Gli aspetti psicologici del Natale … da più punti di vista/ Parte 1

Volevo scrivere un articolo che riguardasse questo periodo prenatalizio, ma iniziando ascrivere, mi sono resa conto di quanto sia complesso questo argomento e di quante sfaccettature siano da prendere in considerazione. Ho deciso quindi di anticipare ogni giorno alcune riflessioni che solo il giorno di Natale comporranno un unico articolo.

Voglio cominciare quindi parlando delle aspettative natalizie dal punto di vista psicologico.

1. La psicologia delle aspettative natalizie

Il “Natale ideale” è un concetto che cambia a seconda delle esperienze, dei valori e delle aspettative di ciascuna persona. Per qualcuno, potrebbe significare trascorrere le feste con la famiglia, mentre per altri potrebbe essere una pausa tranquilla lontano dalle convenzioni sociali. Ecco alcune riflessioni per aiutarti a capire se il “Natale ideale” per te è un’idea positiva o meno:

Cosa rende ideale il Natale?

  1. Condivisione e unione: Per molte persone, il Natale ideale è quello che si passa insieme alla famiglia, agli amici o alla comunità. Le tradizioni come il cenone, lo scambio di regali e le celebrazioni condivise possono essere una fonte di gioia e appartenenza.
  2. Felicità e generosità: Il Natale può essere un momento di generosità, dove si pensa agli altri, si aiutano i più bisognosi e si fa un gesto di bontà. Questo può portare un forte senso di realizzazione e soddisfazione personale.
  3. Relax e serenità: Alcuni vedono il Natale ideale come un’opportunità per staccare dalla routine e dedicarsi a sé stessi. Un po’ di riposo, magari circondati da decorazioni festive e da una buona atmosfera, è una visione molto diffusa.
  4. Spiritualità e riflessione: Per chi ha una fede religiosa, il Natale ideale potrebbe essere quello che porta una riflessione spirituale profonda, che va oltre i regali materiali e si concentra sul significato del Natale.

Cosa potrebbe renderlo “non ideale”?

  1. Stress da preparativi: Per molte persone, il periodo natalizio può diventare un momento di grande stress. Le corse per acquistare regali, cucinare pranzi elaborati, organizzare eventi possono togliere la bellezza delle feste, trasformando il Natale in un impegno faticoso.
  2. Solitudine e isolamento: Sebbene il Natale sia spesso visto come un periodo di condivisione, per chi vive da solo o non ha una famiglia vicina, può essere un momento difficile e solitario.
  3. Commercio e consumismo: Il lato commerciale del Natale, con la pressione di acquistare regali costosi e partecipare a tradizioni consumistiche, può far perdere il vero significato della festa. Alcuni potrebbero preferire un Natale più semplice e autentico, lontano da pressioni sociali e economiche.
  4. Conflitti familiari: Non tutte le famiglie sono perfette, e le riunioni familiari possono essere anche fonte di conflitto o incomprensioni, rendendo il Natale difficile per alcune persone.

Avete visto come l’ideale del Natale dipende molto da come ogni individuo lo vive. Alcuni lo vedono come il momento più magico dell’anno, altri come una sfida emotiva o pratica. L’importante è trovare un equilibrio che rispetti i propri desideri, senza sentirsi sopraffatti dalle aspettative o dalle tradizioni. Se senti che il Natale ideale per te è un mix di pace, generosità e momenti autentici, allora è sicuramente possibile realizzarlo, ma se per te non è così cerca di comprendere cosa può essere modificato dentro e fuori di te.

Coltiva la gratitudine

Nel quotidiano siamo sopraffatti da piccoli o grandi problemi, diverse difficoltà o incombenze che a livello percettivo sono per noi davvero pesanti. Il pensiero delle cose da fare e delle emozioni che ne scaturiscono a volte sono davvero troppo. L’ansia generata dalle cose che accadono, o che ancora non sono accadute e forse neanche accadranno, mina la nostra serenità in continuazione e spesso si attuano comportamenti altrettanto inadeguati sfinendoci.

E che dire della continua valutazione generata dal confronto sociale? Siamo sempre meno di questo o quello. Meno capaci, meno validi, meno belli…. Questo crea una enorme dose di ansia fino alla depressione!

Invece di concentrarci, come abbiamo appreso nella maggior parte dei casi, sulle cose negative o fastidiose o pesanti proviamo a spostare la nostra attenzione sugli aspetti positivi delle nostre giornate che sono davvero molti se ci si ferma ad osservare!

