinnovare le buone intenzioni! Ma anche in questo caso quanto dura riuscire ad evitare gli sgarri? L’avvicinarsi del fine settimana fa vacillare anche la persona più convinta fino a naufragare in un mare di sensi di colpa aggiustati il lunedì seguente!

Nel lungo termine questi nuovi inizi, che non hanno un riscontro, possono rappresentare una frustrazione ed uno stress.

Allora non c’è un giorno in cui avere più probabilità di successo?

Non sono le convenzioni sociali a farci raggiungere gli obiettivi, ma il sì che diciamo a noi stessi! Quando quel sì arriva non è importante il giorno della settimana, il mese o l’anno! La differenza sta nella scelta che facciamo per noi: volere fa rima con potere! Se invece “dobbiamo” è un’imposizione che non ci porterà da nessuna parte. Lavoriamo sul positivo facciamoci trascinare dall’entusiasmo per una nuova casa, un nuovo lavoro, una promozione  per cominciare un’alimentazione corretta per noi come regalo da fare a noi stessi in un buon momento e non come un sacrificio!

Concludendo è importante che ogni inizio vada affrontato con lo spirito giusto e solo quando ci si sente pronti, ma fate attenzione anche al procrastinare (lo fate con tutto non solo con la dieta fateci caso!) allontana sempre più l’obiettivo, rende nervosi, insoddisfatti ed allunga irrimediabilmente la strada da percorrere aumentando il disagio verso il proprio corpo, l’aumento della predisposizione a patologie e la considerazione di non esserne capaci con svilimento dell’autostima. Quindi il miglior momento è: ADESSO!

Gennaio: indispensabile la “remise en forme”

Non trovate la scusa dei dolcetti che ancora girano per casa e non arrivate a febbraio con il corpo appesantito dagli stravizi delle festività. Non mantenete il corpo in sovraccarico oltre il dovuto perché la bella stagione è dietro l’angolo e rischiate di fare i soliti errori con le diete devastanti i 10 gg prima delle ferie!

Anche i più bravi qualche extra lo hanno fatto e tra i buoni propositi dell’anno sicuramente rimettere il corpo a regime è fondamentale. Dopo due periodi natalizi in semi lock down è stata importante anche la ritrovata convivialità,  ma tra ore di sonno perdute e quelle passate a tavola  dobbiamo fare i conti con una corretta “remise en forme”.

Molti hanno già ricominciato le attività a pieno regime, i bambini/ragazzi sono a scuola e quindi con i ritrovati ritmi sarà più semplice rimettersi in riga.

Iniziamo dal sonno. Non tutti possono permettersi le classiche 8 ore, ma sicuramente non state al di sotto delle 6 ore. Decidete un orario consono per andare a dormire  in base ai vostri orari lavorativi. Se non riuscite a prendere sonno, mettetevi a leggere un libro, ma non usate il cellulare che tiene il cervello “acceso” sfavorendo il riposo. Una tisana calda concilia la calma e favorisce il sonno, ma se avete ulteriori difficoltà provate con la melatonina. Per consigli d’uso e dosaggio affidatevi al vostro farmacista di fiducia.

Secondo punto debole è l’attività fisica. Se ancora non vi siete iscritti in palestra ed è qualcosa che state rimandando da settembre, bè è il momento giusto per farlo. Personalmente ritengo che una bella camminata di almeno 40 minuti al giorno possa bastare, ma anche tapis roulant o cyclette in casa (stesso tempo minimo!) possono andare bene. Se vi piace la musica esistono tantissime attività sportive che la includono e se vi annoiate ad allenarvi da soli cercate un amico che venga con voi o fate amicizia in palestra con le persone del vostro corso. Unica parola d’ordine è non tergiversate e cominciare da subito. Un’attività fisica continuativa permette il rilascio di endorfine che vi farà sentire bene dal primo giorno e che procurerà una sensazione piacevole nell’esecuzione. Il patto è che facciate almeno un po’ ogni giorno per mantenere questa sensazione che vi permetterà di inserire l’attività fisica tra le vostre attività giornaliere.

Infine l’alimentazione. Per ridurre le sensazioni di gonfiore addominale, reflusso o irregolarità intestinali è necessario riprendere un’alimentazione equilibrata, per chi ancora non è entrato in quest’ottica è il momento giusto per cominciare!

Parola d’ordine è disintossicarsi.

