L’invidia è un sentimento insito nella natura stessa dell’uomo, se non portata all’eccesso ha una valenza positiva che serve a migliorarsi.
La “paragonite” non è un minerale diffuso nel canton Ticino, ma una vera e propria malattia che si sta rivelando all’epoca dei social dove a furia di guardare la vita altrui si finisce per invidiarla agli eccessi ritenendola sempre migliore della propria.
Tutti noi sappiamo che le foto sono ritoccate, che è facile apparire più magri e giovani che ogni immagine della casa è stata studiata spostando mobili e suppellettili per renderla più gradevole eppure per qualcuno diventa una vera trappola dalla quale è difficile liberarsi.
L’invidia non è certo una novità del nostro tempo, ma certamente i social l’hanno esasperata ed i dispositivi portatili ed i costi sempre più accessibili portano ad interagire (o osservare) sempre più frequentemente. Purtroppo avvelena gli animi, rende infelici e spesso suggerisce comportamenti pericolosi e poco etici.
Le piattaforme social sembrano fatte apposta per provocare chi già è incline all’invidia: le immagini di vacanze da sogno, ristoranti stellati, deserti incontaminati, borse firmate danno l’immagine di persone vincenti. Per qualcuno invece di divenire stimolo per migliorarsi diventa un vero tormento. Gli eccessi sono rappresentati dagli haters che invadono i social con azioni meschine ed indagando.
Senso di possesso ed inadeguatezza possono prendere il sopravvento peggiorando lo stile di vita ed i rapporti reali.
Molti blogger hanno deciso di “disintossicarsi” dalla vita altrui ri-prendendo la propria vita riconnettendosi al loro sé reale evitando di vedere alcuni profili.
Anche per i meno social è però un pericolo sempre in agguato e quindi il mio consiglio è disintossicatevi quando vedete che state passando troppe ore a osservare la vita altrui sprecando la vostra.
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