“La gratitudine è la memoria del cuore” (Lao Tse)

La parola gratitudine deriva dal latino “gratus”  che possiamo tradurre con i termini piacevole o grato. Definita come un sentimento di affetto e di riconoscenza, il suo significato è molto ampio. Lo psicologo Emerson la definisce come l’apprezzamento di ciò che è prezioso e significativo per sé stessi identificandone due componenti fondamentali:

  • la presenza di cose buone nel mondo e nella propria vita;
  • il riconoscimento che le fonti di questi aspetti positivi siano anche al di fuori di sé stessi.

La gratitudine apre il cuore e permette di orientare la mente verso ciò che nella vita è positivo e buono, costituendo quindi un buon antidoto alla tendenza naturale della nostra mente a indugiare su tutto ciò che è assente o imperfetto. È anche un sentimento che nasce dalla consapevolezza dei doni che la vita ci mette continuamente a disposizione, riconoscendo il buono dei nostri scambi col mondo e quanto nutrimento riceviamo. Tramite la gratitudine entriamo in connessione più profonda con gli altri, la natura, il mondo. Senza gratitudine tutto quello che accade intorno passerebbe quasi inosservato. Provare l’emozione della gratitudine coinvolge una serie di fattori importanti per il nostro sviluppo psicologico. *(fonte Istituto Mente e Corpo)

Anche le neuroscienze evidenziano come la gratitudine influisca sul nostro benessere migliorando l’ottimismo e le relazioni sociali diminuendo l’attenzione verso aspetti negativi o mancanze. Immaginiamo la gratitudine come ad un seme che va innaffiato ogni giorno! Per poter crescere e dare frutti  questo seme ha bisogno del nostro impegno. Come si coltiva la gratitudine?

Il Professor  Ronald Siegel, Psicologo e Assistant Clinical Professor of Psychology presso la Harvard Medical School, esperto di meditazione consapevole con numerose pubblicazioni alle spalle, propone delle tecniche perimparare a coltivare la gratitudine.

Vediamone alcune insieme, con qualche mia personale modifica, per poterle applicare ogni giorno e cambiare il modo di approcciarci alla nostra vita al meglio nel quotidiano.

Una settimana insieme per praticare la fiducia e l’autocompassione, per riuscire a divenire grati a noi stessi ed aiutare ad affrontare quei sentimenti negativi quali il fallimento o il rifiuto o la vergogna con nuove energie e consapevolezza che il bello ed il buono ci sono sempre se si hanno occhi per vederlo!

  • Inizia la tua giornata con il sorriso e ringrazia per tutto ciò che il nuovo giorno ti porterà! È un inizio positivo che predispone alle cose buone e dice alla tua mente che accadrà sicuramente qualcosa di speciale e meraviglioso.
  • Osserva con occhi nuovi il percorso che fai per andare al lavoro. Nulla è scontato cerca di aprire la mente ed il cuore per vedere oltre le barriere che ti sei posto. Se ti annoia cambia strada o almeno una parte di essa e cerca di capire cosa ti piace della novità.
  • Una volta alla settimana, prenditi qualche minuto per riflettere sui doni che hai ricevuto nella tua vita: potrebbe essere un caro amico, una propria capacità personale o anche una esperienza. Ricorda che nulla di tutto ciò è scontato e quindi sii grato per questo o questi doni se hai la fortuna di averne più di uno nel tuo elenco!
  • Annota i diversi doni che ti vengono in mente dividendoli per categorie: un giorno pensa alla dimensione familiare o affettiva, un altro al lavoro o a quello che fai con passione.
  • Descrivi i sentimenti che emergono quanto pensi ai doni precedentemente elencati relativi alle relazioni. Cosa accadrebbe se queste persone non facessero parte della tua vita? Sii grato perché ti sono accanto o anche solo nel cuore.
  • Quando sei al lavoro cerca di apprendere cose nuove: non dare mai nulla per scontato oppure prova a fare una cosa in modo diverso. Non darti limiti e sii grato per poter provare.
  • La sera prima di dormire ringrazia per quello che hai ricevuto anche per quello che i tuoi occhi non hanno visto pensando che il giorno dopo con occhi nuovi proverai a riconoscere quei doni che ti erano sfuggiti.

No, scusa non ho tempo!

Quante volte hai sentito questa frase? Quante volte sei stato proprio tu a pronunciarla? Quante volte parli del tempo, o meglio della mancanza di tempo, come una scusa per non fare una cosa? Ora ti dico la verità: non è vero che non hai tempo. È che decidi di utilizzare quel tempo in un altro modo.

Fermarsi, apprendere nuove strategie, prendersi le proprie responsabilità, migliorarsi, richiede sicuramente fatica e sicuramente fa uscire dalla propria zona di confort!

