Le emozioni nella mente post pandemia

Sono passate solo due settimana dall’inizio della “libertà vigilata” dopo oltre due mesi di quarantena, autocertificazioni, bollettini, telegiornali, conferenze stampa, le immagini di colonne di camion che trasportavano feretri… come ci sentiamo? Speravamo di sentirci liberi e rilassati, ma ancora non è così. Forse solo i giovani (beata gioventù) sta cercando nei rituali sociali del fine settimana di ritrovare una normalità. Gli altri affrontano in modo timoroso la vita di tutti i giorni e si evita ciò che evitabile. La casa rimane sempre il luogo più sicuro. Viene difficile pensare alle vacanze (per molti c’è anche una reale difficoltà economica) per gli altri il senso di insicurezza e la difficoltà a programmare anche nel breve periodo.

La nostra mente a poco a poco cancellerà alcune immagini e ricordi, ma quello che non farà sarà cancellare sensazioni ed emozioni vissute in questo periodo di cui non abbiamo precedenti nella storia. In molti hanno sofferto di insonnia, attacchi di panico o tachicardia. Alcuni sono diventati bulimici, altri apatici o anoressici. Abbiamo sofferto e tanto anche se in apparenza a molti non sembra. Certe sensazioni rimarranno vivide e se accadranno fatti che ci riporteranno alla mente certi vissuti proveremo quelle emozioni come il primo giorno che le abbiamo vissute senza sconti. Ci vorrà del tempo e oltre alla emergenza ora arginata, ai problemi economici e sociali in corso abbiamo a che fare con un disagio psichico che sta in agguato. Non abbiate timore a chiedere aiuto. Questa è una cosa che forse abbiamo imparato: da soli è più difficile, la condivisione aiuta ed alleggerisce. Non bloccate le sensazioni, non relegatele negli angoli bui della memoria perché si faranno strada appena abbasserete la guardia. Dategli sfogo, affrontateli come avversari a viso aperto non trasformateli in mostri della notte.

Siamo diventati più consapevoli della precarietà della nostra esistenza a dispetto di una tecnologia molto avanzata siamo umani con enormi debolezze e che possiamo essere sconfitti da qualcosa che è invisibile e silenzioso. Questa sensazione non ci abbandonerà in tempi breve e saremo più cauti nel fare le nostre scelte di vita. Forse non è un male, forse avevamo bisogno di rallentare. Forse impareremo a rispettare di più noi stessi gli altri, il mondo che ci circonda.

Oggi il superfluo riprende la posizione che gli appartiene e non lo rincorreremo più in quel modo frenetico che ci sembrava necessario. La società si è fermata e con il silenzio abbiamo imparato ad ascoltarci. Andare piano in fondo non è così male. Non è così male neanche avere più tempo libero.

Puoi leggere questo articolo anche sulla rubrica Mind&Food:

https://www.romaoggi.eu/index.php/2020/06/01/le-emozioni-nella-mente-post-pandemia/

Ansia e depressione ai tempi del coronavirus

Ansia e depressione: termini che fatto paura. Se ne parla troppo e spesso a sproposito, ma in questi tempi di quarantena dove ogni certezza è stata minata come la nostra libertà diventano termini del quotidiano che coinvolgono persone che fino ad ora non ne conoscevano il significato.

L’isolamento e la perdita del lavoro sono solo alcune delle cause che stanno provocando una vera e propria ondata di stati d’ansia e depressione nei cittadini in seguito alla pandemia. Chi  in passato ha combattuto contro queste problematiche è risultato più vulnerabile ed ha visto riaffiorare la sintomatologia. Altri non avevano mai provato queste sensazioni di inadeguatezza, pericolo e paura.

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Nella mia realtà clinica lo vedo giornalmente e gli psichiatri italiani parlano di una vera e propria ondata di “ansia post-traumatica”. Lutti, allontanamenti e danni economici stanno porgendo il conto ed è facile perdere i punti di riferimento e non trovare le energie per rialzarsi.

 

Evitare queste situazioni è praticamente impossibile. L’unica soluzione è supportare le persone che stanno vivendo con più difficoltà questo momento. La salute fisica va supportata insieme a quella mentale. Buone pratiche del quotidiano, come una regolare attività fisica ed una alimentazione corretta aiutano. Ansiolitici o altri farmaci vanno utilizzati solo sotto controllo e prescrizione medica.

La rete familiare diventa un elemento fondamentale in questi momenti rappresenta, se funzionale, un potente anti stress. Condividere paure ed ansie può aiutare a vedere soluzioni diverse e superare le difficoltà.

 

 

Confinamento e distanziamento: impatto emozionale importante

Stiamo tutti vivendo un’esperienza senza precedenti. Molti si svegliano la mattina sperando che sia stato solo un brutto sogno. Poi si prende il cellulare si dà un primo sguardo ai social, mentre si fa colazione si accende la radio o la TV… no è tutto terribilmente vero.