Via libera ad acqua e tisane ed infusi. Una tisana al finocchio è perfetta per la digestione e ridurre il gonfiore addominale. Camomilla, malva, tiglio, biancospino sono lenitive per la mucosa gastro intestinale e calmanti.

Non si tratta di perdere eventuali kg acquisiti durante le feste, ma portare il corpo a lavorare al meglio. Con i cibi ricchi di fibre quali alimenti integrali, frutta e verdura favoriamo il tratto intestinale e introduciamo vitamine e sali minerali fondamentali per il corretto funzionamento del nostro organismo.

Evitate sale e condimenti grassi. Usate olio EVO  a crudo ed eventualmente insaporite con spezie. I dolci sono assolutamente aboliti. Se proprio avete avanzi di panettone mangiatelo a colazione e poi scordatelo fino al giorno dopo. Altri dolci quali biscotti, frutta secca o torroni possono diventare il vostro extra nel fine settimana. Non vi preoccupate non scadono a breve e quindi niente scuse!

Anche i metodi di cottura sono importanti. Sempre, ma in particolare adesso per mettere a riposo il corpo. Piastra e vapore sono i metodi perfetti.

Nota bene: non sono i vestiti a starti stretti, ma persone e situazioni!

Quando si inizia ad ingrassare ci si preoccupa della lampo che non sale, dei pantaloni che non si chiudono e dei rotolini che si intravedono dalla maglietta, ma il motivo di preoccupazione dovrebbe andare in ben altra direzione. Ci sono situazioni e relazioni che “ci stanno strette” ancor prima degli abiti. Non è facile scappare in certi frangenti e la soluzione più semplice è quella di rifugiarsi nel cibo. Una soluzione apparentemente innocua che ci porta in una direzione ancora più difficile da gestire.

Alcune persone sono tossiche, ci tolgono energia, sono giudicanti. Spesso non si sa come rapportarcisi, a volte si è troppo arrendevoli. Quante volte dopo certe situazioni ci siamo detti: avrei potuto rispondere così, perché mi sono fatto mettere i piedi in testa, ancora una volta mi ha fregato? Situazioni in cui non si è riusciti a tenere testa a persone che in fondo non sono neanche buone per noi. E questo genera ansia perché non ci è piaciuto essere stati trattati “male” o “svalutati” e conflitto con noi stessi perché in fondo “è colpa nostra” se è successo.

Molte persone non sanno gestire questa ansia che sale e trovano conforto nel cibo. Ci sono ragioni lontane per cui il cibo diventa la panacea di tutti i mali. Dal primo momento di cibo/amore che riceviamo alla nascita, alla caramella che ci davano da bambini per dimenticare “la bua”, delusioni d’amore condivise con l’amica del cuore ed un gelato e via discorrendo.

E’ che il cibo è socialmente accettabile rispetto ad una droga, ma la funzione è la stessa così come le aree cerebrali predisposte ad accogliere le sensazioni di piacere che ne derivano.

Spesso ci si accorge che qualcosa non va dopo aver preso 18/20 kg ed è difficile far tornare indietro l’ago della bilancia così come cambiare alcuni comportamenti (leggi schemi mentali). Una paziente venne da me perché non riusciva a perdere peso. In effetti non riusciva a seguire nessuna dieta per l’ansia che la sovrastava. Nei suoi racconti sono emerse alcune “pecche” come quella di aver accettato di andare a vivere vicino alla suocera (molto giudicante) per amore del compagno, essersi proposta a risolvere situazioni della famiglia per essere accettata a considerata per poi finire per essere esausta, sfruttata ed anche umiliata!

Abbiamo dovuto lavorare sull’amore verso se stessa, sul giudizio, sul bisogno di essere accettata e sulla capacità di fare scelte buone per se stessa prima di poter portare a termine con successo una dieta. Spesso mi guardava e mi diceva: “ma possibile che me ne sono accorta dopo 4 anni e 20 kg?”

La verità è che ognuno ha i suoi tempi per capire ciò che non va ed avere il coraggio di affrontare una situazione vecchia con nuovi strumenti. Non per tutti è facile chiedere aiuto e a volte neanche le amiche ed i compagni sono sinceri quando ci dicono che stiamo bene salvo poi uscirsene un bel giorno dicendo: “ti sei ingrassata/o” e da lì crolla un muro. Perché solo allora ci si accorge che prima di stare stretti i vestiti ci stanno strette situazioni o persone. Ma forse quello che manca veramente è la cura e l’amore per noi stessi, quello che spesso chiamo “sano egoismo” e che tante persone faticano a comprendere se non quando è davvero tardi ed i danni avvenuti.

