Da una visione “ego”centrica del mondo ad una “eco”centrica : la psicologia diventa Green

Stress e depressione sono malattie specifiche dei nostri giorni dovute ai ritmi che manteniamo a ciò che mangiamo ed anche a come pensiamo. I nostri pensieri sono notevolmente condizionati dalle  immagini che vediamo ogni giorno nella realtà o attraverso la tv o il web.  Tifoni dai nomi epici, crolli di ponti che trasformano una giornata qualunque in una tragedia, incendi, maltrattamenti degli animali e l’elenco potrebbe essere infinito.

Sentirsi annichiliti davanti a tanto orrore è il minimo. Vivere sensazioni di disagio , oppressione ed impotenza molto comuni. In città il contatto con la natura è abbastanza limitato e quando succedono quei fatti eclatanti che la cronaca riporta in tempo reale può creare un disagio fino a vere e proprie forme depressive.

Dall’unione di due discipline, l’ecologia e la psicologia, è nata la Eco-psicologia  che  ha lo scopo di favorire  la persona a riprendere contatto con la natura al fine di creare energie positive , mentali e fisiche. Che la vita a contatto con la natura porti a benefici immensi è confermata da tantissimi studi che hanno portato alla nascita di terapie alternative/complementari anche attraverso il contatto e la cura degli animali come la Pet Terapy o  la Hippoterapia e tante altre.

Malati o carcerati che hanno la possibilità di vivere spazi verdi hanno un recupero più veloce nel primo caso e sono meno aggressivi nel secondo. Nella nostra quotidianità imparare a vivere nella natura , nel rispetto dell’ambiente, praticare il riciclo, evitare gli sprechi, piantare un albero o coltivare una pianta di basilico sono attività che ci portano a contatto con la natura ce la fanno apprezzare. Ci restituisce, gioia, benessere, serenità e soddisfazione.

Che non risulti essere una moda passeggera, ma una vera e propria presa di coscienza da parte di operatori e  pazienti è importante ; per il futuro dell’ambiente come per la nostra salute mentale. In una intervista ad AdnKronos la Dott.ssa Marcella Danon che dirige la prima Scuola di Ecopsicologia in Italia in provincia di Lecco ha dichiarato:  La visione del mondo che coltiviamo e che ha sostituito la bellezza e la salubrità con la bruttezza e l’inquinamento – spiega – è una visione che può portare alla depressione. È necessario invece recuperare il contatto con la natura e le sue leggi, ricordare sempre che ogni cosa ha una sua storia. Un ciclo vitale che dobbiamo tenere presente nella sua interezza per contrastare la tendenza contemporanea a vivere solo il presente rendendoci incapaci, nei momenti di difficoltà, di vedere il bello che c’è stato prima e quello che verrà poi.

Chiedere aiuto: il primo passo per volersi bene

Dedico questo scritto  a tutte le donne che vivono nel “frullatore” che non riescono a staccare la spina e per le quali chiedere aiuto è un tabù.

Quante volte in una settimana vi capita di essere stanche? Quante scoraggiate o deluse? Se la risposta è più di 3 mi spiace dirlo, ma state sbagliando qualcosa. Se la risposta è tutti i giorni ne state sbagliando più di una. E’ il momento di fermarsi, cambiare prospettiva, rivedere le priorità.

Non mi venite a dire non posso, non ce la faccio o peggio chi mi le fa le cose? Se lavare i piatti è più importante che passare del tempo con i figli o dedicarvi a voi stesse forse dovete rivedere la vostra scala dei valori. FARE è diventato più importante di ESSERE. Segnare i figli  a nuoto, clarinetto, catechismo e poi correre da una parte e l’altra della città come forsennate. Mangiare o sgranocchiando qualcosa in macchina  e vivere sempre in ansia con i minuti contati per via di ritardi e traffico.  Infine non ascoltare le loro vere esigenze  e rispondete che state seguendo le loro passioni? In tanti anni di carriera non mi è mai capitato di conoscere un bambino di 10 anni che preferisse passare il pomeriggio a suonare il fagotto piuttosto che tirare calci ad un pallone.

Non è cara mamma che ti stai realizzando attraverso i tuoi figli? (questo è un altro discorso che ri-prenderemo in un’altra occasione…).

A volte (spesso) le donne e ancor più le mamme si mettono all’ultimo posto nella soddisfazione dei bisogni anche primari quali mangiare e riposarsi come fosse una colpa essere stanchi o aver bisogno di “sconnettersi”. Quando vi accorgete di essere più nervose o di dormire e mangiare male cercate di fermarvi e prendetevi del tempo per ricaricarvi. Si come il cellulare..anche lui si scarica , ma non si sente in colpa se ha bisogno di nuova energia. Se si ha una nonna o una zia, una cara amica, il figlio più grande o il compagno è giusto condividere o suddividere i compiti , o almeno delegare qualche incombenza NON solo PER FARE ALTRE COSE, ma proprio per riposarsi andare dal parrucchiere o non fare nulla.

Una mamma piena di energia (ricaricata) è più soddisfatta di una stressata e sarà più disponibile proprio verso marito e figli …provare per credere!

Parola d’ordine ottimismo!

Ottimismo bella parola! Secondo Wikipedia l’ottimismo è un atteggiamento che si manifesta nel modo di sentire, pensare e di vivere contraddistinto dalla positività o quantomeno dal suo prevalere sulla negatività. Gli ottimisti tendono dunque a guardare “il lato positivo delle cose” e ad assumere la buona fede nelle persone.

Nel vivere comune parliamo di persona positiva raffigurabile con il tipico quesito del bicchiere mezzo pieno in contrapposizione al pessimista che vede sempre il bicchiere mezzo vuoto. Esistono tante scuole di pensiero che invitano alla positività, ad una visione ottimistica della vita, ma ci sono giornate in cui tutto sembra andare storto , ci sono individui  ai quali accadono un’infinità di momenti negativi come si fa a dire a quelle persone prendila con filosofia , sii positivo?

Eppure anche i contrattempi possono diventare una sfida grazie al pensiero laterale positivo. Sarebbe un peccato non cercare di applicarlo nella vita di tutti i giorni poiché può anche aumentare la nostra salute fisica e mentale quindi perché non provarci? Tante ricerche confermano  la relazione positiva tra la qualità della vita e l’ottimismo. Riuscire a vedere il lato positivo delle cose rende l’aspetto negativo meno importante e ci aiuta a trovare soluzioni cambiando punto di vista.  Non solo la vita famigliare e personale migliora, ma anche le questioni di cuore e la carriera. Molti studi condotti su donne operate di cancro al seno confermano che il vissuto di malattia e la guarigione sono strettamente correlati ad un atteggiamento positivo. Anche l’anzianità e la disabilità che inesorabilmente aumenta con l’età sono migliorati da un atteggiamento positivo.  Riuscire a dare meno peso agli eventi stressanti permette maggiori performance ed un più alto raggiungimento degli obiettivi.  Per  evitare il pessimismo è necessario coltivare l’abitudine al pensiero positivo. Non basta farlo ogni tanto in modo isolato, ma ogni giorno cercando di vedere ogni cosa con occhi nuovi tralasciando vecchi pensieri ed impostazioni mentali

Verosimilmente per alcuni risulta un tratto di personalità innato, ma molti psicologi ritengono che la positività si possa imparare anche valorizzando se stessi. Io sono una di quelle e credo che valga la pena di provare (almeno per non rovinarsi la vita da soli!)