Spesso menti a te stesso, mettendo avanti la scusa del tempo, quando semplicemente, l’azione che stai evitando di fare, non è tra le tue priorità o peggio lo sarebbe, ma ti sembra inutile fare un tale sforzo. Ti metti in testa mille cose da fare senza considerare che la giornata è fatta di 24 ore e parte di quelle sono designate al lavoro e al riposo. Se insisti a voler fare troppe cose senza una scala di priorità il risultato sarà che sarai sempre in ansia e delle cose che volevi fare molte non saranno fatte e molte saranno fatte male! Il giorno dopo sarai ancora trafelato perché le cose non fatte il giorno prima si accumuleranno, insieme alla tua insoddisfazione, a quelle del giorno in corso. Spesso ci si ostina a voler fare ciò che è umanamente impossibile in una giornata, perché si cerca approvazione altrui. In altre situazioni “non avere tempo” è la scusa per non fare cose che non ti vanno.

Dovresti fare attività fisica, sistemare l’armadio, mettere apposto quei documenti…(ma non hai tempo) e poi rimani sul divano due ore a leggere i messaggi su WhatsApp o video su Tik Tok. Ma poi nascono i sensi di colpa, perché sai cosa sarebbe giusto, ma continui a creare situazioni in cui il tuo tempo non basta mai. Quindi stai scappando! Chiediti da cosa stai scappando e se invece ne sei consapevole trova un modo diverso di affrontare la situazione che non sia nasconderti dietro il fattore tempo.


Rimandare e rimandare all’infinito fa perdere occasioni, mancare obiettivi usando come scusa sempre il tempo! Eppure adesso ti propongo un cambio di prospettiva…Pensa al tuo tempo investito in attività utili o di valore, che possano darti un ritorno molto più interessante rispetto al tempo “speso”.

Magari ti sembra più facile dedicare tempo ad altri, ma non a te stesso. Ti metti sempre in secondo piano. Se impegnarti per te stesso, valorizzarti ti crea sacrificio vuol dire che non credi abbastanza in te stesso, che non credi di meritare di più, di avere di più (nel lavoro, affetti, ecc) e finisci per accontentarti. Io credo che nella tua vita ci siano tanti tempi “morti” che per pigrizia o distrazione non impieghi nel modo giusto. Se sei sempre in ritardo forse devi chiederti il perché. La risposta “non ho sentito la sveglia” o “c’era traffico” non stanno più in piedi. Se si ha piacere a fare una cosa o incontrare una persona ci si muove per tempo. Se non consegni mai il lavoro nei tempi richiesti vuol dire o che non sai fare il tuo lavoro (e quindi meglio impegnarsi ad apprendere nuove e più efficienti procedure) oppure non lo ami, o non ami l’ambiente in cui lavori. Non c’entra nulla il tempo, impara ad essere onesto con te stesso. Non dirti bugie. Ascoltati.

Quante volte ti dici dovrei chiamare quell’amico, dovrei fare questa o quell’altra cosa e poi ti ripari nella scusa del…non ho tempo? Quell’amico cosa rappresenta per te? Ti crea disagio? Ti annoia? E’ giudicante? Ti fa sentire in colpa? Forse prima di ricorrere alla scusa del tempo sarebbe meglio provare a fermarsi ed essere sincero nelle risposte.

Quando una cosa la si vuole davvero il tempo si trova sempre. Cerca di fare le cose che ti fanno stare bene e ti danno soddisfazione. Se una cosa non ti va, ma la devi fare per forza, allora falla bene. Anche se una cosa “scoccia” il fatto di farla comunque, e come deve essere fatta, di ritorno apporta un’immagine positiva di sé. Accampare sempre scuse, invece, rende la propria immagine apatica, senza volontà. Un comportamento che porta a percorsi già compiuti dove la realizzazione personale e l’immagine buona di sè stessi viene calpestata. Qui non puoi dare la scusa ad altri. Sei tu che compi le tue scelte e fare le cose nel migliore dei modi ti porterà sicuramente ad una migliore visione di te stesso. Imparerai a gestire il tuo tempo e creare tempo di qualità…perché senti di meritarlo.

In equilibrio con Yin e Yang

Settembre è alle porte e ormai quasi tutti abbiamo ricominciato le solite attività. Dovremmo essere un po’ più riposati e pieni di energia e positività, ma a volte al rientro si ha quasi una sensazione di spossatezza ed allora cerchiamo l’equilibrio con i concetti di Yin e Yang.

Dalla antica tradizione cinese nel “Taijitu”,  quel simbolo dove il bianco ed il nero si “abbracciano”, la rappresentazione del concetto di yin e yang il cui significato sfugge ai più.