Fare pace con il cibo (argomento di giugno)

Con l’arrivo dei primi caldi si presenta la necessità di scoprirsi e questo comporta non pochi timori. Quei rotolini o la pancetta che il maglione copriva, le gambe nascoste dal pantalone che d’inverno evitavamo di affrontare ora si presentano nella nostra vita sfacciatamente e non possiamo più ignorarli. Allora che succede? Che si ricorre a diete drastiche per una “remise en form” dell’ultima ora. Ma attenti a cosa state facendo poiché le scorciatoie non funzionano con la perdita di peso e ciò che perderete, se non prenderete la strada giusta, sarà solo l’autostima. Ecco quindi l’argomento del mese di giugno: Fare pace con il cibo.

Imparare a mangiare bene, capire come e perché si mangia, perché ci si rifugia nel cibo, perché è difficile seguire una dieta e come affrontare i fallimenti saranno alcuni degli argomenti che porterà la bella stagione. Seguitemi sui social e sul blog e come sempre prenderò in considerazione gli argomenti proposti e cercherò di rispondere a tutte le vostre domande.

La psico-nutrizione ti cambia la vita

Problemi grandi non hanno soluzioni semplici. Nel caso di sovrappeso o di obesità il sogno è quello di mangiare quello che si vuole senza ingrassare. L’approccio verso queste problematiche prevede una visione molto ampia poiché il problema è oltre l’aumento di peso e la gola e riguarda il corpo, ma principalmente la nostra testa.

La psico nutrizione è una scienza che si occupa del rapporto tra cibo e mente. Da una parte vengono presi in esame gli aspetti strettamente nutrizionali che comprendono la conoscenza dei principi alimentari di base, i corretti accoppiamenti alimentari e quindi un’educazione al riguardo. Dalle scelte da fare al supermercato, ai prodotti a km 0 fino alle modalità per cucinare mantenendo intatte le caratteristiche organolettiche degli alimenti.

Dall’altra parte tutto l’immenso mondo che riguarda gli aspetti emotivi che girano attorno al cibo ed indaga i primi momenti di interazione con la madre o la persona che si occupava dell’alimentazione, fino ai riti sociali ed i significati che culture diverse danno al cibo.

Nel mio caso mi occupo di questo da oltre venti anni, prima esclusivamente come psicologo che si occupa di disordini alimentari (sovrappeso in particolare) ed in seguito come coach alimentare in modo da avere gli strumenti per dare tante indicazioni pratiche ai miei pazienti.

Molto importante la collaborazione con il medico di base ed una nutrizionista, in caso di prescrizione dietetica, un grande alleato può essere anche il personal trainer perché una duratura perdita di peso dipende anche dall’attività fisica.

L’approccio alla perdita di peso è quindi sempre un approccio integrato che prende in esame la persona nella sua interezza: fisica, psichica e nutrizionale. Molto importante è indagare la modalità di consumazione del cibo, come viene scelto e come viene preparato, ma anche se si mangia da soli o in compagnia.

L’aumento di peso non avviene in pochi giorni o in pochi mesi, spesso viene da anni di abitudini errate: ricette di famiglia, vita disordinata, ma anche aver imparato l’aspetto consolatorio del cibo se stanchi, stressati o arrabbiati.

Quindi la vera difficoltà sta nel dover cambiare alcuni schemi mentali e sostituirli con altri ottimali per una buona qualità della vita. Quindi il ruolo dello psicologo è importante non solo nell’aspetto del disturbo dell’alimentazione, ma anche riguardo l’ansia derivata dal dover seguire una dieta o rispetto ai ripetuti insuccessi precedenti, il vissuto della propria immagine corporea e le resistenze al cambiamento.

E’ importante un’educazione alimentare di base, la pianificazione di risultati a breve e lungo termine, apprendere la consapevolezza dei propri comportamenti non solo riguardo al cibo. Imparare a reagire in modo adattivo alle emozioni, riconoscere il senso di sazietà e le azioni che si compiono per noia, per rabbia, per stanchezza o semplicemente perché si è innescato il pilota automatico!