Le mie dieci riflessioni su “Genitori si cresce” il libro del filosofo femminista Lorenzo Gasparrini

Una delle presentazioni più interessanti e coinvolgenti dell’ultimo periodo. Gasparrini con le rappresentanti delle associazioni Città che legge e Amore è rispetto hanno saputo interagire magistralmente con il pubblico presente nelle magnifiche sale di Palazzo Altieri che ospitava l’evento.

Alcuni momenti della presentazione di GENITORI SI CRESCE di Lorenzo Gasbarrini edito da Super et opera viva

L’annoso problema: genitori e figli, modalità di relazione, disagi e comunicazione. Condivido con voi alcuni punti che ritengo particolarmente interessanti:

  • Il concetto di MODELLO ed ESEMPIO

Noi tutti per i giovani (anche per chi non ha figli!!!) dovremmo essere esempi virtuosi. Con il nostro comportamento permettiamo loro di apprendere dalla realtà, da qualcosa di reale e concreto anche se imperfetto. Un modello invece, proprio perché è tale, è irraggiungibile nella sua perfezione e quindi causa di frustrazione. Cerchiamo di essere esempi e non modelli per le generazioni future!

  • La FAMIGLIA sta cambiando

La tipologia di famiglia come l’abbiamo conosciuta noi nati tra gli anni “50 e “70 , ovvero composta da mamma, papà e almeno due figli, rappresenta oggi solo il 20% delle famiglie in Italia. Giusto o sbagliato? Non è importante bisogna però rendersi conto che siamo di fronte ad un cambiamento culturale e che, anche per la nostra costituzione è famiglia quando si vive sotto lo stesso tetto e ci si prende cura uno dell’altro. Da qui anche la definizione di Inverno demografico. Non si fanno più figli. In una società improntata sullo sviluppo personale non si è disposti a fare “sacrifici” a fare rinunce per i figli. Non ci sono politiche che sostengano la famiglia e spesso anche conquiste come i congedi parentali non vengono utilizzati per paura di ritorsioni sul lavoro.

  • Maternità e paternità

Non solo la legge, ma a partire dai Corsi pre-parto c’è poca attenzione verso la figura dei papà. I papà vengono esclusi in tantissime attività e riconoscimenti. Non possiamo poi lamentarci che i papà risultano assenti o poco presenti nel 70% dei casi, poiché spesso non vengono coinvolti e nessuno parla mai dei vissuti dell’uomo quando diventa padre o in altri momenti della vita dei figli. Anche a livello lavorativo un uomo che chiede un permesso parentale è visto come un alieno  spesso viene deriso o osteggiato in azienda. Non deve meravigliare che rimangano ai margini. Vanno coinvolti non solo fisicamente, ma anche emotivamente in ogni passaggio del divenire genitori.

  • Apprendere con l’esempio

“Ma io aiuto”. “Non è vero che non faccio nulla”. Due brevi frasi spesso dette da padri e figli come se la cura della casa fosse di assoluto appannaggio della mamma alla quale si concede “un aiuto” come un privilegio. Bisogna insegnare ai bambini a tenere in ordine la propria camera, a tenere bene gli oggetti di casa e custodirli, bisogna coinvolgerli nella preparazione del cibo a cominciare dalla spesa. La cura della famiglia è di tutti. Tutti partecipano, tutti danno, tutti ricevono. La cura è la capacità umana più importante si impara non lo abbiamo d’istinto come molti studi dimostrano.

  • Le PAROLACCE

Sono parole potenti. I bambini anche piccoli se ne rendono conto. Evitiamole poiché la potenza della parola è distruttiva. I bambini non comprendono il significato della parolaccia, ma si rendono conto dell’effetto che ottiene. Emette tante emozioni negative come rabbia e scherno. Non daremmo mai un’arma o un oggetto in mano ad un bambino che non è in grado di usare. Facciamo lo stesso con le parole. Bisogna insegnare loro le parole che fanno bene. Quelle piccole parole come grazie, prego, scusa, posso? Che si sentono sempre così di rado anche nelle così dette famiglie perbene!

