Vivere o sopravvivere?

Vivere significa avere coraggio, significa fare le cose con passione, significa lasciare le strade sicure, abbandonare la propria zona di confort. Significa vivere una vita intensa ed autentica. Ma attenzione al fare (e all’avere!) perché non è nel fare che si raggiunge una vita autentica, ma nell’essere.

Essere significa fare cose che ci appassionano, ciò che ci stimola, ciò per cui abbiamo le giuste capacità. Il motivo che ci spinge fuori dal letto la mattina e che condiziona le scelte nelle nostre giornate e ci fa fare progetti per il futuro. A volte si mette da parte questa dimensione dell’essere perché qualcuno ci ha detto che non siamo capaci, non siamo all’altezza o peggio ci hanno detto: “chi ti credi di essere!”

Viviamo in una società e non su un’isola deserta è inevitabile il confronto con l’altro che può influenzarci anche pesantemente. Le aspettative altrui possono condizionarci, il nostro bisogno di essere apprezzati ci fa trovare spesso schiacciati da pesi enormi. Ci sentiamo giudicati anche da noi stessi!

Spesso si finisce con il vivere una vita che non ci appartiene per non deludere gli altri o solo perché gli altri ci dicono che non siamo abbastanza e quindi è anche inutile provarci. Per prendere in considerazione i nostri desideri dobbiamo avere il coraggio di guardarci dentro, senza giudicarci. Ogni pensiero deve essere valutato nel qui ed ora ovvero nel momento presente comprendendo quali sono le risorse a cui possiamo fare riferimento, quali sono i nostri punti forti, ma anche le debolezze per poterle arginare.

Quando si fa una scelta per la propria vita la si fa al di là delle aspettative delle altre persone. Dobbiamo rinunciare al pregiudizio e a tutte le sovrastrutture che il tempo e la società in cui siamo inseriti si sono fatte strada dentro di noi. Non è un passaggio facile perché bisogna fare i conti con i dolori, le paure, le incertezze, ma è anche un bagaglio di cui sbarazzarsi velocemente e senza indugi.

La paura di prendere la decisione sbagliata è sempre forte, probabilmente cadremo Avremmo fatto qualche errore di valutazione o non avremmo tenuto conto di alcuni aspetti. Poco male, avremmo imparato molto di noi  e del nostro modo di affrontare le cose. Non è infatti importante che si possa “cadere”, ma è importante utilizzare la resilienza per rialzarci ogni volta. Non facciamoci scoraggiare da un insuccesso, impariamo che ogni cosa, anche negativa, ha un lato positivo, anche se in un primo momento potrebbe non essere visibile.

Quando si diventa consapevoli di se stessi, si ha la possibilità di sperimentare, fare progetti e portare avanti scopi nel tempo e venirne arricchiti nel lungo termine. Se ci ascoltiamo davvero comprendiamo veramente quale è la nostra strada e non avremo paura di prenderla se quella che stavamo percorrendo non era fatta per noi e non ci rappresenta. Non è facile cambiare rotta, le difficoltà ci sono, tutti ci verranno contro, ma se si sente che è la scelta giusta per voi, se vi sentite persone autentiche allora prendete il coraggio a piene mani.

Più si fa esperienza di un vissuto positivo, più questo confermerà la nostra scelta e ci sosterrà nei momenti di maggiore difficoltà. Bisogna imparare ad instaurare un dialogo interiore con noi stessi. Dobbiamo imparare a rispondere in modo corretto ai nostri bisogni ed ascoltare le nostre convinzioni chiedendoci quante di queste sono proiezioni che altri ci hanno volontariamente o involontariamente passato!

Se dentro di noi albergano pensieri, convinzioni o stereotipi che non ci appartengono dobbiamo avere il coraggio di crearne dei nuovi che ci corrispondono, anche se agli altri non piacciono. Molte volte capita che per far contenti o non deludere gli altri si prendano strade non nostre con il rischio di un doppio fallimento ben difficile da digerire. Perché se si è fallito già stiamo subendo una delusione e per di più per una cosa che non era una nostra priorità. L’aggravante di questa situazione sta nel fatto che, pur potendo, non si è fatta la scelta migliore per noi e solo per evitare un conflitto, un giudizio o entrambi!

Le persone che ci circondano condizionano molto le nostre emozioni, ma dobbiamo imparare a riconoscere le spinte interne e quelle esterne. Un poeta giapponese, Mitsuo Aida, diceva in una sua poesia che la felicità è determinata da cuore. Significa che vivi ascoltando la tua risonanza emotiva non puoi sbagliare ed otterrai ottimi risultati in tutti i campi. La cosa importante è continuare per la propria strada anche se può presentare degli imprevisti. Bisogna imparare ad accettarli e gestirli. Il costo per vivere in armonia con se stessi è riuscire a trovare un equilibrio con se stesso e contemporaneamente con il resto del mondo. Vivere è accettare di lottare ogni giorno per la verità. Sopravvivere è accettare (lamentandosi) il destino scelto da altri per noi.

