Giornata internazionale dei diritti delle persone con disabilità

Dedicare una giornata a problemi specifici ha lo scopo di sensibilizzare le persone a problematiche magari sconosciute, non riconosciute o ignorate. La disabilità è un problema che riguarda tutti noi anche se abbiamo la fortuna di non avere un disabile in famiglia. La società si dovrebbe stringere attorno a quelle famiglie. Dare il proprio contributo o almeno non ostacolare certi progressi che anche se sembrano cose stupide possono essere davvero importanti per chi ha delle limitazioni. Avere più rispetto ed attenzione ai parcheggi per disabili, così come cedere il posto ad una persona fragile, far passare qualcuno alla cassa sono piccolissime azioni. Per noi è solo aspettare qualche minuto di più, ma per quella persona un gesto importante.

Riconoscere che sono “persone” prima ancora che disabili è un passo fondamentale. Vi racconto una storia trovata sul web. E’ una bella storia e ve la voglio raccontare, perchè credo che le piccole storie possono essere grandi storie se condivise!

-Margherita Campanelli, 30 anni, studentessa lavoratrice con sindrome di Down, di Fano, ha conseguito questa mattina la laurea magistrale in Scienze pedagogiche all’Università di Macerata con votazione 110 e un tesi dal titolo “Il gioco come strumento e pratica inclusiva al nido. Le prospettive e dinamiche educative nello spazio 0-6”.
“Quella di Margherita è una storia straordinaria, generata da una parte da una personale determinazione, dall’altra dalla forza dell’interazione sociale inclusiva – racconta la sua relatrice originaria di Oristano, Francesca Salis, titolare della cattedra di Pedagogia delle disabilità a Macerata – Ora potrà trasmettere a bambini e bambine i valori dell’inclusione in maniera diretta, non solo con la teoria ma attraverso la sua esperienza incarnata in modo emozionale ed esperienziale. Lei – chiarisce la prof – è riuscita ad andare oltre i luoghi comuni e non ha permesso alla disabilità di prendere il sopravvento e compromettere il suo progetto di vita”.
Ora il grande sogno di Margherita è diventato realtà e la giovane neo laureata ha bene in mente cosa fare: aprire un agrinido per dare la possibilità ai più piccoli di crescere a contatto con la natura. La laurea triennale con la tesi sul “Ruolo dell’educatore nel processo di inclusione” le aveva già permesso di lavorare in un asilo nido a Fano, dove è nata. Ora la magistrale col pieno dei voti e i complimenti della commissione. “Un’emozione grandissima – confessa Margherita – un obiettivo inseguito con grande impegno e passione.
Fin da bambina ho avuto modo di confrontarmi con figure educative e questo ha fatto scaturire il desiderio di diventare pedagogista”. Per Francesca Salis la soddisfazione è immensa: “Nell’ambito dell’approccio narrativo, pedagogico inclusivo, che io insegno ai futuri pedagogisti, Margherita è una testimone validissima, capace di trasmettere con efficacia la sua storia, gli elementi educativi che l’hanno caratterizzata, la necessità di superare i pregiudizi. Margherita – assicura – continuerà a collaborare con me. Adesso da stimata collega”.

Filippo Rossi

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