  • La SICUREZZA dei figli

Dipende esclusivamente dal rispetto dei genitori verso i figli e viceversa e si ottiene con genitori sicuri ed accoglienti. Persone coerenti tra ciò che dicono e ciò che fanno. Un buon esempio che non si aspetta qualcosa in cambio dal figlio come “risarcimento” per l’investimento emotivo ed economico che ha avuto, ma che ama e cura. Che insegna ad amare e curare. Il genitore non può essere un amico, il rapporto non è paritario. Se siamo “pari” non possiamo insegnare più nulla a nostro figlio vuol dire che non siamo un valore aggiunto per lui siamo al pari dei suoi coetanei   questo non funziona!

  • Genitore di un genitore

Qualcosa che non avevo mai preso in considerazione, ma che probabilmente vivrò nel giro di pochi anni. Quando tuo figlio diventa genitore a sua volta e quindi diventi nonno cosa succede? Può essere un divertente triangolo di responsabilità. Dove i nonni sono complici con i nipoti, ma possono far passare tanti valori che dal genitore magari non si accettano. I nonni sono importantissimi e con le modalità di vita di oggi sono figure da riconsiderare non solo come “baby sitter”, ma per l’esperienza e la maturità.

  • Giovani, MORTE ED ONNIPOTENZA

I giovani , per fortuna, non hanno il concetto di morte. Nel momento in cui la vita esplode in loro l’idea della morte non è affatto considerata per questo si mettono spesso in situazioni limite. Non si rendono conto dei pericoli poiché non li prendono in considerazione. Correre in macchina, fare scherzi stupidi sono solo “divertimento” non considerano affatto le conseguenze di queste azioni e spesso trovano o provocano morte. Per questo sono necessari i “paletti” da parte dei genitori. I giovani non possono essere “buttati” nel mondo. Specie in questo mondo dove attraverso la tecnologia tutto è accessibile ed inaccessibile allo stesso tempo. I giovani hanno bisogno di guide sicure e le devono trovare nei genitori, ma anche nella scuola e nella società. Invece oggi i giovani sono lasciati alla deriva senza regole e senza indicazioni dove chi ha più da guadagnare spinge scelte inconsapevoli dei giovani solo perché le sentono condivise da altri. Basta un influencer da 100000 follower ad avere più autorevolezza di un genitore! Da qui nascono le challenge spesso rischiose che diventano un modo per superare i propri limiti e dimostrare di essere capaci ed in gamba, ma che possono avere risvolti drammatici che un giovane non sa prvedere.

  • Alla ricerca della NORMALITA’

Ricordate che per un giovane tutto è bianco o nero. Un giovane non conosce le sfumature per questo è così lapidario nei giudizi anche nei confronti dei coetanei. I giovani cercano la normalità. Ma cosa è normale? Ogni epoca storica ed ogni cultura ha una sua normalità quindi non è un valore universale. I giovani non lo sanno, lo impareranno con il tempo. I genitori hanno il compito di far vedere le differenze e far comprendere che possono essere un valore aggiunto e non oggetto di esclusione e di odio. Da qui nasce il fenomeno del bullismo dove il diverso, basta essere più basso di statura, o più in carne o vestito in modo diverso dalla massa, diviene oggetto di attenzioni pericolose.

  • Giovani e FALLIMENTO

In questo mondo dominato dalla tecnologia dove tanti contenuti sono disponibili e spesso non veritieri i giovani si sentono dei falliti se non vanno in vacanza in quel posto, se non indossano quelle scarpe, se non vanno a mangiare in quel ristorante, se non conoscono quel personaggio famoso, se non hanno abbastanza follower o like! Nasce grande frustrazione che si trasforma in rabbia spesso rivolta agli altri, ma anche verso se stessi. Gli atti di autolesionismo sono in aumento e mentre prima venivano compiuti in solitaria oggi si commettono in gruppo segno che certe sensazioni sono molto comuni.