Le relazioni tra Mente, Corpo e Trauma

Negli ultimi decenni, le neuroscienze e la psicologia somatica hanno rivoluzionato il nostro modo di comprendere la mente e il corpo. Non più entità separate, mente e corpo sono oggi riconosciuti come profondamente interconnessi: ogni esperienza psicologica lascia tracce fisiche, e ogni esperienza corporea influisce sul nostro mondo interiore.

Il trauma è un perfetto esempio di questa interdipendenza.

Nella vita siamo sottoposti a numerosi momenti di crisi e a volte anche a traumi di diversa entità. In alcuni casi abbiamo le capacità di attutire il colpo in altre il trauma ci…traumatizza per anni e può coinvolgere molti aspetti della nostra vita. Il trauma possiamo considerarlo non solo come una ferita della mente, ma un’esperienza profonda che entra nel corpo e disconnette la persona da sé stessa e dagli altri.

Il trauma non è definito solo dall’evento traumatico, ma dalla risposta soggettiva dell’organismo a quell’evento. Un’esperienza può essere traumatica se è vissuta come travolgente, senza possibilità di reazione o integrazione. Non è solo ciò che è accaduto, ma ciò che non è potuto accadere – come l’impossibilità di fuggire, difendersi o ricevere conforto.

Le conseguenze del trauma si manifestano su più livelli:

  • Neurobiologico: alterazioni nel sistema nervoso autonomo, iperattivazione o immobilizzazione cronica.
  • Psicologico: ansia, depressione, dissociazione, attaccamento disorganizzato.
  • Somatico: tensioni croniche, dolori muscolari, disturbi psicosomatici.

 Il trauma rimane impresso nel sistema nervoso, condizionando numerosi aspetti corporei, ma anche le relazioni.

Molti traumi originano nell’ambito delle relazioni, soprattutto nell’infanzia: trascuratezza, abuso, invalidazione emotiva o mancanza di sintonizzazione da parte dei caregiver. Questo viene spesso definito trauma relazionale precoce o trauma dello sviluppo.

A differenza di un trauma acuto (come un incidente o una catastrofe naturale), i traumi relazionali agiscono lentamente, ma in profondità, influenzando la formazione dell’identità, la regolazione emotiva e la capacità di fidarsi degli altri.

Dobbiamo considerare il trauma come un fenomeno integrato: neurologico, corporeo, emotivo, relazionale.

Infatti  il trauma viene “trattenuto” nel corpo e nel sistema nervoso per questo il cammino di “guarigione” è spesso lungo e contorto.

Il trauma dalla mente passa al corpo che manifesta “fisicamente” il problema e quindi diviene necessario agire anche sul piano somatico: le parole a volte non bastano.

Chi ha subito un trauma spesso sperimenta il corpo come un “luogo di pericolo”, e allo stesso tempo può percepire le relazioni come minacciose. Questo doppio livello crea una disconnessione:

  • Il corpo reagisce con sintomi, blocchi o iperattivazione.
  • La mente cerca di controllare, evitare o razionalizzare.
  • Le relazioni attivano vecchie ferite e meccanismi di sopravvivenza.

E’ importante anche ristabilire delle connessioni sicure e promuovere l’integrazione a livello somatico ed emotivo. Per venirne “fiori” è indispensabile creare un ambiente accogliente e non giudicante. Insegnare il non giudizio anche nei confronti di se stessi ed imparare ad accogliere errori o mancanze con indulgenza spesso è un passaggio significativo.

Fortunatamente, se le relazioni possono essere la fonte del trauma, possono anche diventare il luogo della guarigione. Questo avviene attraverso:

  • Relazioni terapeutiche sicure, che offrono sintonizzazione, presenza empatica e regolazione co-affettiva.
  • Relazioni intime consapevoli, in cui si impara gradualmente a fidarsi, comunicare i propri bisogni e ricevere supporto.
  • Pratiche corporee (come yoga, danza-terapia, somatic experiencing) che aiutano a rinegoziare il trauma nel corpo.

Uno degli obiettivi principali nel percorso di guarigione è la regolazione del sistema nervoso. Questo permette di:

  • Sentirsi più presenti nel corpo.
  • Interrompere le risposte automatiche (lotta, fuga o congelamento).
  • Sviluppare nuove modalità di relazione.

Come afferma il prof Bessel van der Kolk che ho avuto modo di conoscere ad un evento a Roma nel 2021 :

“Il corpo accusa il colpo, ma è anche la chiave per la liberazione.”

Vorrei soffermarmi sulle pratiche corporee nella guarigione da trauma poiché sono un grande fattore di aiuto. Quando una persona vive un evento traumatico, il sistema nervoso può restare “bloccato” in uno stato di allerta (ipervigilanza) o di congelamento (dissociazione), anche molto tempo dopo la fine del pericolo.

Principi chiave delle pratiche corporee nel trauma:

  1. Sicurezza – Niente può accadere senza una sensazione di sicurezza.
  2. Lentezza – Il processo è graduale; forzare può essere retraumatizzante.
  3. Consapevolezza del corpo – Tornare a sentire il corpo senza giudizio.
  4. Autonomia – Dare alla persona il controllo sul proprio processo.

Ecco una panoramica delle principali pratiche corporee usate per guarire da esperienze traumatiche:

Somatic Experiencing (SE)

  • Ideato da: Peter Levine
  • Obiettivo: Aiutare il sistema nervoso a completare le risposte di difesa rimaste “in sospeso” (lotta/fuga/congelamento).
  • Tecniche: Portare l’attenzione alle sensazioni fisiche, pendolamento tra sicurezza e attivazione, scarico dell’energia traumatica.

Trauma-Sensitive Yoga (TSY)

  • Sviluppato con: il Trauma Center del Dr. Bessel van der Kolk
  • Caratteristiche: Non direttivo, invita all’ascolto del corpo, senza costringere. Restituisce agency alla persona.
  • Benefici: Aiuta a ritrovare confini corporei, presenza e connessione con sé.

Mindfulness e Meditazione Corporea

  • Pratiche: Body scan, respiro consapevole, grounding.
  • Scopo: Radicarsi nel momento presente, osservare sensazioni senza giudizio, ricostruire un senso di sicurezza.

Tecniche di Grounding

  • Esempi:
    • Sentire i piedi a terra
    • Premere le mani su una superficie
    • Nomina di oggetti nell’ambiente (tecnica 5-4-3-2-1)
  • Funzione: Riportare la mente e il corpo nel “qui e ora”, spezzando dissociazione o flashback.

Dance Movement Therapy (DMT)

  • Uso del movimento per esprimere e rilasciare emozioni represse.
  • Adatta a chi ha difficoltà a verbalizzare il trauma.

Respiro Consapevole e Breathwork

Tecniche come il respiro diaframmatico, il box breathing o il rebirthing possono aiutare a:

  • Ridurre l’ansia
  • Regolare il sistema nervoso autonomo
  • Sciogliere memorie corporee trattenute

Bodywork e Terapie Manuali

  • Esempi: Rolfing, craniosacrale biodinamico, massaggi terapeutici.
  • Nota: Vanno eseguiti solo da operatori formati in trauma-informed care, poiché il tocco può riattivare memorie traumatiche.

Arti marziali dolci (es. Aikido, Tai Chi, Qi Gong)

  • Benefici: Rafforzano senso di centratura, fluidità, confini e presenza corporea in modo non aggressivo.