Storia breve con morale (gennaio)


“C’era una volta un gruppo di rane che organizzò un concorso. L’obiettivo era quello di raggiungere la cima di una gigantesca torre. Un’impresa ritenuta impossibile perciò una grande folla di rane si riunì per assistere alla gara e per tifare i partecipanti.

La gara iniziò. Non una rana tra il pubblico ritenne che i concorrenti avrebbero mai raggiunto la cima. Dopo tutto, era una torre enorme e scalarla era considerato troppo difficile.

La folla cresceva e molti urlavano,

No, questo è impossibile!”
Non arriveranno mai in cima”
“Non ci riusciranno. La torre è troppo alta!”

Una ad una, le piccoli rane crollavano e cadevano giù dalla torre. Eppure, c’era un gruppo di rane determinate che provava a salire ancora più in alto. Ma la folla continuava a urlare,

“Non possono farcela, nessuno ce la farà!”

Scoraggiate e convinte dalle grida, la maggior parte dei partecipanti alla gara cedevano e cadevano dalle mura. Alcune rane arrampicandosi si lamentavano di fatica e dolore e presto rinunciavano. Altre rane, stanche dallo sforzo, sentendo le lamentele dei loro coetanei gettavano la spugna.

Nella foto un’opera di MelissaFrancesArt

In mezzo a queste, una minuscola rana persisteva con tenacia. Saliva. E saliva. E saliva. Questa piccola rana sembrava avere la forza di una super-rana che le permetteva di spingersi più in su a dispetto degli altri.

“Ma come può essere in grado di scalare ancora quando cadono tutti?”  Si chiedeva la folla.

Ormai, tutte le piccole rane avevano abbandonato a eccezione di quella piccola rana. La folla continuava a urlare:

“È troppo difficile! ti farai male!”
“Non arriverai mai in cima!”
“Faresti meglio a rinunciare adesso, lascia perdere!”
Ma per qualche misteriosa ragione, quella piccola rana saliva ulteriormente, apparentemente imperterrita.

Infine, dopo tanti sforzi, dopo parecchi scivoli e altrettante riprese la piccola rana riuscì a raggiungere la cima. La sua destinazione! L’unica rana ad arrivare dove nessuno avrebbe mai pensato possibile, sulla cima della torre.

Tutta le rane a terra rimasero stupite di come questa piccola e insignificante rana potesse essere in grado di vincere questa sfida. Affollandosi attorno a lei vollero scoprire il suo segreto e…

…scoprirono che era sorda.

Cosa abbiamo imparato da questa storia? Che non dobbiamo fare nostri i limiti degli altri. Spesso la scarsa fiducia, ma anche l’invidia degli altri ci bloccano. Impariamo ad ascoltare più noi stessi. Proviamo. Se non riusciremo nell’impresa avremo conosciuto i nostri limiti ed imparato a superarli. Quante volte, anche persone che sono vicino, ci hanno ritenuto troppo giovani, troppo vecchi, troppo deboli? Quante volte ci hanno detto non è possibile, non è roba per te impedendoci anche solo di sognare?

 A volte bisogna essere sordi a segnali che ci remano contro e dobbiamo avere il coraggio di pensare in grande, perché SE NON SI SOGNA NON SI REALIZZA!

Il Sano Egoismo

C’è una parola che pronunciamo troppe poche volte in una giornata, in una settimana, in una vita. Non dirla spesso fa sentire al sicuro. Non viene usata da chi non è capace a farsi rispettare o imporsi. Eppure è una parola piccola quanto formidabile. Sarebbe utile applicarla più spesso e sentirsi in diritto di farlo. Quando? Sempre! Sul lavoro e nelle amicizie, ma anche in famiglia. Sarebbe carino poter alzare un cartellino e non dover dare altre spiegazioni perché lì su quel bianco potrebbero esserci tutte le risposte/giustificazioni che non si è tenuti a dare.

Una parola che dovrebbe accompagnarci molto più spesso che permetterebbe una vita più rispettosa e ci restituirebbe valore. Avere la forza di usarla ci darebbe maggiore dignità e la vita acquisterebbe un senso diverso. Dovrebbe essere sempre pronta all’uso come un fazzoletto in una tasca.

La parola magica è NO.

Come si fa ad essere felici?

Come si può far in modo che  nella nostra vita accadano cose belle? La vita già in condizioni normali ci pone di fronte a momenti duri, oggi lo è ancora di più e per ognuno di noi. Perché il bello di questa pandemia è che è democratica non guarda in faccia a nessuno: né a borse firmate, né a contanti nel portafoglio, né al colore della pelle, né alla provenienza. Quando il gioco si fa duro (e questo lo è davvero dal punto di vista sociale, sanitario, economico e chiaramente psicologico!) è importante sopravvivere!