Non ci sono precedenti per sapere cosa è giusto o meno fare. Si va a tentativi: nella sanità, nell’economia, nelle misure e gli interventi sociali. L’intera situazione è molto precaria. Viviamo tutto il giorno una situazione di pericolo imminente ed un piccolo organo nella nostra testa, l’amigdala, dà il via alla produzione di ormoni che si attivano proprio nelle situazioni di pericolo. Purtroppo una condizione prolungata nel tempo letteralmente sfinisce l’organismo che viene messo a dura prova. Un po’ di paura fa bene, e ci protegge, ma troppa è deleteria.

Rimanere chiusi in casa, non poter abbracciare i propri cari, rinunciare a quei riti sociali innocui come andare a messa, prendere un caffè al bar o uscire tranquillamente con il cane senza una meta precisa; ci manca tutto questo e molto altro.

Le emozioni sono contrastanti: da una parte si è grati se si è sani o per non avere malati in famiglia, dall’altra vorremmo che tutto finisse presto, ma al termine del tunnel non sappiamo cosa troveremo. Difficile pensare alla nostra vita con i ritmi di prima.

E’ la prima volta nella nostra esistenza che non controlliamo il futuro. Non pianifichiamo viaggi, lavori, appuntamenti vari. Le agende si riempiono di giorno in giorno o rimangono quasi bianche. E’ la prima volta che siamo sospesi in un presente infinito: non siamo abituati. Gli ansiosi hanno sempre anticipato il futuro, i depressi si sono sempre rifugiati nel passato e adesso condividiamo tutti lo stesso limbo.

In questo vivere nel qui ed ora ci rendiamo conto di quanto vivevamo in affanno fino a poche settimane fa e che in fondo ora che tutto è rallentato la vita va avanti lo stesso. Alcune cose che consideravamo problemi sono quasi inesistenti ed altre che non avevamo tempo di fare o ci scocciavano sono diventate momenti di evasione come fare la spesa!

Gestire l’ansia è un problema specie per chi in passato ne ha sofferto e che vede in questa situazione un nuovo precipizio in cui ricadere. Come si gestisce questa tempesta emotiva senza ricorrere a farmaci? Io non sono contraria agli ansiolitici a patto che si prendano sotto prescrizione e per un periodo di tempo molto limitato. Purtroppo in questa situazione, che si prevede ancora abbastanza lunga, bisogna trovare delle strategie per sopravvivere e se è possibile evitare gli ansiolitici tanto meglio!

Innanzitutto eviterei di essere connessi H24 (come si dice ora!) alle trasmissioni che parlano di Covid19. Ci sono troppi galli a cantare a mio parere. Tanti si sono improvvisati esperti e fino a ieri facevano tutt’altro nella vita. Ascoltiamo una sola campana e seguiamo una sola linea evitiamo scossoni non necessari. Non dico di seguire la strategia degli struzzi, ma cerchiamo di essere obiettivi. Ascoltiamo solo gli organi ufficiali una volta al giorno ed eventualmente quando viene indetta una conferenza stampa d’urgenza, ma non andiamo oltre. La mente viene bombardata da sensazioni, emozioni e pensieri anche ore dopo l’ascolto delle notizie e questo ci rende suscettibili e vulnerabili.

Impariamo ad apprezzare quello che abbiamo: le nostre case scoppiano di oggetti inutili, gli armadi di vestiti che non usiamo ed anche la macchina sta lì ferma da settimane. Ci stiamo rendendo conto che in realtà il necessario è proprio lì accanto a noi insieme a tutto il superfluo per il quale ci stavamo dannando la vita solo fino ad un mese fa. Quindi ben venga riscoprire il calore della propria casa e magari la voglia di fare qualche lavoretto, l’accoglienza del divano e le serie televisive da condividere, ma anche la gioia dei nostri piccoli amici che adesso non rimangono per ore con il musetto sul tappeto attendendo il nostro ritorno. Cose semplici, ma vere terribilmente vere quelle che davamo per scontato e che non ci hanno abbandonato e sono qui accanto a noi adesso.

Impariamo che la salute è un bene prezioso e che non si è onnipotenti. Viviamo rispettando i nostri tempi, il nostro corpo ed il nostro spirito. Utilizziamo queste giornate per imparare abitudini salutari quali mangiare bene, fare attività fisica, leggere un libro e dedicarci ad un hobby. Non fatelo però a casaccio. Fatelo con metodo ed ordine. Tenete nota dei vostri progressi e delle vostre difficoltà e cercate di migliorare un pochino ogni giorno. Non rimanete in pigiama dalla mattina alla sera, state comodi, ma con dignità e rispetto per voi e per chi vi sta accanto. Per gli uomini: fatevi la barba! Per le donne: truccatevi anche se vi sembra inutile, perché l’immagine che noi percepiamo di noi stessi condiziona la nostra autostima e quindi le nostre sensazioni. Concentratevi su un progetto: ci saranno una miriade di cose che avreste sempre voluto fare e avete procrastinato per mancanza di tempo. Ora il momento è arrivato: non avete più scuse.

Viviamo queste difficoltà come nuove sfide. Tanti di voi si sono dovuti reinventare a 40 o 50 anni per adattarsi alle nuove richieste di lavoro, si sono rimboccati le maniche, spesso faticosamente, e dovrete farlo di nuovo. Ci siete riusciti una, due volte…ci riuscirete anche questa volta!