Aprile dolce dormire

Le giornate si sono finalmente allungate e l’aria della primavera si sta insinuando nelle nostre case e nel nostro spirito. Il proverbio “aprile dolce dormire” fa riferimento alla sonnolenza primaverile che spesso si avverte con l’arrivo del mese di aprile. Dopo i mesi freddi dell’inverno, il corpo inizia a rilassarsi grazie al clima più mite, alle giornate più lunghe e all’aumento della luce solare. Tutti questi fattori influenzano il nostro bioritmo, portandoci a sentirci più assonnati e desiderosi di riposo.

L’origine esatta del proverbio è incerta, ma si tratta di un’espressione antica, probabilmente di origine contadina, legata ai ritmi naturali delle stagioni. Nei secoli scorsi, aprile segnava un momento di transizione: si usciva dal torpore invernale ma non si era ancora nella piena frenesia agricola dell’estate. Era un periodo in cui si poteva ancora godere di qualche ora di riposo prima del lavoro intenso dei campi.

Inoltre, secondo alcune interpretazioni, il “dolce dormire” di aprile sarebbe anche una sorta di invito a rallentare, a prendersi cura di sé, assecondando i bisogni del corpo in armonia con la natura.

La scienza moderna conferma l’intuizione popolare: la primavera può effettivamente causare un senso di stanchezza noto come astenia primaverile. Il cambio di temperatura, l’aumento delle ore di luce, la variazione nei livelli di melatonina e serotonina possono creare uno squilibrio temporaneo nel nostro organismo, facendoci percepire più sonnolenti.

Visto che anche la scienza lo conferma che ne dite di fermarci un attimo e magari chiudere qualche minuto gli occhi? Siamo sempre di corsa e stressati ed un gran numero di persone ha problemi di sonno. Sembra assurdo, ma per dormire abbiamo bisogno di essere rilassati!

#Quando siamo sopraffatti dalla fatica, siamo troppo esausti per incidere a sufficienza sulle condizioni che creano stress. Un essere umano stanco è passivo e rassegnato. Per fare ciò che è necessario per modificare le cose che ci provocano stress ci servono forza e resilienza. E uno dei modi migliori per aumentare il benessere è dormire.

L’uno per cento della popolazione usa fare brevi sonnellini. Perché non tutti? Kemi Alemoru, scrivendo su dazeddigital.com nel giugno 2018, notava: «Il lusso del relax è riservato in genere ai ricchi e fortunati. Una parte della moderna aspirazione a fare fortuna è che tutti sogniamo di potere, un giorno, smettere di sfiancarci al lavoro e avere più tempo per riposare. Esistono decine di studi sull’epidemia di massa della carenza di sonno, indotta dal capitalismo».

Si sta diffondendo sempre più la consapevolezza di quanto facciano bene le brevi pause di sonno. Le esigenze del lavoro e della vita familiare ne fanno un lusso, ma se potete, dormite ogni volta che ne avete l’occasione.

Rebecca Spencer, neuroscienziata dell’università del Massachusetts di Amherst, che si occupa di ricerca sul sonno, ha condotto uno studio che, secondo un articolo della BBC dell’ottobre 2018, «sembra essere il primo a dimostrare che i sonnellini, e non solo il sonno notturno, favoriscono l’elaborazione della memoria emotiva nei bambini. In sintesi, “i bambini sono molto emotivi se non fanno il riposino e ipersensibili agli stimoli emotivi, perché non hanno consolidato il bagaglio delle emozioni vissute nel corso della giornata”».

Il sonnellino aumenta l’autocontrollo, lascia sedimentare le esperienze e consente di accettare le situazioni senza farci provare l’impulso di reagire come se tutto fosse urgente, o un’emergenza. Quel breve periodo di riflessione apre alla persona ben riposata un rifugio da dove osservare e, magari, operare un cambiamento.

“Aprile dolce dormire” è un modo poetico per raccontare un fenomeno reale e universale. Un detto che ci collega al ritmo della natura, e che ci invita a prenderci una pausa, a rallentare e ad ascoltare il nostro corpo. Un consiglio senza tempo, in un mondo che corre sempre più veloce.Allora che aspettiamo approfittiamo di questo mese per concederci qualche momento di sano riposo in più.

#liberamente tratto da Scott Haas/l’arte giapponese del vivere felici . Newton Compton editori