Dobbiamo trovare un appiglio a cui aggrapparci. Ognuno di noi lo ha. A volte lo abbiamo dato per scontato e lo abbiamo sottovalutato, a volte lo abbiamo avuto vicino, ma non avevamo occhi per vedere. Ora il superfluo è fuori e rimane solo l’essenziale che è anche l’unico di cui abbiamo bisogno ed in genere sono i nostri affetti.

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E poi abbiamo noi stessi non dimentichiamolo mai! La predisposizione e l’atteggiamento che assumiamo davanti alle situazioni che ci si parano davanti determina il modo in cui reagiamo. Non sempre sarà facile, ma più ci impegneremo più condizioneremo il nostro cervello a vederci forti, coraggiosi e capaci. E quando stiamo bene emotivamente il nostro cervello si adopera a rinforzare il nostro sistema immunitario e quindi anche il corpo diventa meno aggredibile dall’esterno!

Approfittiamo di questo periodo quindi per cominciare un nuovo cammino che ci porterà a rapportarci diversamente con noi stessi imparando a reinventarci e trovare la migliore versione di noi stessi!

Imparare a piacersi di più … e quindi anche agli altri!

Una persona sicura è disinvolta, non teme le critiche, impara dagli errori, ma prima di tutto si vuole bene.

La chiave per piacersi di più nasce tutto da queste due semplici paroline: volersi bene! Se ci si vuole bene si ama il proprio corpo e se ne prende cura. Attività fisica e corretta alimentazione sono i capisaldi. Dedicare un po’ di tempo al giorno ad un minimo di attività fisica adatta all’età ed al proprio fisico aumenta le endorfine, oltre che bruciare calorie, con ottimi risultati sull’umore. Mangiare in modo sano permette al corpo e quindi al cervello di lavorare bene. Mangiare sano non significa privarsi di tutto, ma concedersi degli extra una volta a settimana come premio, se lo facciamo tutti i giorni non sono più extra, ma la norma! Molte delle nostre insicurezze nascono da un corpo che non ci piace, ma l’unico modo che abbiamo per migliorarlo è amarlo!

Imparare ad indossare gli abiti con taglio e colore che valorizzano e non solo quelli di moda. Riconoscere eventuali difetti ed evidenziare i pregi con capi adatti al nostro corpo e alla nostra personalità nonché al nostro lavoro!

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Evitare gli eccessi, nel mangiare, nel fare, nel parlare, nel divertirsi, il troppo storpia in ogni caso e se ci vogliamo bene sappiamo anche che non serve stressarci per divertirsi  per forza, il corpo a volte ha bisogno di un ALT ben deciso e la mente ha bisogno di riflettere nel silenzio.

Essere amico di tutti mantenendo la propria personalità. Circondarsi di persone positive con le quali condividere e di persone più brave e capaci per imparare ogni giorno qualcosa di più.

Imparare a ridere, per la precisione prendere con ironia gli incidenti di percorso, una sbadataggine, una parola non gradita. Diventa più semplice affrontare ogni cosa e il mondo appare più leggero.

Essere sinceri paga. Non significa raccontare tutto a tutti, ma raccontare le cose come stanno senza nascondere eventuali errori o mancanze questo evita di stare sempre in ansia e di commettere errori su errori. Si rispetta una persona sincera ed etica e non viene mai messa in dubbio al contrario di chi ha la fama di essere inattendibile.

Fiducia e Mindfulness

La fiducia è la sensazione di certezza o convinzione che le cose possono svolgersi in un contesto affidabile di ordine ed integrità. Forse non comprendiamo sempre cosa accade a noi e agli altri o la ragione di una particolare situazione, ma se abbiamo fiducia in noi stessi, in qualcun altro, o ci affidiamo ad un procedimento o ad un ideale, possiamo trovare un forte elemento stabilizzante che comprende sicurezza, equilibrio e franchezza che, che se non sono basati sull’ingenuità, in un certo senso ci guidano e proteggono intuitivamente dal male e dall’autodistruzione.

Nella pratica della consapevolezza è importante coltivare il senso di fiducia, perchè se non confidiamo nella nostra capacità personale di osservare, essere aperti e attenti, riflettere sull’esperienza, crescere e apprendere dall’osservazione e dall’applicazione , ci riuscirà molto difficile sviluppare una qualsiasi fra queste capacità, che appassiranno e rimarranno nello stato latente.

Un aspetto della pratica della consapevolezza è coltivare un atteggiamento fiducioso. Iniziamo con l’indagare profondamente sulle nostre sicurezze interiori. Se non riusciamo a stabilire immediatamente su che cosa possiamo fare affidamento dentro di noi, forse abbiamo bisogno di esaminarci più a fondo, di auto confrontarci un pò più a lungo in tutta tranquillità e limitandoci ad “essere”.

Se siamo inconsapevoli per la maggior parte del tempo di ciò che facciamo e non siamo particolarmente soddisfatti  di come si svolge la nostra vita, forse è il momento di prestare maggiore attenzione, di essere più presenti a noi stessi, di valutare le nostre scelte e le loro conseguenze nel futuro.