Disturbi alimentari: è epidemia sociale

Durante la Giornata nazionale del Fiocchetto Lilla sono stati diffusi dati allarmanti circa l’incremento dei disturbi alimentari in Italia, soprattutto tra i giovani, definendolo come un’epidemia sociale in costante crescita.

Dal 2019 al 2023, c’è stato un incremento di un milione di casi, che include anche bambini di 9-12 anni, rendendo questi disturbi la prima causa di morte tra gli adolescenti, subito dopo gli incidenti stradali.

Il problema si è acuito negli ultimi anni, con un’enfasi sulla fascia d’età tra i 12 e i 14 anni. La pandemia di COVID-19 ha contribuito a un aumento significativo di casi, dato che molti disturbi alimentari hanno origini post-traumatiche.

I disturbi alimentari sono complessi e multifattoriali, possono derivare da eventi traumatici, da vulnerabilità genetiche, pressioni culturali estreme sulla dieta e sull’immagine corporea, e da problemi nel contesto relazionale.

La diagnosi precoce e un trattamento multidisciplinare sono essenziali per una cura efficace. La cura dovrebbe includere terapia psicologica e il supporto della famiglia.

Nonostante la crescente domanda di aiuto, molti servizi sanitari italiani non soddisfano i requisiti necessari per affrontare il problema. Solo la metà delle strutture si dichiara attrezzata per curare minori fino a 14 anni, e c’è una disomogenea distribuzione dei centri specializzati sul territorio nazionale.

Fonte FCP Formazione Continua in Psicologia

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