Durante la giornata veniamo sottoposti a tante emozioni, sia di natura positiva che negativa. Il nostro impegno emotivo è quindi costante. Come influenzano le emozioni i nostri vissuti, le nostre scelte? Quando parliamo di emozioni dobbiamo pensare ad una serie di modificazioni che avvengono nel nostro corpo a livello endocrino, cardiaco, respiratorio che ci coinvolgono a livello psichico ( modificando ed orientando il nostro pensiero) , ma anche a livello di mimica facciale (cambiamenti in risposta ad alcuni eventi) e naturalmente di comportamento con reazioni tipo attacco o fuga. In tanti hanno studiato le emozioni cercando di definirle e categorizzarle. La più importante definizione è quella di emozioni primarie e secondarie.
Le emozioni primarie sono riscontrabili in qualsiasi popolazione, per questo sono definite primarie ovvero universali e comprendono:
- rabbia, generata dalla frustrazione che si può manifestare attraverso l’aggressività;
- paura, emozione dominata dall’istinto che ha come obiettivo la sopravvivenza del soggetto ad una situazione pericolosa;
- tristezza, si origina a seguito di una perdita o da uno scopo non raggiunto;
- gioia, stato d’animo positivo di chi ritiene soddisfatti tutti i propri desideri;
- sorpresa, si origina da un evento inaspettato, seguito da paura o gioia;
- disprezzo, sentimento e atteggiamento di totale mancanza di stima e disdegnato rifiuto verso persone o cose, considerate prive di dignità morale o intellettuale;
- disgusto, risposta repulsiva caratterizzata da un’espressione facciale specifica.
Le emozioni secondarie, invece, sono quelle che originano dalla combinazione delle emozioni primarie e si sviluppano con la crescita dell’individuo e con l’interazione sociale. Esse sono:
- allegria, sentimento di piena e viva soddisfazione dell’animo;
- invidia, stato emozionale in cui un soggetto sente un forte desiderio di avere ciò che l’altro possiede;
- vergogna, reazione emotiva che si prova in conseguenza alla trasgressione di regole sociali;
- ansia, reazione emotiva dovuta al prefigurarsi di un pericolo ipotetico, futuro e distante;
- rassegnazione, disposizione d’animo di chi accetta pazientemente un dolore, una sfortuna;
- gelosia, stato emotivo che deriva dalla paura di perdere qualcosa che appartiene già al soggetto;
- speranza, tendenza a ritenere che fenomeni o eventi siano gestibili e controllabili e quindi indirizzabili verso esiti sperati come migliori;
- perdono, sostituzione delle emozioni negative che seguono un’offesa percepita (es. rabbia, paura) con delle emozioni positive (es. empatia, compassione);
- offesa, danno morale che si arreca a una persona con atti o con parole;
- nostalgia, stato di malessere causato da un acuto desiderio di un luogo lontano, di una cosa o di una persona assente o perduta, di una situazione finita che si vorrebbe rivivere;
- rimorso, stato di pena o turbamento psicologico sperimentato da chi ritiene di aver tenuto comportamenti o azioni contrari al proprio codice morale;
- delusione, stato d’animo di tristezza provocato dalla constatazione che le aspettative, le speranze coltivate non hanno riscontro nella realtà.
Quindi, le seconde sono delle emozioni più complesse e hanno bisogno di più elementi esterni o pensieri eterogenei per essere attivate.
Fonte: stateofmind.it