I principi di yin e yang si fondano sul fatto che tutto il mondo manifesto si regge sul concetto di opposto. Qualsiasi cosa ha un suo opposto, non assoluto, ma in termini comparativi. Hanno una radice uno nell’altro, sono interdipendenti, hanno una origine reciproca e l’uno non può esistere senza l’alto.

Anche in psicologia viene considerato il concetto del doppio con O.Rank, allievo di Sigmond Feud , in Der Doppelgänger  mentre C.J. Jung parla di ombra.

Nella traduzione, anche se approssimativa, si parla di yin come il lato in ombra della collina e corrisponde alla notte o alle funzioni meno attive, mentre con yang ci si riferisce al il lato soleggiato della collina che corrisponde al giorno ed alle funzioni più attive.

Ho trovato una tabella sul web per far comprendere questi opposti ed organizzarli e ve la condivido:

 TABELLA

Yin                        Yang

Nero                    Bianco

Oscurità             luminosità

Confusione        chiarezza

demoni               dèi

luna                     sole

notte                   giorno

passivo               attivo

freddo                 caldo

negativo             positivo

nord                    sud

ovest                   est

terra                   cielo

acqua                 fuoco

femminile         maschile

Perché questa suddivisione? Perché potrete valutare se le vostre energie sono ben armonizzate tra lo yin e lo yang. Ascoltate i vostri bisogni, rispettate i vostri ritmi cercando di comprendere come compensare le vostre energie. Possiamo immaginare delle attività yin come fare un riposino, lavorare al computer, disegnare, scrivere o attività yang come cucinare, giocare con i figli o passeggiare.  Se suddividiamo l’energia yin come femminile che comprende attività intellettuali, la lettura l’introspezione la tranquillità, la dolcezza o il freddo in opposizione all’energia yang come maschile comprendente le attività sportive, l’azione, l’estroversione e il calore possiamo vedere se in una giornata le energie yin e yang sono ben compensate!

Esercizio:

Descrivi le attività della tua giornata e cerca di suddividerle tra yin e yang. Sono in equilibrio tra loro? Come potresti riequilibrarle? Quali azioni devi mettere in atto?

Fatemi sapere se questo esercizio vi è piaciuto e vi è stato utile!

Quando sarò magra…

Quando sarò magra andrò al mare con il costume. Quado sarò magra andrò a ballare. Quando sarò magra non dovrò più preoccuparmi di quello che mangio. Quando sarò magra le persone mi apprezzeranno.

Quante volte avete mentito a voi stessi, sapendo di mentire, in questi anni?

Affinchè la vostra vita cambi, un passo difficile, ma necessario è smettere di procrastinare. E’ come attendere di vincere alla lotteria se non avete neanche acquistato il biglietto!

Smettete di aspettarvi qualcosa dagli altri: è una triste realtà, ma fatevene una ragione. Ognuno ha la sua vita, i suoi interessi ed i suoi principi. Non necessariamente la persona che si ha davanti deve rassicurarvi e darvi fiducia ogni giorno. Imparate a credere in voi e ad apprezzarvi. Anche quando sbagliate cercate di imparare qualcosa invece di abbattervi. Solo così imparerete ad essere più sicuri.

Smettetela una buona volta di volere che tutto sia perfetto. La perfezione è un’illusione. Non esiste. Noi siamo esseri imperfetti alla continua ricerca di un equilibrio. Questa è la realtà, se non l’accettate sarete sempre frustrati ed insoddisfatti.

Visto che ci siete smettetela anche di pretendere troppo da voi stessi. Le aspettative degli altri e di noi stessi ci abbattono invece di spronarci. Potete utilizzare al massimo il vostro potenziale solo se smettete di stressarvi per cose inutili. Smettetela anche di impedirvi di fare ciò che volete fare.

Cercate di vivere almeno un po’ nel presente senza fantasticare un futuro che si allontanerà sempre di più perché faticoso da raggiungere nella realtà. Lottate per le vostre idee e concentratevi suoi vostri obiettivi che naturalmente devono essere “fattibili”. Aumentate i vostri limiti giorno per giorno, non pretendete un passo più lungo della gamba se non siete pronti sarà una sconfitta che minerà la vostra autostima.

La felicità si raggiunge nel presente quando siete consapevoli del vostro impegno malgrado i risultati. Un atteggiamento positivo porta ad essere vincenti anche se ci vogliono più tentativi. Se vi sentite parte del mondo sarà più facile vedere ed usufruire le occasioni che proprio il vivere vi offre.

Quindi smettete di respirare ed iniziate a vivere.

Ps. Magri lo diventerete solo se siete felici e non il contrario!!