Finalmente mi vedo

Le parole che seguono sono di C.

Il percorso intrapreso con me le sta facendo vedere la vita in modo diverso a cominciare dal rapporto con il proprio corpo e vuole condivide la sua esperienza con tutte le persone che sono in difficoltà a seguire una dieta, che odiano il momento di vestirsi o quello di passare davanti ad uno specchio. Non è facile, ma… ne vale la pena!

Una voce dentro dettata dal coraggio e dalla curiosità mi accompagna verso uno specchio più grande in casa mia. Il coraggio mi sussurra che posso farcela, che la mia perdita di peso, la mia ri-educazione alimentare, le mie glicemie stabili e la mia nuova immagine hanno fatto germogliare una bellezza in me che non conoscevo. La curiosità mi suggerisce i punti e le linee da osservare della mia fisicità, da quelle più apprezzate alle più temute: la geometria del mio corpo ha delle nuove formule.

Così mi vedo.

Il tragitto dei miei occhi su di me è ora una passeggiata piacevole. Guardo i lievi segni dei muscoli sull’addome, le spalle si sono fatte più piccole e con loro le braccia e le gambe. Le linee del mio corpo disegnano una figura che mi piace per il suo essere pù esile, minuta, fresca. Le mani sui fianchi accompagnano il sentiero delle ciglia e parlano laddove la bocca tocca delle parole gentili. Mi accarezzo le gambe per chiedere loro scusa per tutta la pesantezza e i gonfiori causati dalle mie abitudini sbagliate e per averle sempre disprezzate e coperte. Le mani sfiorano anche la pancia per scusarsi di tutti i miei giudizi amari, sempre coperta dalle maglie troppo morbide e sofferta nei pantaloni e gonne sbagliati.

Allora mi vedo.

Sono ferma nel mio riflesso. Ci sono dei movimenti che tendevo a fare in questi momenti che ora non si ripetono pù: ritirare in dentro la pancia per rimpicciolire il suo volume, stendere le gambe per vederle più minute, sollevare i gomiti per vedere le braccia più toniche. Questi movimenti non sono più necessari, ora. Li porto nel cassetto più buio della mia memoria assieme a tutte le sensazioni orribili sulla mia immagine che mi hanno resa insicura e arresa all’idea di dover abitare dove non si vuole.

Poi mi volto e gli occhi continuano a cercare le parti del mio corpo che più tendevo a giudicare. Prima i fianchi, poi il resto delle gambe. Le dita prendono ancora i segni in più dei fianchi che non sono stati ancora smaltiti come vorrei ma il loro tocco è di speranza e di affetto, non più disprezzo. Le strade dei miei capillari sulle gambe sono fiumi limpidi di soddisfazione e tenacia.

Sorrido di lato, sorrido verso lo specchio, faccio varie smorfie e canto.

Ballo un pò timidamente, un pò pazza, un pò cauta.

C’è ancora della strada da fare per amarmi ma la sto percorrendo già da un pò e me ne sono innamorata, con tutte le sue alture e frane, sentieri e paesaggi.

Sorrido ancora con gli occhi,ancora canto.

Finalmente mi vedo.