La società giudica una persona sofferente come debole, incapace di rialzarsi. Spesso chi sputa queste sentenze sta anch’egli soffrendo ma, semplicemente, non vuole farlo vedere. Giudicare il dolore altrui ci fa sentire forti, superiori. Ma non lo siamo.
Non nascondete la sofferenza, non vergognatevene. Non siete deboli, al contrario, siete più forti di quelli che vi danno dei falliti. Smettete di ignorare ciò che reclama la vostra attenzione: so che è più facile distrarsi, guardare dall’altra parte, ma bisogna smettere di soffocare il dolore e affrontarlo alla radice.

Altrimenti ci sentiremo sempre incompleti, smaniosi di acquisire nuovi beni e successi che ci aiutino ad attenuare il dolore. Ma finché non cambieremo mentalità, non smetteremo mai di soffrire. La nostra natura non ci impone di essere completi, ma di prendere decisioni, entrare in connessione con la nostra forza emozionale e godere del presente.
DA NON DIMENTICARE…
* Non fuggite dalle avversità.
* Non isolatevi.
* Non rassegnatevi all’impotenza.
* L’avversità presuppone un cambiamento.
* Pensate di avere di fronte una sfida.
Concentrate l’attenzione sul lungo periodo.
Indirizzate l’energia sul breve periodo.
Cambiate ciò che si può, accettate il resto.
Analizzate il vostro dialogo interiore.
Trasmettete serenità a chi vi circonda.
Prendete personalmente le vostre decisioni.
Coltivate l’ottimismo.
Considerate l’avversità come un’opportunità per cambiare la stra vita.
Trovate una valvola di sfogo per le vostre emozioni.
Non correte rischi inutili.
Tratto dal libro Kintsukuroi di Tomas Navarro. Ve ne ho parlato su questo blog!